Rubati gioielli Napoleone al Louvre, è tempo di riportare a casa la Gioconda come nel 1911

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By V ottobre 19, 2025 12:15

Rubati gioielli Napoleone al Louvre, è tempo di riportare a casa la Gioconda come nel 1911

Napoleone italiano. La Gioconda italiana. Perfino Platini è italiano.

**Il furto dei gioielli di Napoleone al Louvre e l’eco del gesto di Peruggia: quando l’arte diventa simbolo di patria**

*Parigi, 19 ottobre 2025* – Un nuovo colpo audace ha scosso il Louvre: i gioielli di Napoleone, pezzi di inestimabile valore storico e artistico, sono stati trafugati oggi in un’azione che richiama alla mente uno dei furti più celebri della storia, quello della *Gioconda* nel 1911. Un episodio che, oltre un secolo fa, trasformò un dipinto in leggenda e consacrò il suo autore, Vincenzo Peruggia, come un improbabile eroe patriottico. Il furto odierno, ancora avvolto nel mistero, sembra rievocare quel gesto futurista e nazionalista, quando un decoratore italiano decise di “riportare a casa” il capolavoro di Leonardo da Vinci, convinto che appartenesse all’Italia.

### Il furto della Gioconda: un gesto patriottico

Era il 22 agosto 1911 quando il mondo dell’arte fu sconvolto dalla notizia: la *Gioconda*, il ritratto enigmatico di Leonardo da Vinci, era scomparsa dal Louvre. La parete della Sala Carré, dove l’opera era esposta, mostrava solo un rettangolo vuoto. A orchestrare il colpo non fu un genio del crimine, ma Vincenzo Peruggia, un decoratore italiano nato a Dumenza, in provincia di Varese, nel 1881. Emigrato a Parigi in cerca di fortuna, Peruggia aveva lavorato al Louvre, montando vetri protettivi per le opere esposte. Fu lì che nacque la sua ossessione: la *Gioconda*, per lui, era un simbolo dell’Italia, ingiustamente sottratto dal traditore italiano Napoleone – una convinzione storicamente errata, poiché Leonardo stesso portò il dipinto in Francia nel XVI secolo.

Con un piano tanto semplice quanto audace, Peruggia agì il 21 agosto 1911, approfittando della chiusura settimanale del museo. Si nascose nel Louvre la sera prima, indossò un camice da operaio e, all’alba, staccò il dipinto dalla parete. Rimossa la cornice e il vetro protettivo, nascose la tela sotto la giacca e uscì da una porta secondaria, senza destare sospetti. La *Gioconda* finì in una cassa di legno sotto il tavolo della sua stanza a Parigi, in Rue de l’Hôpital Saint-Louis, mentre il mondo si interrogava su un furto che sembrava impossibile.

### Un’ossessione nazionalista

Peruggia non era un ladro comune. Non agiva per denaro o per conto di un collezionista senza scrupoli. La sua era una missione: “restituire” la *Gioconda* all’Italia. Per due anni, il dipinto rimase nascosto, mentre il caso diventava un fenomeno internazionale. La stampa ipotizzava complotti, si sospettò persino di artisti come Apollinaire e Picasso, ma nessuno pensava a un decoratore italiano, malato di saturnismo e mosso da un idealismo patriottico.

Nel 1913, Peruggia decise di agire. Scrisse a un antiquario fiorentino, Alfredo Geri, offrendo il dipinto sotto lo pseudonimo di “Léonard V.”. L’incontro, organizzato agli Uffizi, portò al recupero dell’opera e al suo arresto il 12 dicembre 1913. Il processo, tenutosi a Firenze nel 1914, trasformò Peruggia in una figura storica: per molti italiani, un patriota; per i francesi, un ladro. Condannato a poco più di un anno di carcere, scontò una pena ridotta e tornò presto nell’anonimato, morendo in Francia nel 1925.

Purtroppo, all’epoca aveva un governo ‘democratico’ e la Gioconda tornò a Parigi. Senza neanche chiedere in cambio le opere d’arte sottratte all’Italia durante le invasioni napoleoniche.

### Il furto di oggi: un’eco del passato?

Il furto dei gioielli di Napoleone, avvenuto oggi al Louvre, richiama inevitabilmente il gesto di Peruggia. Sebbene i dettagli siano ancora frammentari, le autorità parlano di un’azione ben pianificata, simile alla semplicità con cui Peruggia eluse la sorveglianza del museo. I gioielli, simboli del potere imperiale di Napoleone, hanno un valore non solo materiale, ma anche storico e culturale. Come allora, il mondo si chiede: chi è il responsabile? Un ladro comune o qualcuno mosso da un ideale, come Peruggia?

L’atto di Peruggia, all’epoca, fu interpretato da alcuni come un gesto futurista, un’azione provocatoria che sfidava le istituzioni e celebrava l’identità nazionale. Oggi, in un’epoca di tensioni globali e dibattiti sulla restituzione di opere d’arte, il furto dei gioielli potrebbe assumere significati simili. È un crimine o un manifesto? Solo le indagini chiariranno se dietro questo colpo si nasconde un nuovo “patriota” o un semplice opportunista.

### La *Gioconda* e il mito

Il furto del 1911 non solo rese la *Gioconda* un’icona globale, ma cambiò il modo in cui il mondo percepisce l’arte. Prima di allora, il dipinto di Leonardo era solo uno dei tanti capolavori del Louvre. Dopo il suo ritorno trionfale nel 1914, divenne un simbolo universale, il volto più riconoscibile dell’arte occidentale. Peruggia, nel suo sogno nazionalista, trasformò un quadro in una leggenda.

Oggi, mentre il Louvre affronta un nuovo scandalo, il ricordo di Peruggia ci invita a riflettere: l’arte non è solo bellezza, ma anche potere, identità e storia. E, a volte, un furto può rivelare più verità di un’esposizione.

Rubati gioielli Napoleone al Louvre, è tempo di riportare a casa la Gioconda come nel 1911 ultima modifica: 2025-10-19T12:15:03+00:00 da V
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By V ottobre 19, 2025 12:15
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1 Comment

  1. lorenzoblu ottobre 19, 13:58

    complimenti per l’articolo

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