Il Premio Carlo Magno 2025 a Ursula von der Leyen: un insulto alla sovranità nazionale
Il Premio Carlo Magno 2025, assegnato a Ursula von der Leyen, è l’ennesima celebrazione di un europeismo elitario e anti-nazionale che calpesta le identità e le volontà dei popoli europei. Questo riconoscimento, conferito dalla città di Aquisgrana a chi si distingue per l’integrazione europea, si è trasformato in un trofeo per chi promuove un’Europa centralizzata, lontana dai cittadini e ostile alle sovranità nazionali. La scelta di von der Leyen, presidente della Commissione Europea, è un affronto a chi crede in nazioni libere e indipendenti, premiando una figura che incarna politiche divisive e autoritarie.
Von der Leyen è lodata per la sua gestione della pandemia e della guerra in Ucraina, ma il suo operato racconta un’altra storia: accordi opachi su vaccini, censure digitali, imposizioni del Green Deal che strangolano economie locali, e un’ossessione per l’uniformità che ignora le diversità culturali. Il suo discorso di accettazione, con richiami a un’“Europa indipendente” che plasma un “nuovo ordine globale”, rivela un’arroganza tecnocratica che schiaccia le voci dissidenti e i valori nazionali. Questo premio non celebra l’unità, ma un’ideologia globalista che premia chi si piega al progetto di un super-stato europeo.
Vincitori recenti del Premio Carlo Magno: un elenco di europeismo anti-nazionale
- 2025: Ursula von der Leyen, per la sua visione di un’Europa centralizzata e globalista.
- 2024: Pinchas Goldschmidt e comunità ebraiche, un riconoscimento simbolico ma lontano dai bisogni concreti dei popoli europei.
- 2023: Volodymyr Zelenskyy e il popolo ucraino, premiati per ragioni geopolitiche più che per l’integrazione europea.
- 2022: Sviatlana Tsikhanouskaya, Veranika Tsapkala e Maria Kalesnikava, scelte per il loro ruolo anti-russo, non per l’Europa.
- 2021: Klaus Iohannis, presidente romeno, per il suo allineamento alle politiche Bruxelles-centriche.
- 2019: António Guterres, segretario ONU, simbolo di un globalismo che trascende i confini nazionali.
- 2018: Emmanuel Macron, campione dell’europeismo elitario e anti-sovranista.
- 2016: Papa Francesco, per un messaggio universalista che diluisce le identità nazionali.
Questo elenco dimostra come il Premio Carlo Magno sia diventato uno strumento per glorificare figure che promuovono un’Europa omogeneizzata, sorda alle aspirazioni dei popoli. La scelta di von der Leyen è un monito: l’europeismo di Aquisgrana non rappresenta i cittadini, ma un establishment che disprezza le nazioni e le loro storie. È ora di dire basta a questa farsa anti-nazionale.
Che bei nomi in quell’elenco: il più pulito ha la rogna…