Bologna, all’anagrafe si parla arabo: italiani si devono integrare

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By V settembre 26, 2025 11:01

Bologna, all’anagrafe si parla arabo: italiani si devono integrare

# Allarme a Bologna: l’anagrafe si arrende all’islamizzazione! Urdu e arabo imposti, gli italiani costretti alla sottomissione culturale

**Bologna, 26 settembre 2025** – È l’ennesimo schiaffo all’identità italiana, un passo verso la totale capitolazione di fronte all’onda migratoria che travolge le nostre città. Dal 3 ottobre 2025, l’ufficio anagrafico del Liber Paradisus – uno dei presidi comunali più frequentati – diventerà un avamposto multilingue dedicato a urdu e arabo, lingue simbolo di comunità straniere che non mostrano il minimo interesse a integrarsi nel nostro tessuto sociale. Non si tratta di un semplice “aiuto linguistico”, come ipocritamente lo definiscono i paladini del multiculturalismo al Comune di Bologna, ma di una vera e propria sottomissione: gli italiani devono adattarsi, mentre gli immigrati pretendono che l’Italia si pieghi ai loro idiomi.

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Immaginate la scena: ogni lunedì dalle 14 alle 16, una mediatrice in urdu – lingua parlata principalmente in Pakistan e tra comunità musulmane – affiancherà gli operatori comunali per “facilitare” le pratiche anagrafiche. Ogni venerdì, dalle 14 alle 17, toccherà all’arabo, la lingua del Corano e di culture che spesso rifiutano i valori occidentali. E tutto questo in un ufficio già saturo, scelto proprio per l'”elevato afflusso di stranieri”, come ammette l’assessora ai Servizi demografici Roberta Li Calzi. “I servizi anagrafici riguardano tutte e tutti, italiane e stranieri”, tuona lei, come se l’uguaglianza significasse cancellare la nostra lingua madre per far spazio a quelle importate. Ma dove sono i corsi obbligatori di italiano per questi “nuovi arrivati”? Dove l’esigenza di preservare la nostra cultura, invece di diluirla in un babelico esperimento che puzza di resa?

La reazione sui social è un urlo di indignazione che riecheggia il malcontento di un popolo stanco di subire. La scrittrice Francesca Totolo, collaboratrice de *Il Primato Nazionale*, ha sintetizzato il dramma con un post che sta facendo il giro del web: “Integrazione? No, sottomissione.” Accompagnato proprio dalla foto dell’articolo di *Bologna Today*, il tweet ha già raccolto centinaia di like e condivisioni, diventando il simbolo di una rivolta popolare contro questa follia. E non è sola: nei commenti, esplode la rabbia. “Tutto per distribuire lavori alle coop piddine e alle laureate in scienze delle merendine”, ironizza un utente, puntando il dito sulle lobby che lucrano sull’immigrazione. Un altro, Loriano Ragni, denuncia: “Gli arabi che incontro parlano sempre in arabo e mai in italiano. Gli interessa solo i soldi che gli diamo!” E Max Ferrari si chiede, con amara logica: “E perché solo per le comunità musulmane? Cinesi e indiani sono discriminati?”

Questo sportello “sperimentale” – che durerà fino al 31 dicembre 2025, ma con l’ambizione di diventare permanente e ampliarsi ad altre lingue – non è che l’ultimo anello di una catena che strangola l’Italia. Prenotare un appuntamento? Facilissimo per loro: una email a *[email protected]* o una chiamata al 051 2196701, e voilà, il Comune si piega. Intanto, gli italiani in coda per le loro pratiche devono sorbirsi attese infinite, mentre la burocrazia si complica per accontentare chi arriva e pretende, senza mai dare nulla in cambio.

Bologna, la dotta, la rossa, sta diventando al-Bologna: una città dove l’italiano è opzionale, e la sharia culturale avanza a passi felpati. È ora di dire basta! Questa non è inclusione, è invasione. Chiediamo il ritiro immediato di questo progetto assurdo, corsi di italiano obbligatori per tutti gli immigrati e una difesa ferrea della nostra lingua e delle nostre tradizioni. Altrimenti, la sottomissione diventerà irreversibile. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi!

Bologna, all’anagrafe si parla arabo: italiani si devono integrare ultima modifica: 2025-09-26T11:01:27+00:00 da V
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By V settembre 26, 2025 11:01
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell settembre 26, 11:39

    Primo errore: il traduttore che parla due lingue è diventato “Mediatore culturale”.
    Non si media un cazzo: ti traduciamo le cose dall’Italiano alla tua lingua da baluba e ti adegui, se invece non ti va bene te vai affanculo 👿
    Secondo errore: a Bologna ci sono troppi rossi che creano problemi con i loro ragionamenti del cazzo.
    Sono loro da espellere, se vogliono giocare a fare i comunisti che vadano a dare via il culo ai baluba in casa loro. 😁

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