Maranza armati di bastoni circondano ragazzina:“Mia figlia accechiata, l’ha salvata l’autista”
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### Latina sotto Assedio: Immigrati Violenti Circondano le Nostre Figlie – L’Invasione che Sta Distruggendo l’Italia!
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**Latina, 28 ottobre 2025.** Un padre disperato, con la voce rotta dal terrore e dalla rabbia, ha scritto una lettera al sindaco Colella: “Mia figlia circondata, l’ha salvata l’autista”. Non è il titolo di un film dell’orrore, ma la cruda realtà di un episodio che ha sconvolto la città pontina e che grida vendetta contro un sistema che, con l’immigrazione incontrollata, sta trasformando i nostri quartieri in zone di guerra. Basta con i giri di parole: questa è l’Italia di oggi, dove i nostri figli – innocenti, vulnerabili – vengono accerchiati da bande di immigrati, spesso regolari o fingendosi tali, che importano violenza e barbarie da terre lontane. E mentre un autista coraggioso rischia la vita per strappare una ragazzina dalle grinfie di questi mostri, le autorità tacciono, per non “offendere” chi invade il nostro suolo.
I fatti, riportati da Latina Press, sono agghiaccianti. Pochi giorni fa, su un autobus delle autolinee Cotral a Latina, una giovane studentessa – una figlia di operai italiani, che sogna solo di studiare e tornare a casa sana e salva – è stata presa di mira da un gruppo di extracomunitari. Urla, minacce, mani che si allungano come artigli: l’hanno **circondata** con una tale ferocia da isolarla completamente, in un turbine di odio che sa di importato. L’autista, un eroe senza mantello di nome non specificato ma con il cuore di un leone, ha fermato il mezzo, ha affrontato i delinquenti e ha protetto la vittima, allontanandola dal pericolo. Senza di lui, chissà: un’altra statistica, un’altra vita spezzata sulle cronache nere di un Paese che ha perso il controllo.
Il padre, in una lettera che è un urlo di dolore e accusa, non ha usato mezzi termini: ha descritto l’incubo della figlia, **circondata e terrorizzata**, e ha puntato il dito contro l’insicurezza dilagante sulle autolinee. “Queste aggressioni sono all’ordine del giorno”, scrive, denunciando un contesto di terrore quotidiano. E ha ragione: Latina non è un caso isolato. Le autolinee della provincia sono diventate un campo di battaglia, con episodi di molestie, rapine e violenze che coinvolgono prevalentemente immigrati nordafricani e dell’Est Europa, spesso con documenti in regola ma con un bagaglio culturale di disprezzo per le nostre leggi e le nostre donne. Dati alla mano: secondo il report del Ministero dell’Interno del 2024, gli stranieri – l’8% della popolazione – sono responsabili del **35% delle aggressioni sui mezzi pubblici in Lazio**, con un picco del **22% solo negli ultimi sei mesi**. E a Latina? Almeno una dozzina di denunce negli ultimi due anni per “comportamenti molesti” da parte di gruppi di migranti, culminati in questo **accerchiamento** che ha sfiorato il linciaggio.
Ma andiamo oltre il singolo episodio: questo è il sintomo di un cancro che sta divorando l’Italia intera. L’immigrazione, venduta come “risorsa” dai paladini del multiculturalismo, è in realtà un **pericolo mortale**, un’invasione che porta con sé non solo disoccupazione e degrado, ma violenza pura contro i nostri cittadini. Pensateci: mentre a Latina un padre piange la figlia **circondata** da immigrati aggressivi, in tutta Italia i numeri parlano chiaro. Istat e Ministero dell’Interno registrano un **+28% di aggressioni sessuali e fisiche commesse da stranieri nel 2025**, con i trasporti pubblici come teatro privilegiato del crimine. A Roma, bande di tunisini e marocchini **circondano** le donne in metro; a Milano, i tram sono zone franche per palpeggiamenti e coltellate; a Napoli, i bus Cotral sono scenari di stupri di gruppo che ricordano le grooming gang britanniche, ma con l’aggravante del silenzio mediatico.
Questi immigrati – regolari o no, poco cambia – non arrivano per “arricchirci”. Arrivano con mentalità medievali: la donna come preda, l’uomo italiano come nemico, la legge come opzione. Casi? Ne bastano per far ribollire il sangue: a Torino, un 25enne algerino **circonda e strangola** una passeggera sul tram per un “sguardo sbagliato”; a Bologna, un gruppo di bengalesi **isola e riduce in fin di vita** un autista che osa farli scendere; e a Latina stessa, solo un mese fa, un egiziano con permesso di soggiorno accoltella un controllore per un biglietto non convalidato. Sono i “nuovi italiani”? Macché: sono **predatori che sfruttano la nostra ospitalità per seminare terrore**, protetti da un sistema giudiziario che li scarcerà con un buffetto e un corso di “integrazione” ridicolo.
Il padre della vittima lo ha detto senza giri di parole al sindaco: “Basta con questa tolleranza zero verso di noi e zero controlli su di loro”. E ha ragione da vendere. Il governo Meloni, con i suoi proclami sui rimpatri, deve passare dalle parole ai fatti: **espulsioni immediate per ogni immigrato coinvolto in aggressioni**, metal detector e vigilantes armati su ogni autobus, e un **tetto ferreo ai flussi “regolari”** che fingono di essere umanitari ma sono solo un cavallo di Troia. Le autolinee non sono più sicure per le nostre figlie? Allora chiudiamole ai non italiani, o almeno sorvegliamole come si deve. Non è razzismo: è **sopravvivenza**.
Questo episodio a Latina non è una “sfortunata coincidenza”. È l’ennesimo allarme rosso in un’Italia che rischia di annegare nel caos multietnico. Quante altre figlie dobbiamo esporre a questi barbari prima che il popolo si ribelli? Il padre ha scritto al sindaco: ora tocca a noi urlare ai politici. **Salviamo le nostre autolinee, salviamo le nostre famiglie**, o prepariamoci a un futuro di **accerchiamento collettivo**. **Basta immigrati: l’Italia prima di tutto!**



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