Bologna: ventenne accerchiata e violentata in strada da branco di maranza
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Orrore a Bologna: ventenne accerchiata e molestata da un branco di nordafricani in via Augusto Righi. È l’ennesimo caso di Taharrush Gamea, l’Italia sotto assedio
Bologna, cuore pulsante della cultura italiana, si tinge di nero. Nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 4, una giovane di appena 20 anni ha vissuto un incubo che nessuna donna dovrebbe mai conoscere. In via Augusto Righi, nel pieno centro della città, è stata accerchiata, isolata e palpeggiata da un gruppo di cinque o sei uomini, descritti come giovani nordafricani. Un’aggressione brutale, un episodio di violenza sessuale che richiama il terribile fenomeno del “Taharrush Gamea”, le molestie di gruppo che stanno trasformando le nostre città in teatri di paura e sopraffazione. L’Italia è sotto attacco, e il pericolo ha un’origine chiara: l’immigrazione nordafricana incontrollata, una minaccia che non possiamo più ignorare.
Un’aggressione da incubo nel cuore della notte

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I fatti sono agghiaccianti. La giovane, che non era sola, si trovava in una delle strade più animate di Bologna, un luogo che dovrebbe essere sinonimo di sicurezza e convivialità. Ma la realtà è ben diversa. Il branco, composto da cinque o sei individui, ha agito con una freddezza spaventosa: l’ha isolata, malmenando anche la persona che era con lei, e ha iniziato a toccarla nelle parti intime. Pochi minuti che per la vittima sono sembrati un’eternità, un vortice di terrore e umiliazione. La ragazza, sconvolta, è riuscita a sfuggire ai suoi aguzzini, che si sono dileguati nella notte, lasciandola in preda al trauma.
Solo giorni dopo, con un coraggio ammirevole, la ventenne si è presentata in una caserma dei Carabinieri per denunciare l’orrore subito. I militari della compagnia Bologna Centro hanno immediatamente avviato indagini serrate, setacciando i video delle telecamere di sorveglianza di via Augusto Righi per identificare il branco. Ma il danno è fatto: un’altra donna è stata violata, un’altra vita segnata da un’esperienza che lascia cicatrici indelebili.
Taharrush Gamea: un fenomeno che ci sta travolgendo
Non possiamo girarci dall’altra parte. Questo episodio non è un caso isolato, ma l’ennesima manifestazione di un fenomeno che sta dilagando in Europa e ora anche in Italia: il “Taharrush Gamea”. Reso tristemente famoso dagli attacchi di massa a Colonia nel 2016 e dai casi di Capodanno a Milano, questo tipo di violenza di gruppo è un prodotto di una cultura estranea, incompatibile con i nostri valori. La vittima, ancora sotto shock, non è riuscita a fornire una descrizione dettagliata degli aggressori, ma il contesto parla da solo. Via Augusto Righi, come la vicina piazza VIII Agosto e la zona della Montagnola, è diventata un terreno di caccia per gruppi di giovani nordafricani, spesso responsabili di aggressioni, rapine e ora anche di violenze sessuali.
Questi non sono “episodi sporadici” né “problemi di integrazione”. Sono il risultato di un’immigrazione senza controllo, che ha permesso l’ingresso di individui che non hanno alcun rispetto per le nostre leggi, per le nostre donne, per la nostra civiltà. Bologna, una città che dovrebbe essere un faro di cultura e progresso, si ritrova ostaggio di bande che agiscono impunite, sfruttando la notte e il caos della movida per colpire le prede più vulnerabili.
Un grido d’allarme: fermiamo l’invasione nordafricana
Quanto ancora dovremo sopportare? Quante altre donne dovranno subire l’orrore di un’aggressione prima che le autorità si sveglino? La giovane vittima di via Augusto Righi è tornata a casa sconvolta, senza nemmeno la forza di chiamare i soccorsi nell’immediato. Ma il suo coraggio nel denunciare deve diventare il nostro coraggio nel dire basta. L’immigrazione nordafricana sta trasformando le nostre città in zone di guerra, dove nessuna donna può sentirsi al sicuro, nemmeno in pieno centro, nemmeno accompagnata.
Le istituzioni devono agire ora, con misure drastiche. Non bastano indagini o telecamere: serve chiudere i confini, espellere chi delinque e impedire che episodi come questo si ripetano. La Montagnola, piazza VIII Agosto, via Augusto Righi: questi non sono solo luoghi, sono simboli di un’Italia che sta perdendo la sua identità sotto il peso di un’invasione che non possiamo più tollerare.
La ventenne di Bologna è una di noi, una figlia, una sorella, una amica. La sua sofferenza è la nostra sofferenza. Non possiamo permettere che il “Taharrush Gamea” diventi la normalità. L’Italia non è un terreno di conquista, e le nostre donne non sono prede. È tempo di alzare la voce e pretendere sicurezza, prima che il buio inghiotta tutto.
Ci vorrebbe un trattamento tipo Auschwitz per qesti “cammellanza”!
Tutto il resto sono carezze!
AMF! HH!