Imam: «Preghiera in strada finchè non avremo la moschea al centro di Venezia»
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I musulmani esigono una moschea nel centro di Venezia Mestre. Chi si oppone è stato definito “maiale” dall’imam Arif, che poi ha incitato i musulmani a marciare sulla città.
“Mestre sotto assedio: islamici protestano in strada con insulti al sindaco, l’islamizzazione è fuori controllo!”

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Mestre, 25 aprile 2025 – L’islamizzazione di Mestre ha raggiunto un punto di non ritorno: i musulmani bangladesi di via Piave, furiosi per la chiusura della loro moschea abusiva, hanno iniziato oggi alle 12:30 una protesta in strada, partendo dai giardini, con l’intenzione di manifestare e pregare ogni venerdì “fino a quando non verrà proposta una sede alternativa”. “La moschea sarà all’interno della città”, ha dichiarato l’imam e presidente dell’associazione Ittihad, Arif Mahmud, uno slogan che non ammette mediazioni e che rappresenta un chiaro atto di sfida. Ma non è tutto: il portavoce di Ittihad, Abdullah Samrat, ha pubblicato un post su Facebook, condiviso dall’imam, in cui il sindaco Luigi Brugnaro viene accostato a un maiale in giacca e cravatta, con un testo che cita Orwell: “Noi, gente comune guardiamo dal maiale al politico, dal politico al maiale e ancora dal maiale al politico, ma già è impossibile per noi distinguere fra i due”. Samrat ha aggiunto: “Non lasciamoci più ingannare. Non è l’Occidente ad essere marcio in sé: sono marci i suoi vertici. Non è la civiltà a essere corrotta, ma chi la guida da troppo tempo nel buio dell’ipocrisia. La vera rinascita comincia quando la verità torna ad avere più valore del potere. E per questo, oggi più che mai, smascherare l’ipocrisia della classe dominante non è solo un dovere morale: è un atto di resistenza”. Un insulto intollerabile che dimostra l’arroganza di un Islam che vuole sottomettere l’Italia.
Via Piave: un simbolo di conquista islamica
All’inizio di aprile, il Consiglio di Stato ha messo fine al braccio di ferro tra il Comune e Ittihad, dando ragione all’amministrazione: l’ex supermercato all’angolo tra via Piave e via De Amicis deve tornare alla sua destinazione commerciale e non può essere un centro culturale né un luogo di culto. Ma i musulmani non accettano la sentenza: “Un posto perfetto per Namaz dove leggere Namaz senza interruzioni. Ma la destra italiana dirà che qui non si può leggere Namaz”, ha scritto l’imam Arif Mahmud, paragonando le autorità italiane a Hitler e alle “forze terroristiche israeliane”, e aggiungendo: “Se sei un servitore della legge essendo innocente, faranno di questa ingiustizia una legge. Un rapinatore o un attacco terroristico è così terribile! La discriminazione sistematica o la discriminazione legale superano ogni limite del terrorismo. Come ha fatto Hitler. Anche le forze terroristiche israeliane stanno svolgendo il loro dovere, allo stesso modo la polizia italiana prenderà anche i diritti delle minoranze musulmane in nome della tutela della legge. Qual è la strada? Venite marciamo in via Piave e protestiamo contro questa discriminazione”. Parole che incitano alla ribellione e che dimostrano il vero volto dell’Islam politico: non integrazione, ma conquista.
Mestre sotto assedio: l’Islam sfida la legge
I musulmani bangladesi di Mestre non si fermano: pregano in strada, bloccano le vie e insultano gli italiani definiti “maiali”. Minacciano di occupare le strade finché non avranno una moschea al centro della città.
L’immigrazione islamica deve essere azzerata: a partire da quella regolare. Prima che sia troppo tardi. Prima che vogliano una moschea al posto di ogni chiesa italiana.
Fate come in Ungheria: un branco di Verri ti spazza via qualsiasi assembramento di baluba e di teste di stracci…