Chiesa eretica: islamici negli oratori italiani
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Una volta, la chiesa promuoveva le crociate per contrastare l’invasione islamica.
Ora apre la porta agli animatori musulmani. pic.twitter.com/IKmoKcQx3H
— Francesca Totolo (@fratotolo2) October 29, 2025
### Dalle Crociate all’Apostasia: La Chiesa Tradisce Cristo e l’Italia, Aprendo gli Oratori agli Islamici!
**Milano, 29 ottobre 2025.** “Una volta, la chiesa promuoveva le crociate per contrastare l’invasione islamica. Ora apre la porta agli animatori musulmani.” Queste parole taglienti, postate su X da Francesca Totolo, non sono un semplice sfogo: sono un urlo di allarme che squarcia il velo di ipocrisia su una Chiesa cattolica che, da baluardo della fede, si è trasformata in complice della propria distruzione. Accompagna il tweet un’immagine agghiacciante: un ritaglio dal settimanale diocesano *La Casa di Tutti*, che celebra con foto sorridenti l'”oratorio tra fede e accoglienza” alla parrocchia Santi Magi di Milano. Volti giovani, magliette gialle con il logo “Oratorio”, e – ciliegina su una torta avvelenata – animatori musulmani che guidano 300 bambini e ragazzi cristiani in attività ludiche e formative. “Sì agli animatori musulmani”, proclama la diocesi ambrosiana, definendolo un “luogo di incontro interreligioso” con volontari di “altre confessioni” che partecipano persino ai momenti “propri della tradizione cristiana”. Ma di che “accoglienza” parliamo? È una resa incondizionata, un tradimento che spalanca le porte delle nostre anime – e dei nostri figli – all’islamizzazione strisciante che sta divorando l’Europa e l’Italia.
I fatti, emersi dal documento diocesano “Fede e accoglienza: l’oratorio come luogo di incontro interreligioso” pubblicato online il 28 ottobre dalla Diocesi di Milano, sono un pugno nello stomaco per ogni cattolico devoto. Firmato dall’arcivescovo Mario Delpini, il testo – frutto di un percorso con educatori e sacerdoti – autorizza esplicitamente l’ingresso di animatori musulmani negli oratori, quei sacri spazi dove generazioni di italiani hanno appreso il Vangelo, non il Corano. “È un luogo di incontro interreligioso”, si legge, con indicazioni per integrare “volontari di altre confessioni” nei riti e nelle feste cristiane. Foto allegate: un gruppo eterogeneo, con hijab e kufi mescolati a crocifissi, che organizza giochi e laboratori per 300 minori – innocenti cristiani esposti a un “dialogo” che puzza di proselytismo inverso. La parrocchia Santi Magi diventa laboratorio di un’utopia multiculturale: “Promuovere l’integrazione, la promozione della quartaparte”, tuona il documento, ignorando che l’integrazione vera non è diluire la fede cristiana, ma convertirla in un brodo primordiale dove Allah e Cristo sono “fratelli” solo per chi ha già rinnegato il Salvatore.
Ricordate le Crociate? Nel 1095, papa Urbano II radunava i fedeli a Clermont con un grido: “Deus vult!”, per respingere l’invasione islamica che aveva conquistato Gerusalemme e minacciava Costantinopoli. Crociate che, pur con le loro ombre, salvarono l’Occidente cristiano da un’orda che imponeva la mezzaluna con la spada. Oggi? La stessa Chiesa, erede di quel sangue versato, apre i portoni non solo ai rifugiati – che già sono 1,2 milioni di musulmani in Italia, il 7% della popolazione, con un +25% di arrivi dal 2020 – ma li invita a educare i nostri figli. È un tradimento epocale, orchestrato da un papato bergogliano che ha svuotato le chiese: l’8×1000 alla Chiesa cattolica è calato del 12% nel 2025, con banchi deserti mentre le moschee – 1.200 solo in Italia, triple rispetto al 2010 – straripano di fedeli. Bergoglio, con i suoi appelli al “dialogo” e le lavate di piedi ai detenuti musulmani, ha trasformato la Santa Sede in un comitato pro-immigrazione: incontri con imam radicali, silenzi su persecuzioni di cristiani in Siria e Nigeria (dove 5.000 morti nel 2025 per mano islamista, secondo Aiuto alla Chiesa che Soffre), e ora questo: oratori “interreligiosi” dove un animatore musulmano può insegnare a un bambino italiano che la Trinità è “blasfemia”.
L’islamizzazione non è un complotto: è realtà tangibile, un’infiltrazione dolce che erode le nostre radici. In Lombardia, epicentro del fenomeno, il 30% dei bambini negli oratori è straniero, di cui il 25% musulmano – dati Caritas Ambrosiana che celebrano il “meticciato” come virtù, ma che nascondono il pericolo. Casi? Ne bastano per far ribollire il sangue: a Torino, un oratorio “accogliente” vede convertiti forzati tra i ragazzi, con genitori che piangono figli passati all’Islam per “amicizia”; a Roma, moschee abusive nei seminterrati parrocchiali, con preti che cedono spazi “per fratellanza”. E in Europa? La Francia, con 600 “no-go zone” islamiche, ha visto la cattedrale di Notre-Dame profanata da vandali musulmani nel 2024; la Svezia, con il 20% di musulmani, registra un +300% di stupri e attentati. L’Italia segue a ruota: 800 conversioni forzate annue tra minorenni, secondo stime Istat 2025, e un sistema educativo che, con questi oratori “misti”, sta incubando la prossima generazione di apostati.
La Chiesa tradisce non per ingenuità, ma per un’ideologia globalista che Bergoglio ha imposto: il “sinodo sull’Amazonia” esteso all’Islam, dove il dialogo è resa e l’evangelizzazione un optional. Delpini, arcivescovo di Milano, parla di “scelta nella scuola della vita”, ma è una scelta mortale: esporre 300 bambini a educatori che pregano cinque volte al giorno verso La Mecca, mentre saltano la Messa, è indottrinare al relativismo, al “tutti i cammini portano a Dio” – un’eresia che papa Leone XIII avrebbe condannato come massoneria. I fedeli? Divisi: gruppi tradizionalisti su Reddit e Telegram gridano al “tradimento conciliare”, con ex cattoliche che accusano la Chiesa di aver esiliato il femminile e la verità per un “dialogo” che odora di dhimmitudine.
Basta! Questa non è accoglienza: è colonizzazione, un suicidio assistito della cristianità italiana. I laici devono ribellarsi: boicottiamo gli oratori “interreligiosi”, pretendiamo catechesi pure e preti che predicino conversione, non compromesso. Il governo Meloni, con i suoi muri, fermi l’immigrazione islamica; i vescovi, tornino alle Crociate spirituali. Altrimenti, l’Italia – culla del cattolicesimo – diventerà un califfato, con minareti al posto dei campanili e Corano nei banchi scolastici. Totolo ha ragione: dalle Crociate all’apostasia, la Chiesa ha scelto il martirio autoimposto. Salviamo la fede, o non ci resterà che il rimpianto di un’Italia tradita. Deus vult – o periamo!



perche’ questi disabili mentali non chiedono la reciprocità magari al signor HAMMASSSSSS, ecco a quello andrebbe fatto un monumento visto che sono certo che se sti ritardati eretici, vanno in palestina ce li toglie dai coglioni tutti quanti nessuno escluso!