Indagate chi ha scarcera assassini e non il poliziotto che li arresta
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È un’assurdità che grida vendetta: mentre un immigrato violento, rilasciato dopo un arresto, strangola un uomo a Milano, un poliziotto che ha fatto il suo dovere a Brescia viene messo sotto indagine. Questo è lo stato della giustizia italiana: un sistema che punisce chi ci protegge e lascia liberi i criminali di seminare morte. È ora di smetterla con questa follia e di indagare chi ha permesso a un assassino di tornare in libertà, invece di prendersela con un agente che ha agito con coraggio.
A Brescia, un agente della polizia è intervenuto con tempestività contro un immigrato che, in preda a un raptus, aveva dato in escandescenze e colpito con un pugno la Volante. L’uomo, segnalato come pericoloso e potenzialmente armato, è stato atterrato con un colpo preciso alle caviglie, immobilizzato e ammanettato, in un’azione ripresa da una telecamera di sorveglianza e diventata virale grazie a un post di Matteo Salvini. Ma invece di lodare l’agente per aver neutralizzato una minaccia, la Questura ha avviato “accertamenti” sul suo comportamento e sulla diffusione del video. Una vergogna assoluta: mentre i cittadini chiedono più sicurezza, chi la garantisce viene trattato come un colpevole.
Eppure, il vero scandalo è altrove. A Milano, un 28enne gambiano, Dawda Bandeh, arrestato alle 5:45 del 20 aprile per un tentativo di furto, è stato rilasciato appena due ore dopo con una semplice denuncia a piede libero. Risultato? Alle 8:38, meno di mezz’ora dopo, Bandeh ha fatto irruzione in una villa dell’Arco della Pace, strangolando a morte un domestico di 61 anni. Un uomo onesto, che lavorava per vivere, è morto per colpa di un sistema giudiziario che protegge i delinquenti e abbandona i cittadini. Bandeh, arrivato in Italia nel 2011 come “minore migrante”, aveva già precedenti, eppure nessuno ha ritenuto di trattenerlo. Chi ha firmato il suo rilascio? Chi ha permesso che un criminale tornasse in libertà per uccidere?
La rabbia dei cittadini è alle stelle, e a ragione. Mentre un agente rischia la carriera per aver fatto il suo lavoro, nessuno sembra voler indagare i veri responsabili: i magistrati e i funzionari che, con le loro decisioni lassiste, hanno le mani sporche di sangue. Basta con gli “accertamenti” su chi difende la nostra sicurezza! Le indagini devono essere fatte su chi libera i vari Bandeh, su chi permette a immigrati violenti di scorrazzare indisturbati, su chi trasforma le nostre città in zone di guerra. Serve una riforma radicale: pene durissime per i delinquenti, rimpatri immediati per i clandestini che commettono reati, e protezione per le forze dell’ordine, non processi farsa. L’Italia non può più tollerare questo scempio: giustizia vera, ora!
Fonti: Notizie tratte da www.ilgiorno.it, www.ilmessaggero.it, www.zazoom.it, www.lavocedelpatriota.it, post su X, 22-23 aprile 2025
Forse questi magistrati non sono dei venduto bensì banali cretini, come se ne vedono tanti in giro e li si riconosce dalle cretinate che fanno, convinti di essere delle vere eccellenze