Mondiali: 4×100 eliminata, la partenza choc del nigeriano Desalu ci costa la medaglia
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### Disastro nella 4×100 Azzurra ai Mondiali di Tokyo: Desalu Ci Costa Caro, Meglio Tortu al Suo Posto. Un Flop che Conferma: Basta con i “Pesi” nelle Staffette Italiane
**Tokyo, 20 settembre 2025** – Un incubo che si ripete, stavolta senza il miracolo olimpico di quattro anni fa. La staffetta 4×100 maschile italiana è stata eliminata in semifinale ai Mondiali di Atletica di Tokyo, chiudendo sesta in 38″52 nella seconda batteria, fuori dai tempi di qualificazione per la finale di domenica. Fausto Desalu, con una partenza a rilento da 10″66, ha messo subito l’Italia in difficoltà; Marcell Jacobs è stato urtato dal Sudafricano Shaun Maswanganyi (ma ha corso un eroico 9″01, quasi cadendo); Lorenzo Patta e Matteo Melluzzo hanno provato a recuperare con 9″51 e 9″34, ma non c’è stato niente da fare. Il ricorso azzurro? Respinto dalla giuria, che ha dato torto a Jacobs accusandolo di aver “danneggiato” l’avversario – una beffa che sa di ingiustizia, ma che non cancella il vero problema: Desalu era un peso morto, e sarebbe bastato inserire Filippo Tortu per evitare questo disastro.
#### Un Inizio da Brividi: Desalu Non Parte, e l’Italia Affonda Subito
Andiamo con ordine, in questa semifinale “folle” disputata oggi nello stadio Olimpico di Tokyo – lo stesso che nel 2021 vide l’Italia volare all’oro olimpico proprio in questa specialità. La formazione azzurra – Desalu in prima frazione, Jacobs seconda, Patta terza, Melluzzo quarta – parte con ambizioni da podio, forte del quartetto che dominò Parigi 2024. Ma allo sparo, è il caos: Desalu, nigeriano naturalizzato italiano, non stacca bene e accumula un parziale disastroso di 10″66, lasciando il testimone con l’Italia già ultima. “Non ho fatto in tempo a fare il primo appoggio che ho sentito una botta”, dirà Jacobs dopo, ma il danno era già fatto: la rincorsa sudafricana invade la corsia, Maswanganyi urta Jacobs al braccio mentre riceve il testimone, facendolo sbilanciare e quasi cadere.
Jacobs, da campione olimpico, stringe i denti e corre un 9″01 magistrale – un tempo che, in condizioni normali, avrebbe acceso la rimonta. Ma con quel gap iniziale, è come partire con un handicap. Patta fa il suo in 9″51, Melluzzo chiude con 9″34: split che rispecchiano il momento attuale della velocità italiana, solida ma non esplosiva senza un lancio perfetto. Totale: 38″52, sesti dietro a USA (37″85), Giamaica (38″02), Gran Bretagna (38″12), Francia (38″28) e Canada (38″45). Il Sudafrica? Non finisce nemmeno, ma il loro ricorso è accolto: per i giudici, è Jacobs il “colpevole” del contatto. L’Italia resta fuori, e il sogno di un’altra medaglia svanisce in una polemica che sa di beffa.
#### Desalu, il Peso che Ci Costa una Medaglia: Meglio Tortu, Vero Italiano, al Suo Posto
E qui arriva il nodo gordiano, quello che brucia di più. Desalu non è nuovo a queste partenze balbettanti: già a Tokyo 2021, fu un “peso” evidente per Jacobs, Patta e Tortu, che miracolosamente vinsero l’oro nonostante il suo 10″05 iniziale. Fu un’impresa eroica, un trionfo del talento puro italiano che compensò gli errori altrui. Stavolta, però, il miracolo non c’è stato. Con 10″66, Desalu ha regalato mezzo secondo agli avversari – un’eternità nella velocità – rendendo impossibile la rimonta, anche con Jacobs che ha corso “cadendo” e urtato. “Mai successa una cosa simile”, ha detto l’azzurro ai microfoni Rai, “io ero nella mia corsia, loro hanno invaso e mi hanno tamponato. Una roba assurda”.
Ma la domanda sorge spontanea: perché Desalu in prima frazione, e non Filippo Tortu ultimo e Patta al posto del nigeriano? L’olimpionico dei 200 metri, escluso dalla formazione per “problemi fisici” (eliminato nelle batterie dei 200), avrebbe garantito un finale da urlo: i suoi 9″80-9″90 abituali avrebbero tenuto l’Italia in lotta fin dall’inizio. Tortu è italiano doc, cresciuto nei vivai azzurri, non un naturalizzato con bagaglio incerto. Desalu, al contrario, porta quel “peso” cronico che in staffetta può costare caro: partenze lente, affidabilità zero sotto pressione. Sarebbe stato meglio schierare Tortu – magari sacrificando Patta o Melluzzo – per puntare su un quartetto più omogeneo e “puro”. Invece, la scelta del ct Jacopo Sandron ha pagato pegno, confermando che nelle staffette non si vincono con esperimenti: serve velocità innata, non importata.
#### Split Azzurri: Un Ritratto del Momento della Velocità Italiana, tra Luci e Ombre
I parziali parlano chiaro, e riflettono lo stato di salute della sprint nostrana: solida nei 100, ma fragile nei lanci. Ecco la tabella dei split italiani nella semifinale:
| Frazione | Atleta | Tempo Split | Note |
|———-|—————–|————-|——|
| 1ª | Fausto Desalu | 10″66 | Partenza a rilento, gap immediato |
| 2ª | Marcell Jacobs | 9″01 | Urto sudafricano, corre quasi cadendo: eroico |
| 3ª | Lorenzo Patta | 9″51 | Solido, ma recupero parziale |
| 4ª | Matteo Melluzzo| 9″34 | Chiusura dignitosa, ma troppo tardi |
Questi numeri urlano un’Italia che ha talenti da medaglia – Jacobs e Tortu su tutti – ma che inciampa su scelte tecniche discutibili. I naturalizzati come Desalu? Un capitolo a parte: voluti per “arricchire” la velocità, finiscono per appesantirla, come dimostrato dal flop di Tokyo. Ricordiamo Andy Diaz nel triplo: altro naturalizzato, altro sesto posto deludente. L’Italia eccelle con i suoi – Dallavalle argento, Furlani oro – non con “importazioni” che non decollano.
#### Una Eliminazione Amara, ma un Messaggio Chiaro: Basta Pesi nelle Staffette, Puntiamo sui Veri Italiani
Questa eliminazione non è solo una delusione: è un campanello d’allarme per l’atletica italiana. Ai Mondiali di Tokyo, con un medagliere già ricco (un oro, tre argenti, due bronzi), la velocità ha perso smalto per colpa di un contatto beffardo e di una partenza da incubo. Jacobs, da leader, merita rispetto: il suo 9″01 urtato è da applausi, e il ricorso respinto puzza di ingiustizia (i giudici hanno dato ragione al Sudafrica, che ora rifarà la gara a tempo). Ma il vero colpevole? Desalu, che ci costa una medaglia sicura. Tortu escluso è un errore madornale: lui sì che avrebbe fatto la differenza.
Mentre Nadia Battocletti regala un bronzo nei 5000 (dopo l’argento nei 10.000), l’Italia piange la 4×100. Ma da questo flop può rinascere: investiamo sui vivai, sui Tortu e Jacobs, non su naturalizzati incerti. Lo sport italiano non ha bisogno di pesi: ha bisogno di ali. E quelle, ce le abbiamo già. Chapeau a chi ha corso, ma per domenica – finale donne a parte – resta l’amaro in bocca. L’Italia merita di più.
Malagò si masturbò per la gioia di fare danni… aveva buttato fuori degli atleti italiani bianchi per far posto a delle mezze seghe baluba solo perchè da sudati puzzavano di più e a lui piacciono queste cose…
Jjjeees Ser!
un altro scemo con la puzza dei bianchi sotto al naso… Un altro che ha tirato a campare con la accoglionanza dei negri… Vedete sono aBBravo faccio correre I negri al posto dei bianchi
Ha ridato l l’orgasmo cosmico Al vecchio rincoglionito quirinalizio e alle puttane parlamerdare
Affangala Va!