Capotreno e macchinista picchiati a sangue dai maranza

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By V ottobre 15, 2025 15:35

Capotreno e macchinista picchiati a sangue dai maranza

L’aggressione improvvisa e il pestaggio selvaggio, poi l’intervento dei carabinieri. Tre minorenni, tutti residenti a Limbiate, sono stati denunciati per violenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Ma dietro questa notizia, che sembra una cronaca come tante altre, si nasconde una verità ineludibile: l’integrazione è impossibile. Questi ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, non saranno mai italiani. Non lo sono nel cuore, non lo sono nell’anima, e non lo sono nei fatti.

Ci sarebbero loro dietro l’aggressione a un macchinista e a un capotreno di Trenord, avvenuta a Bovisio Masciago (MB) nella notte tra il 6 e il 7 ottobre. Tre ragazzi, tutti minorenni, che hanno deciso di sfogare la loro frustrazione e violenza su due lavoratori che stavano semplicemente facendo il loro dovere. Un’aggressione brutale, a suon di calci e pugni, che ha lasciato il macchinista con una prognosi di 20 giorni. Ventiquattro ore di ospedale, dolori, traumi, e una vita che per lui non sarà più la stessa. E tutto questo per cosa? Per il capriccio di tre ragazzi che, invece di essere educati al rispetto e alla convivenza civile, sono stati lasciati liberi di crescere nel disprezzo delle regole e delle persone.

Ma non illudiamoci: non è un caso isolato. Non è un episodio sporadico. È la punta di un iceberg che sta affondando la nostra società. Questi ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, dovrebbero essere il simbolo dell’integrazione riuscita, del melting pot che tanto ci viene decantato. Invece, sono il simbolo del fallimento di un sistema che ha chiuso gli occhi di fronte a una realtà scomoda. Un sistema che ha preferito ignorare i segnali di allarme, che ha continuato a ripetere che “tutto va bene” mentre la violenza dilagava.

L’aggressione è iniziata quando il treno, in servizio sulla tratta Milano-Seveso, si era fermato nella stazione di Bovisio Masciago per verificare l’attivazione del sistema di sicurezza delle porte. All’improvviso, stando a quanto ricostruito, i due dipendenti Trenord sono stati aggrediti da un gruppo di ragazzini. Un’aggressione premeditata, organizzata, che denota non solo una mancanza di rispetto per l’autorità, ma anche una totale assenza di empatia verso il prossimo. Questi ragazzi non hanno esitato a colpire, a ferire, a umiliare due persone che non avevano fatto nulla di male. E lo hanno fatto con una ferocia che lascia sgomenti.

Ma la domanda che ci dobbiamo porre è: come siamo arrivati a questo punto? Come è possibile che ragazzi nati e cresciuti in Italia, che dovrebbero sentirsi parte di questa nazione, si comportino come se vivessero in un territorio di conquista? La risposta è semplice, ma dolorosa: perché l’integrazione è impossibile. Perché queste persone, nonostante siano nate e cresciute qui, non saranno mai italiani. Non lo saranno mai, perché non lo vogliono essere. Non lo saranno mai, perché non glielo permettiamo. Non lo saranno mai, perché il loro background culturale, le loro tradizioni, i loro valori sono incompatibili con i nostri.

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I carabinieri della compagnia di Desio, intervenuti sul posto per gli accertamenti, hanno bloccato i tre minorenni: due sono stati fermati non lontano dalla stazione, il terzo a bordo del treno. Alcuni di loro avevano tracce di sangue sui vestiti. Tutti e tre sono stati accompagnati in caserma e denunciati in stato di libertà. Successivamente sono stati affidati ai genitori. Ma affidarli ai genitori è davvero la soluzione? Quali valori hanno trasmesso loro questi genitori? Quale esempio hanno dato? O forse, come spesso accade, anche i genitori di questi ragazzi sono parte del problema, incapaci di inculcare il rispetto per la legge e per gli altri?

E non dimentichiamoci che i militari hanno fatto sapere che sono in corso “ulteriori accertamenti per verificare eventuali responsabilità da parte di altri soggetti”. Questo significa che potrebbe esserci un intero gruppo di ragazzi, un’intera rete di violenza, che agisce impunemente. E mentre noi ci indigniamo, mentre scriviamo articoli, mentre commentiamo sui social, loro continuano a vivere le loro vite, protetti da una giustizia che sembra sempre più impotente di fronte a questi episodi.

È ora di smettere di girarci attorno. È ora di chiamare le cose con il loro nome. L’integrazione è impossibile. Questi ragazzi, questi figli di immigrati, non saranno mai italiani. Non lo sono nel cuore, non lo sono nell’anima, e non lo sono nei fatti. È tempo di agire, di prendere provvedimenti seri, di ristabilire l’ordine. Perché se non lo faremo, saremo destinati a subire altre aggressioni, altri pestaggi, altre violenze. E non potremo più dire di non essere stati avvertiti.

Capotreno e macchinista picchiati a sangue dai maranza ultima modifica: 2025-10-15T15:35:18+00:00 da V
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By V ottobre 15, 2025 15:35
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell ottobre 15, 17:39

    Per queste cose però i bastardi non scendono in piazza nè si inginocchiano i Parlamento…

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  2. WLMHH8 ottobre 15, 17:56

    merda minorenne o minorata sempre merda maranza rimane!
    Spazzatura per gli inceneritori!

    H.H.!

    Reply to this comment
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