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**La crociata della buonista: Claire Lelièvre e la sua casa-rifugio per “pepite”**

Claire Lelièvre, la novella Madre Teresa di Nantes, che apre le porte di casa a giovani migranti maschi, perché, poverina, non sopporta di vederli dormire davanti alla stazione mentre parcheggia la sua bici. “Ho delle pepite in casa”, dice, con quel tono eccitato che farebbe invidia a un film a luci rosse. Ma davvero, Claire? Pensi che invitare sconosciuti, senza documenti né passato verificabile, a condividere il tuo tetto sia la soluzione al dramma migratorio? Che coraggio, o forse che incoscienza.

Mentre lavora per l’Agence française de développement, finanziando progetti eco-chic nei paesi del Sud, Claire decide di giocare alla samaritana, trasformando la sua villetta in un ostello fai-da-te. Nessun controllo, nessuna struttura professionale, solo tanto cuore e una dose colossale di ingenuità. Perché, si sa, ogni giovane maschio che dorme per strada è automaticamente una “pepita”, no? Nessun rischio, nessuna possibilità che tra questi “angeli” ci sia qualcuno con intenzioni meno poetiche.

Questo buonismo d’accatto non è solidarietà, è un capriccio da salotto che mette a repentaglio la sicurezza di tutti: la sua, della sua famiglia, del vicinato. Invece di affrontare la complessità dell’immigrazione con soluzioni serie, Claire preferisce il brivido dell’autoproclamata eroina. E mentre lei si pavoneggia, la società reale deve fare i conti con le conseguenze di queste follie idealiste. Brava, Claire, continua a collezionare “pepite”. Speriamo solo che il tuo sogno non diventi l’incubo di qualcun altro.