Salvini rieletto segretario Lega: no accordi con Islam
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Salvini rieletto segretario della Lega: “No all’islamizzazione, azzeriamo l’immigrazione islamica regolare”
Firenze, 6 aprile 2025 – Matteo Salvini, rieletto segretario della Lega al Congresso di Firenze, ha lanciato un appello chiaro e deciso contro l’islamizzazione dell’Italia, un fenomeno che, secondo il leader leghista, minaccia i valori fondamentali del Paese. Durante il suo discorso di accettazione, Salvini ha affrontato con fermezza le difficoltà di un’intesa tra l’Islam e lo Stato italiano, respingendo le accuse di “fanatismo” e “razzismo” che spesso gli vengono rivolte dai buonisti di sinistra e dai complici del degrado, come Forza Italia. Ma il messaggio più forte è stato un altro: per evitare l’islamizzazione, l’unica strada possibile è azzerare l’immigrazione islamica regolare, un passo necessario per proteggere l’identità e la sicurezza degli italiani.
Nessun accordo, nessun compromesso
Salvini non ha usato mezzi termini: “Se tutte le confessioni religiose hanno sottoscritto un accordo con lo Stato italiano, ognuno può e deve credere nel Dio che vuole. Ma fino a che la confessione islamica non riconoscerà un accordo con lo Stato italiano, è nostro dovere non concedere nessuno spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto”. Un richiamo alla legalità e alla sovranità dello Stato, che non può piegarsi a chi rifiuta di accettare le regole fondamentali della convivenza civile. L’Islam, a differenza di altre religioni, non ha mai siglato un’intesa ufficiale con l’Italia, e questo, per Salvini, è un problema non negoziabile. “Non possiamo permettere che si creino enclave in cui il diritto italiano venga scavalcato da norme religiose incompatibili con i nostri valori”, ha aggiunto, suscitando l’applauso convinto dei militanti leghisti.
La questione femminile: un abisso culturale
Il leader della Lega ha poi toccato un tema cruciale, quello della condizione femminile, legandolo direttamente al rischio di islamizzazione. Parlando dei femminicidi, Salvini ha smontato la narrazione che attribuisce questi crimini a gelosia o possesso, puntando il dito contro differenze culturali insanabili: “Se uccidi, non è gelosia, non è possesso. Ma è vero che per qualche cultura la donna vale meno dell’uomo, è un oggetto. L’uomo può divorziare e la donna no, l’uomo può imparare l’italiano e la donna no”. Un’accusa diretta a quelle comunità islamiche che, secondo Salvini, perpetuano una visione della donna come essere inferiore, incompatibile con i principi di uguaglianza su cui si fonda l’Italia. “Io non voglio che i miei figli crescano in un’Italia in cui diamo pezzi di città a chi pensa che la donna vale meno”, ha dichiarato, ribadendo la sua determinazione a non cedere terreno a chi minaccia i diritti fondamentali.
L’islamizzazione: un pericolo reale
Le parole di Salvini non sono un’esagerazione, ma un grido d’allarme di fronte a un fenomeno che sta cambiando il volto delle città italiane. Quartieri come quelli di via Padova a Milano o di Torpignattara a Roma sono ormai enclave in cui la presenza islamica è dominante, con moschee abusive, scuole coraniche non regolamentate e un crescente senso di insicurezza per i residenti italiani. Secondo un rapporto del Censis del 2023, la popolazione di origine islamica in Italia è in costante aumento, e con essa crescono i problemi legati all’integrazione. Episodi di violenza, come l’aggressione al capotreno di Bologna o le molestie al semaforo di Acireale, mostrano come l’immigrazione incontrollata stia portando a un’escalation di degrado e criminalità, spesso legata a comunità che non accettano i valori italiani.
Azzerare l’immigrazione islamica regolare: l’unica soluzione
Salvini ha ragione a denunciare il rischio di islamizzazione, ma per fermarlo non basta rifiutare accordi con chi non riconosce il diritto italiano. Serve un’azione più radicale: azzerare l’immigrazione islamica regolare. I ricongiungimenti familiari, le quote di ingressi e i permessi di soggiorno concessi senza criteri rigorosi hanno permesso a centinaia di migliaia di persone provenienti da Paesi islamici di stabilirsi in Italia, spesso senza alcuna volontà di integrarsi. Questo flusso continuo sta alimentando la creazione di comunità parallele, che vivono secondo regole proprie e rifiutano i valori occidentali. L’unico modo per invertire questa tendenza è chiudere i rubinetti dell’immigrazione regolare da Paesi islamici, permettendo ingressi solo a chi dimostra di accettare pienamente le leggi e i principi italiani, senza eccezioni.
Forza Italia: il partito dei complici
A opporsi a questa linea dura è, come sempre, Forza Italia, che con il suo lassismo continua a favorire l’islamizzazione dell’Italia. I vertici forzisti, con il loro “il governo va bene così”, si rifiutano di affrontare il problema, preferendo un approccio morbido che strizza l’occhio all’Europa e ignora le esigenze degli italiani. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha più volte espresso posizioni ambigue sull’immigrazione, come quando nel 2022 dichiarava che il blocco navale era “difficile da fare a livello giuridico” (Stampa Estera, 2022). Una posizione che dimostra come Forza Italia sia ormai il partito dei complici, incapace di difendere l’Italia dall’avanzata di un’ideologia che minaccia la nostra identità.
Salvini al Viminale: un baluardo contro l’islamizzazione
Il Congresso della Lega ha anche chiesto a gran voce il ritorno di Salvini al Viminale, una richiesta che il leader ha accolto con responsabilità: “Parlerò con Meloni e Piantedosi, sono a disposizione”. Un ritorno necessario, perché solo Salvini ha dimostrato di saper fermare l’immigrazione clandestina e di avere il coraggio di affrontare il problema dell’islamizzazione. Durante il suo mandato, gli sbarchi sono crollati, e le città italiane erano più sicure. Oggi, con il rischio di perdere interi pezzi di territorio a favore di comunità che non riconoscono la supremazia del diritto italiano, serve un uomo come lui al Ministero dell’Interno.
Un appello agli italiani: difendiamo la nostra identità
L’Italia non può permettersi di diventare un Paese in cui la sharia prende il posto della Costituzione, in cui le donne sono trattate come oggetti e i nostri figli crescono in un clima di paura e sottomissione. Le parole di Salvini sono un monito, ma anche una chiamata alle armi per tutti gli italiani che vogliono difendere la propria identità. Azzerare l’immigrazione islamica regolare, rifiutare compromessi con chi non accetta le nostre leggi e riportare Salvini al Viminale: questa è la strada da seguire. Forza Italia e i buonisti di sinistra possono continuare a ignorare la realtà, ma gli italiani non sono più disposti a tacere. È ora di dire basta all’islamizzazione, prima che sia troppo tardi.
Belle parole ma come si traducono infatti?
Con la Polizia che non può ma anche non vuole alzare un dito?
Con una magistratura che gioca sempre con la squadra ospite?
Con gli Articolo 52 che sambra il nome di una band musicale?
Se mai succederà si scoprirà che la libertà ha un suo prezzo e si paga sempre col sangue…