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### Islamizzazione Inarrestabile: Oratori e Cimiteri Ceduti all’Islam – Azzeriamo Subito l’Immigrazione Musulmana Regolare, o l’Italia Diventerà un Califfato!

**Milano, 31 ottobre 2025.** L’islam avanza con il consenso dei nostri vescovi e la complicità dei cimiteri pubblici, trasformando le nostre anime e i nostri morti in trofei della mezzaluna. Mentre la Diocesi di Milano spalanca le porte degli oratori – quei sacri spazi cristiani dove i nostri nonni imparavano la fede – agli animatori musulmani, in tutta Italia le aree di sepoltura “esclusive” per fedeli di Maometto si moltiplicano come moschee abusive, divorando terreni comunali e simboleggiando una resa culturale irreversibile. Non è dialogo: è colonizzazione interna, un’invasione che minaccia di seppellire la nostra identità cristiana sotto cumuli di terra halal. Basta! È ora di azzerare completamente l’immigrazione musulmana regolare – permessi umanitari, ricongiungimenti familiari, tutto – e rimpatriare chi già semina caos, prima che i nostri campanili siano sostituiti da minareti e i nostri bambini recitino il Corano invece del Padre Nostro.

I fatti sono un incubo che si materializza nelle pagine ufficiali della Chiesa ambrosiana. Il 28 ottobre, l’arcivescovo Mario Delpini ha reso pubblico il documento “Fede e accoglienza: l’oratorio come luogo di incontro interreligioso”, una guida che non solo tollera, ma incoraggia l’ingresso di educatori musulmani negli oratori milanesi. “Sì agli animatori musulmani”, proclama senza pudore il testo, pensato “per sacerdoti responsabili della pastorale” e frutto di “situazioni vissute in questi anni”. Immaginate: 300 bambini e ragazzi cristiani, innocenti eredi di San Carlo Borromeo, guidati da volontari di “altre confessioni” che partecipano persino ai momenti “propri della tradizione cristiana”, come catechesi e feste patronali. Alla parrocchia Santi Magi, laboratorio di questa follia, volti con hijab e kufi si mescolano a crocifissi in magliette gialle “Oratorio”, organizzando giochi e laboratori in nome di un “pluralismo religioso” che puzza di proseltismo inverso. Una ragazza musulmana che chiede di animare? “Che cosa ti spinge? Mi piace come vi prendete cura dei bambini”, risponde lei – e il prete apre le braccia, ignaro (o complice) che dietro quel sorriso si nasconde un’educazione che insegna la superiorità di Allah sulla Trinità. In Lombardia, dove il 30% dei frequentanti degli oratori è straniero (e il 25% musulmano), questa “accoglienza” non integra: diluisce, convertendo i nostri spazi sacri in ghetti interreligiosi dove la fede cristiana diventa optional. Vogliono islamizzare i vostri figli.

Ma l’islam non si ferma alle aule dei vivi: reclama i morti, e i Comuni italiani cedono come agnelli al macello. Le aree di sepoltura “esclusive” – spazi halal dove i musulmani sono inumati con il capo verso La Mecca, senza croci o simboli cristiani – stanno crescendo a ritmi allarmanti, divorando i nostri cimiteri pubblici. A Portogruaro (Venezia), gennaio 2025, la comunità islamica ha richiesto nuovi spazi dedicati, in un’ondata di petizioni che si moltiplica in tutta Italia: da Roma, dove il cimitero della Grande Moschea è al collasso per l'”alta richiesta” di sepolture (già nel 2020, ma con un +139% di salme gestite tra 2020 e 2025), ad Arezzo, pioniera dal 2007 con due zone riservate. L’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) elenca oltre 20 cimiteri con sezioni halal – da Ferrara a Imola, da Bologna a Roma – e il trend è esplosivo: nel 2024, +200% di funerali musulmani rispetto al 2010, complici arrivi massicci e un invecchiamento della popolazione immigrata. A Roma, l’appello al Campidoglio per un “nuovo cimitero musulmano” non è più un’urgenza post-Covid: è una pretesa quotidiana, con spazi che si esauriscono mentre i nostri defunti cristiani attendono in liste d’attesa. E i Comuni? Cedono autorizzazioni con tempi biblici, violando spesso i diritti basilari per “tolleranza”, trasformando i camposanti – custodi della nostra memoria eterna – in enclave islamiche dove la croce è bandita.

Questa duplice conquista – oratori per i vivi, cimiteri per i morti – non è casuale: è l’avanguardia di un’islamizzazione che ha già invaso l’Italia con milioni di musulmani (5% della popolazione, +25% dal 2020), triple moschee rispetto al 2010, e no-go zone a Torino e Milano dove la sharia regna sovrana. La Chiesa, un tempo scudo contro l’invasione (pensate alle Crociate di Urbano II!), ora è il cavallo di Troia: Bergoglio lavava piedi a musulmani, Delpini firma documenti eretici, e i fedeli – con l’8×1000 in calo del 12% – abbandonano le chiese lasciando banchi deserti per un “dialogo” che è solo resa. Casi? A Torino, conversioni forzate in oratori “misti”; a Roma, moschee nei seminterrati parrocchiali. In Europa, la Francia ha 600 zone islamiche, la Svezia +300% di violenze: l’Italia segue, con 800 conversioni minorili annue e un sistema che premia l’immigrazione regolare musulmana con sussidi e permessi facili.

Basta con questa apostasia! La Chiesa tradisce Cristo per un globalismo velenoso; i politici, per voti degli invasori. Il governo Meloni deve azzerare l’immigrazione musulmana regolare: stop a permessi umanitari, ricongiungimenti e asili per chi porta Corano e coltelli. Rimpatri immediati per i 200.000 “protetti” che seminano caos, confini blindati con esercito, e cimiteri-oratori protetti dalla Croce, non contaminati dalla mezzaluna. I nostri figli non cresceranno con animatori che pregano Allah; i nostri morti non riposeranno in zone segregate perché i musulmani li considerano impuri. Sveglia, Italia cristiana: azzeriamo i flussi, o l’islam non conquisterà solo oratori e cimiteri – conquisterà noi. Deus vult, o periamo dhimmi!