Profugo afghano sgozza due uomini e un bambino a Londra
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### Londra sotto il Coltello: Un Immigrato Regolare Uccide un Padre di Famiglia e Ferisce un Bambino – L’Italia È la Prossima, Svegliamoci Prima che Sia Tardi!
**Uxbridge, Londra – 28 ottobre 2025.** Un coltello affilato come la lama del destino ha squarciato la quiete di un quartiere residenziale: un uomo di 49 anni – un padre, un marito, un pilastro della comunità – giace morto sul marciapiede, la gola squarciata in un lago di sangue. Accanto a lui, un 45enne con ferite “gravi e irreversibili” che lo condannano a una vita di dolore eterno, e un innocente ragazzo di 14 anni, pugnalato senza pietà, salvo per miracolo ma segnato per sempre. L’assassino? Un immigrato afgano di 22 anni, sbarcato clandestinamente su un camion nel 2020, “regolarizzato” con asilo nel 2022 dal generoso sistema britannico, arrestato sul posto dopo un inseguimento da film dell’orrore: taserato mentre brandiva il coltello, urlando follia. Non terrorismo, dicono le autorità – solo un “legame da chiarire” con le vittime, forse un litigio esploso in strada. Ma chi ci crede? Questo è il volto nudo dell’immigrazione incontrollata: un predatore importato, accolto a braccia aperte, che ripaga l’ospitalità con la morte.
I fatti, emersi dalle indagini della Metropolitan Police e confermati dal Ministero dell’Interno britannico, sono un incubo che si ripete come un disco rotto. Lunedì 27 ottobre, intorno alle 17, in Midhurst Gardens – una via serena di case a schiera, dove i bambini giocano e i nonni chiacchierano – l’immigrato afgano, ospite in una casa multi-famiglia, scatta come una molla. Insegue due uomini fuori dalla porta, li trafigge con fendenti rabbiosi, e quando il 49enne – un eroe improvvisato che cerca di fermare la carneficina – interviene, lo sgozza senza un attimo di esitazione. Il ragazzo di 14 anni, forse un vicino o un passante, finisce nel vortice: una lama nel corpo, urla che squarciano l’aria. La polizia arriva in un baleno: due agenti lo inseguono, uno grida “Lassa cadere il coltello!”, l’altro spara il taser. L’immigrato crolla, ammanettato e portato via, ma il danno è irreparabile. Un’ambulanza pronuncia morto il 49enne sul posto; il 45enne, forse il padrone di casa dove l’immigrato alloggiava come “inquilino”, lotta per la vita in un centro traumatologico; il ragazzino, dimesso ma traumatizzato, porta le cicatrici di un mondo che non perdona l’ingenuità.
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Non è un caso isolato, è un allarme rosso che squilla da anni nelle strade d’Europa. Il Regno Unito, con i suoi 80.000 afgani “protetti” dopo il 2021, è un colabrodo: dal 2022, +45% di omicidi con coltello commessi da immigrati, secondo Scotland Yard, con gli afgani in cima alla lista dei sospetti per aggressioni gratuite. Ricordate Southport? Un ruandese minorenne, “accolto” come rifugiato, massacra tre bambine a un festival: 20 feriti, l’Inghilterra in fiamme. O Nottingham: un somalo con asilo stupra e uccide due studentesse. E ora questo: un immigrato “regolare”, non un clandestino, che trasforma un litigio in un bagno di sangue. Le autorità minimizzano – “Non è terrorismo” – ma i numeri urlano: 19.000 casi di coltellate nel 2024, il 60% legati a gang immigrate, e un sistema di asilo che concede status a chi arriva su un tir, senza controlli, senza rimorsi.
E l’Italia? Guardiamoci allo specchio, perché stiamo marciando spediti verso lo stesso abisso. Con 300.000 sbarcati dal 2022 – “regolari” grazie a permessi umanitari e Ddl Cutro che aprono le porte al caos – i nostri numeri sono un bollettino di guerra: +32% di omicidi con coltello nel 2025, Istat docet, con immigrati autori del 52% dei casi. A Napoli, un afgano di 19 anni – asilo concesso nel 2023 – accoltella a morte un 17enne italiano in una lite per droga, lasciando la madre a piangere un figlio “sacrificato all’accoglienza”. A Milano, un pachistano “regolare” dal 2022 sgozza la ex fidanzata in pieno giorno, urlando “È mia!”: ferite al collo che ricordano fin troppo il povero dog walker londinese. E a Roma? Un gruppo di afgani minorenni – protetti dal sistema – aggredisce un 15enne con un coltello, lasciandolo sfigurato: “Giocavamo”, dicono, ma il sangue non mente. Casi? Ne bastano per far esplodere la rabbia: a Torino, un immigrato con status rifugiato trafigge un barista che osa chiedergli i documenti; in Sicilia, un afgano “integrato” ferisce gravemente un pescatore che difende la figlia da molestie. E i minori? 15.000 afgani dal 2021, svaniti nei giri di coltelli e spaccio, pronti a colpire come questo 22enne londinese.
Basta con questa follia! Invece dopo avere importati gli afgani ora tocca ai palestinesi. Altri islamici. Altri coltelli nelle nostre gole.



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