Altro che Moretti, Zuppi se eletto Papa avrebbe gridato Allah Akbar
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Zuppi e l’ossessione per il “no frontiere”: un fanatismo che avrebbe portato Allah Akbar in Piazza San Pietro
Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, non perde occasione per confermare la sua pericolosa deriva migrazionista e islamofila. La sua dichiarazione di oggi, 16 maggio 2025, riportata da Repubblica, è un insulto al buon senso e alla nostra civiltà: “Il sovranismo non ha futuro, fa male al Paese. Chi ama la patria butta via le frontiere”. Parole che grondano ipocrisia e tradiscono la missione della Chiesa, riducendola a un’appendice del globalismo più sfrenato. Zuppi, con la sua ossessione per l’Islam e l’immigrazione, avrebbe trasformato il Vaticano in una succursale della Mecca: se fosse stato eletto papa, altro che nascondersi come nel film di Nanni Moretti, avrebbe urlato “Allah Akbar” dalla finestra di Piazza San Pietro, celebrando la sua sottomissione culturale.
Chi ama davvero la patria non “butta via le frontiere”, ma le difende con le unghie e con i denti, perché sono l’unico baluardo contro l’invasione e la perdita di identità. Le frontiere non sono un ostacolo, ma una necessità: senza di esse, l’Italia e l’Europa diventano un colabrodo, pronte a essere travolte da un’immigrazione incontrollata che Zuppi ha sempre favorito, come dimostrano il suo “tortellino halal” del 2019 e il sostegno alle moschee. La sua idea di “patria” è un’astrazione globalista che ignora la realtà: senza confini, non c’è patria, ma solo caos. E il caos, per Zuppi, sembra essere l’obiettivo, come dimostra il suo legame con l’Ong Mediterranea Saving Humans di Luca Casarini, che ha riempito l’Italia di clandestini con i fondi della Caritas.
La battuta di Zuppi sul film Habemus Papam – “Se fossi stato io il papa, mi sarei nascosto” – è patetica, ma nasconde una verità: il Conclave ha fatto bene a scartarlo. Se fosse salito al soglio pontificio, non si sarebbe nascosto, ma avrebbe aperto le porte all’Islam, magari sventolando una bandiera con la mezzaluna e gridando “Allah Akbar” davanti a una Piazza San Pietro trasformata in moschea. La sua ossessione per il dialogo interreligioso, che in realtà è una sottomissione, lo ha reso una figura incompatibile con il ruolo di guida della Chiesa. Il “tortellino halal”, le visite a moschee abusive e le sue parole di oggi confermano che Zuppi non è un pastore, ma un pericolo per la fede cattolica.
Papa Leone XIV, eletto il 15 maggio 2025, ha ora un compito urgente: rimuovere Zuppi dalla presidenza della CEI. Non possiamo tollerare che un uomo con queste idee resti a capo dei vescovi italiani, continuando a spingere per un’agenda che minaccia la nostra identità. La Chiesa ha bisogno di leader che difendano la nostra civiltà, non che la svendano. Zuppi deve andarsene: è l’unico modo per garantire che l’Italia resti cristiana e non diventi una terra di conquista per l’Islam.
voglio commentare::::: la meloni ha detto che non mandera’ le truppe italiane a kievvvvvvvvvvvvvvvvv
vai mister vox, fa l ‘articolo
in fondo il cardinale Minestroni detto anche il Gargamella “de noantri” è (nel suo micromondo, nella sua microtesta) un po’ come Hitler…ci dice esattamente il contrario di ciò che è giusto, quindi va ascoltato e poi si fa l’opposto…dobbiamo essergli grati delle sua rabbuianti osservazioni…W il tortellino islamico con i quale si possono fare robusti ponti…commestibili…!