Un’altra bambina violentata da un immigrato in una piscina comunale

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By V ottobre 17, 2025 12:43

Un’altra bambina violentata da un immigrato in una piscina comunale

Loro vogliono le piscine divise per sesso perché sanno di essere predatori sessuali.

**Ferrara, Violenza Sessuale su una Bimba di 11 Anni: Un Altro Scandalo che Non Possiamo Ignorare**

Ferrara, una città che dovrebbe essere sinonimo di cultura, storia e civiltà, si trova oggi a fare i conti con un episodio di una gravità inaudita. Un 31enne di nazionalità pakistana è stato indagato per violenza sessuale aggravata, con l’accusa di aver palpeggiato una bambina di 11 anni all’interno di una piscina comunale. Questo fatto, avvenuto lo scorso 8 giugno, non è solo un crimine abominevole, ma un chiaro segnale di come la nostra società stia perdendo il controllo, permettendo che individui come questo continuino a rappresentare una minaccia per la nostra comunità.

Secondo le indagini della Procura di Ferrara, l’uomo avrebbe avvicinato la bambina da dietro mentre era appoggiata a bordo vasca, toccandole le cosce in un atto di violenza sessuale. Un gesto che non solo viola ogni norma di decenza, ma che getta una luce inquietante sull’ambiente che stiamo creando, un ambiente in cui persino le piscine comunali, luoghi di svago e innocenza, diventano scenari di predazione. Come è possibile che un uomo di 31 anni, presumibilmente adulto e responsabile, si permetta di compiere un atto del genere su una bambina di 11 anni? La risposta è semplice: perché sa che può farla franca, perché sa che il sistema lo proteggerà, perché sa che la nostra società è troppo debole per reagire con la fermezza necessaria.

Questo non è un caso isolato. Episodi come questo si ripetono con una frequenza allarmante in tutta Italia, e ogni volta ci troviamo di fronte alla stessa domanda: quanto ancora dobbiamo tollerare? Quanto ancora dobbiamo aspettare prima di agire? La violenza sessuale, soprattutto quando perpetrata su minorenni, non è un crimine di poco conto. È un atto di barbarie, un attacco diretto alla nostra civiltà, ai nostri valori, alla nostra capacità di proteggere i più vulnerabili. E yet, invece di rispondere con la durezza che merita, ci troviamo a discutere di indagini, di processi, di “presunzione di innocenza”. Ma dove sono finite la giustizia e la protezione per le vittime?

La rabbia che proviamo non è solo per l’atto in sé, ma per il contesto che lo ha permesso. Un immigrato, un uomo di nazionalità pakistana, che commette un crimine del genere in Italia, nel nostro Paese, utilizzando le nostre strutture pubbliche. Questo non è un problema di integrazione, è un problema di sicurezza nazionale. Non possiamo più permetterci di accogliere individui che non rispettano le nostre leggi, i nostri valori, la nostra cultura. Non possiamo più tollerare che la nostra terra diventi un rifugio per predatori sessuali, per criminali, per chi minaccia la nostra comunità.

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La Procura di Ferrara ha conferito l’incarico a uno psicologo per valutare la capacità testimoniale della bambina. Un passo necessario, certo, ma insufficiente. Non basta indagare, non basta processare. Dobbiamo agire con decisione, espellendo chi commette crimini di questa natura, impedendo che altri come lui entrino nel nostro Paese. La nostra priorità deve essere la protezione delle nostre bambine, dei nostri bambini, delle nostre famiglie. Non possiamo più sacrificare la loro sicurezza sull’altare di una politica migratoria miope e irresponsabile.

Questo episodio deve essere un punto di svolta. Non possiamo più voltarci dall’altra parte, non possiamo più accettare che la nostra società venga distrutta dall’interno. Chiediamo giustizia per la bambina di 11 anni, ma chiediamo anche un cambio di rotta radicale. Chiediamo che l’Italia smetta di essere un paradiso per criminali, che smetta di essere un luogo in cui i predatori sessuali possono agire impunemente. Chiediamo che la nostra nazione ritrovi la forza di difendere se stessa, di proteggere i suoi cittadini, di garantire un futuro sicuro per le generazioni future.

La rabbia che proviamo oggi non deve essere vana. Deve tradursi in azione, in una reazione feroce e decisa contro chi minaccia la nostra civiltà. Ferrara, l’Italia intera, non può più permettersi di essere complice di simili atrocità. È tempo di dire basta, è tempo di agire. Per la nostra sicurezza, per la nostra dignità, per il nostro futuro.

Un’altra bambina violentata da un immigrato in una piscina comunale ultima modifica: 2025-10-17T12:43:42+00:00 da V
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By V ottobre 17, 2025 12:43
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell ottobre 17, 12:51

    Lo ripeterò in eterno: castrate i baluba perchè solo così lavoreranno senza perdersi dietro alle loro fantasie sulla fica bianca, sono qui per lavorare, non per trombare… 😈

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  2. Kurly ottobre 17, 14:20

    Non ci son più i genitori di una volta? Questo baluba lo si rinsavisce con un sano pestaggio da frantumarlo….💪👊😵🤕

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