Trump verso deportazioni in Libia: ce li ritroveremo in Italia?
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Finalmente un leader che non si piega al buonismo e agisce con fermezza contro l’invasione dei clandestini: Donald Trump sta per avviare le deportazioni di migranti irregolari in Libia, un segnale chiaro che dovrebbe far arrossire di vergogna l’Italia, incapace persino di mandare i suoi clandestini in Albania per colpa delle toghe rosse e di un governo che non mantiene le promesse. Secondo quanto riferito da Reuters, l’amministrazione Trump potrebbe iniziare i trasferimenti già questa settimana, utilizzando l’esercito americano per spedire i migranti in un Paese noto per le condizioni estreme dei suoi centri di detenzione. Una mossa drastica, ma necessaria, che dimostra come si possa davvero combattere l’immigrazione irregolare senza cedere ai ricatti dei diritti umani usati come scudo dai clandestini e dai loro complici.
La Libia diventa ora una destinazione chiave per le espulsioni americane. E Trump se ne fotte delle ong, non si ferma qui: dopo aver già deportato venezuelani a El Salvador, in una prigione di massima sicurezza per terroristi, il presidente USA sta lavorando con nazioni che possano accogliere “gli individui più pericolosi”, come dichiarato dal Segretario di Stato Marco Rubio. “Più lontano li mandiamo, meglio è”, ha aggiunto Rubio, dimostrando una lucidità che in Italia ci sogniamo.
Peccato che “più lontano” significa mandarli ad un barcone da noi.
Finora, l’amministrazione Trump ha espulso oltre 152.000 persone, un numero che fa impallidire i risultati del nostro Paese, dove i rimpatri sono un miraggio e i clandestini continuano a spadroneggiare.
E l’Italia? Un disastro totale. Il governo Meloni, che aveva promesso una linea dura contro l’immigrazione, si è rivelato un fallimento. Il piano di trasferire i migranti in centri in Albania è naufragato miseramente: le toghe rosse, sempre pronte a sabotare ogni iniziativa di buon senso, hanno bloccato tutto con cavilli legali, mentre il governo non ha avuto il coraggio di opporsi con decisione. I centri di detenzione albanesi, costati milioni di euro ai contribuenti italiani, restano vuoti, e i clandestini continuano a scorrazzare nelle nostre città, commettendo reati e vivendo a spese nostre. Intanto, in Libia, Trump dimostra che si può fare: accordi con Paesi terzi, trasferimenti rapidi e nessuna pietà per chi viola le leggi. Perché noi non ci riusciamo? Perché manca la volontà politica, schiacciata da un sistema che protegge i delinquenti stranieri e ignora i cittadini italiani.
L’Hotel House di Porto Recanati, un covo di spaccio, prostituzione e omicidi, è l’esempio lampante di questo fallimento. Qui, negli ultimi anni, sono sparite ragazzine come Cameyi Mosammet, trovata morta in un pozzo dopo 8 anni. Tutto sotto gli occhi di un’Italia che non agisce, mentre i teppisti rossi di estrema sinistra difendono i criminali, accusando lo Stato di “repressione”. Se fossimo capaci di seguire l’esempio di Trump, queste vergogne non esisterebbero: i clandestini sarebbero già in Libia o nei loro Paesi d’origine, e le nostre città sarebbero sicure.
Invece noi li andiamo a prendere in Libia con gli aerei perché lo vogliono i cravattari di Sant’Esimio.
Basta con l’ipocrisia dei diritti umani! La Libia, con i suoi centri di detenzione duri ma efficaci, è un modello che l’Italia dovrebbe adottare. Trump ha capito che l’unico modo per fermare l’invasione è colpire duro, senza paura di critiche. L’Italia, invece, si perde in chiacchiere e promesse non mantenute. È ora di agire: deportazioni di massa, anche in Libia, e chiusura dei confini. Se non sappiamo nemmeno mandarli in Albania, che almeno impariamo da chi sa fare sul serio. Riprendiamoci l’Italia, ora!
Sicuramente li ritroveremo in Italia dove volete che vadano questi elementi che non hanno né arte né parte e nessuno stato li vuole. La nostra accoglienza ha già fatto troppi danni, questi costano un capitale all’anno, poi non ci sono soldi per la sanità e le pensioni. Quando capitan trinchetto (al tajani) ha fatto venire dalla Palestina persone per essere curate nei nostri ospedali a nostre spese e poi noi abbiamo problemi per un ricovero o un esame. Il buonismo costa e lo sta pagando la gente normale .
…ma la Melona che è tanto amica di Trump sicuramente farà sì che invece che in Libia siano trasportati a Tonga…sì come no…