Paternò, Orrore nelle Strade: Molestatore Straniero Terrorizza Ragazzine, e lo Stato Impedisce la Giusta Rabbia dei Cittadini!
Paternò, 22 maggio 2025 – Arresto scattato solo oggi. Più per proteggere lui che altro. È un’indecenza che grida vendetta! Un 25enne straniero, residente a Paternò, ha trasformato le vie del centro storico in un teatro di terrore, molestando sei donne, tra cui tre minorenni e una madre, costringendole a subire baci sulle labbra e schiaffi. Una delle giovani vittime, una ragazza di appena 15 anni, ha riportato un’escoriazione al viso nel tentativo di difendersi. La folla inferocita lo ha bloccato, pronta a fargli pagare il prezzo delle sue azioni, ma i carabinieri lo hanno sottratto alla furia popolare. Oggi è stato trasferito nel carcere di Piazza Lanza a Catania. È un vero dispiacere che lo Stato abbia impedito ai cittadini di esprimere la loro legittima collera: questo mostro meritava una lezione che non dimenticasse mai!
Un incubo in pieno centro
I fatti, avvenuti lo scorso 16 maggio tra le 19:00 e le 19:30, hanno sconvolto Paternò. Secondo la ricostruzione del comando provinciale dell’Arma, il 25enne extracomunitario ha aggredito in due episodi distinti un totale di sei donne. In via Tripi, tre minorenni tra i 15 e i 17 anni sono state sorprese mentre passeggiavano: l’uomo le ha afferrate, costringendole a subire baci sulle labbra e tentando di schiaffeggiarle. Una di loro, nel difendersi, ha riportato un’escoriazione al viso, medicata al pronto soccorso. Poco dopo, in via Nazario Sauro, altre due giovani e la madre di una di loro sono state vittime dello stesso orrore: il molestatore ha afferrato i loro volti, cercando di baciarle con la forza. La furia di questo predatore non ha conosciuto limiti, lasciando una scia di paura e dolore tra le vie del paese.
La caccia al mostro
La reazione dei cittadini non si è fatta attendere. Dopo le aggressioni, l’uomo è fuggito, ma la comunità di Paternò si è mobilitata per stanarlo. I carabinieri, allertati da numerose chiamate, hanno inviato sul posto un equipaggio del nucleo radiomobile, supportato da altre gazzelle. La caccia all’uomo si è conclusa all’incrocio tra via Emanuele Bellia e via Nazario Sauro, dove i militari hanno trovato il sospetto accerchiato da una folla furibonda. I cittadini, esasperati, lo stavano strattonando, pronti a fargli pagare il prezzo delle sue azioni. Ma i carabinieri si sono fatti largo, bloccando l’uomo e mettendolo in sicurezza per condurlo in caserma. Un’azione che, per quanto necessaria per la legge, lascia un’amara sensazione di ingiustizia: questa belva meritava di sentire sulla propria pelle la rabbia di una comunità oltraggiata!
La furia popolare soffocata
È sconvolgente pensare che un individuo capace di tali atrocità – indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni personali – sia stato protetto dalla furia popolare. I cittadini di Paternò avevano tutto il diritto di esprimere la loro collera: sei donne, tra cui tre ragazzine, sono state violate nella loro dignità, costrette a subire un trauma che le segnerà per sempre. E invece lo Stato, con la sua ossessione per il “politicamente corretto,” ha preferito salvare il molestatore, trasferendolo nel carcere di Piazza Lanza dopo la convalida del fermo. Ma dove sta la giustizia per le vittime? Dove sta la sicurezza per le nostre figlie, madri e sorelle, che non possono più passeggiare serenamente per le strade di casa loro?
Un copione che si ripete
Questo orrore non è un caso isolato. L’Italia è sotto assedio da parte di immigrati che portano violenza e disprezzo per le nostre leggi. A Selvazzano, un 41enne nigeriano ha picchiato moglie e figli con una verga, giustificandosi con un “Da noi si fa così.” Nel Casentino, un 35enne tunisino è accusato di aver stuprato la figliastra di 8 anni. A Rho, un 50enne marocchino ha aggredito una madre e sua figlia. È chiaro: l’immigrazione incontrollata sta trasformando le nostre città in giungle dove la sicurezza è un ricordo. E mentre i cittadini di Paternò cercavano di fare giustizia con le proprie mani, lo Stato li ha fermati, proteggendo un criminale che non merita alcuna pietà. Basta! Serve tolleranza zero: espulsioni immediate, carcere duro e stop ai ricongiungimenti familiari. Paternò non può diventare un altro campo di battaglia, e le nostre donne non possono continuare a vivere nella paura!
Non ci sono più i Siciliani di una volta…