Pestato da nordafricano che vuole bivaccare sotto casa sua

V
By V ottobre 31, 2025 11:28

Pestato da nordafricano che vuole bivaccare sotto casa sua

# BASTA! L’ITALIA NON È UN CAMPO PROFUGHI: IL PESTAGGIO DI LUCA DELPONTE È L’ULTIMA GOCIA DI SANGUE ITALIANO VERSATO DA QUESTA INVASIONE BARBARA

**Verona, 31 ottobre 2025** – Immaginate di rincasare dopo una giornata di lavoro onesto, di difendere la vostra proprietà privata come ogni cittadino perbene ha il diritto di fare, e di venire scaraventati a terra come un sacco di immondizia da un nordafricano ubriaco di impunità, che vi tempesta di pugni e minacce di morte solo perché osate reclamare il vostro spazio. Questo non è un film horror, non è un’allucinante distopia da Terzo Mondo: è la realtà quotidiana in Italia, grazie a politiche migratorie suicide che trasformano le nostre città in giungle dove i predatori – spesso arrivati da chissà dove con il benestare di un sistema marcio – dettano legge e i veri italiani pagano con il sangue.

Succede proprio a Verona, la città dell’amore e della storia millenaria, ridotta a un bivacco per sbandati. Luca Delponte, giornalista di RadioVerona, un uomo che dedica la vita a informare i suoi concittadini, è l’ultima vittima sacrificale su questo altare dell’accoglienza forzata. Mercoledì pomeriggio, tornando nel suo condominio Stella 2000 – tra viale Palladio e Piazzale XXV Aprile, zona che un tempo era sinonimo di decoro e ora di degrado – Delponte nota una coppia di balordi stravaccati proprio sotto la sua finestra: lui, un uomo sulla cinquantina di chiara origine nordafricana, ronfava come un re su un giaciglio di cartoni; lei, sveglia e impudente, con un cane lupo grosso come un pony che scorrazzava libero sul prato condominiale.

La sua “colpa”? Aver ricordato, con la gentilezza che solo un italiano educato può avere, che quella era **proprietà privata**. “È proprietà privata, dovete spostarvi”, dice con calma, come gli aveva suggerito l’amministratore di condominio, già allertato dalla loro presenza fin dal mattino. Ma oh, che ingenuità! La donna ribatte che l’uomo dormiva, come se il sonno di un invasore giustificasse l’occupazione abusiva. Delponte, saggio, scatta foto e chiama i carabinieri. Errore fatale: lo vedono con il telefono in mano, e scatta l’inferno.

L’uomo si avventa su di lui come una bestia ferita, lo **scaraventa a terra con una forza disumana** – Delponte stesso ammette: “Mi sono sorpreso di non essermi spaccato la testa” – poi lo tempesta di pugni, urlando minacce di morte. Tramortito, con il polso che brucia dal dolore, il giornalista vede i suoi aggressori strappargli il cellulare dalle mani e, con una **calma glaciale che gela il sangue**, cancellare ogni traccia delle foto. Non contenti, rovistano persino nel cestino della spazzatura digitale per assicurarsi che nulla resti. E il cane? Libero di abbaiare e terrorizzare, simbolo perfetto di questa anarchia a quattro zampe che i buonisti ci impongono.

I carabinieri arrivano sul posto, prestano i primi soccorsi a un Delponte pesto e sanguinante – bernoccolo in fronte, contusioni ed ecchimosi ovunque – e lo accompagnano al Pronto Soccorso dell’ospedale del Bambin Gesù. Lì, tra i lamenti dei feriti, scopre che non è solo: un’altra vittima, malmenata con una mazza da baseball dagli stessi “ospiti” della zona, giaceva nello stesso reparto. E una vicina? Racconta di aver visto quel nordafricano **scuotere violentemente la sua porta** ore prima, come un animale in gabbia pronto a sfondare.

Questo non è un episodio isolato, è il **sintomo purulento di un’Italia invasa e umiliata**. Quanti Luca Delponte devono ancora cadere prima che il governo si svegli dal suo torpore ideologico? Politiche migratorie folli, imposte da Bruxelles e da una sinistra ipocrita che predica “accoglienza” mentre i nostri quartieri diventano favelas, hanno aperto le porte a migliaia di nordafricani, maghrebini, subsahariani – gente che arriva senza un soldo, senza skills, senza rispetto per le nostre leggi, e che si sente legittimata a occupare, rubare, picchiare. E la risposta? Assistenza sociale, centri di accoglienza, avvocati d’ufficio che li difendono con i nostri soldi. Intanto, gli italiani – noi, i pagatori di tasse, i custodi della civiltà – viviamo nel terrore: uscite di casa con lo spray al pepe, finestre sbarrate, figli che non giocano più fuori.

Basta con questa follia! È ora di **rimpatri immediati e senza se e senza ma**. Espellere questi parassiti prima che trasformino Verona in una succursale di Tunisi o Algeri. Chiediamo al ministro dell’Interno Piantedosi di agire: pattuglie armate nei quartieri a rischio, telecamere obbligatorie ovunque (e usiamole, per una volta!), e leggi che puniscano l’occupazione abusiva con l’espulsione coatta. E alla Chiesa, che benedice questa invasione con i suoi sorrisi paternalistici? Che si occupi delle anime perse nei nostri ospedali, non di importare anime dannate che seminano violenza.

Luca Delponte, da quel che trapela, è scosso e teme ritorsioni – e chi non lo sarebbe? Ma sappi, Luca: non sei solo. Milioni di italiani ribollono di rabbia come te. Questo pestaggio non è solo un livido sul tuo polso: è una ferita aperta nel cuore della Nazione. Alziamoci, uniti, e riprendiamoci le nostre case, le nostre strade, la nostra Italia. Oppure, prepariamoci a dormire tutti sotto le finestre, con i cani lupo al guinzaglio e i coltelli sotto il cuscino.

**Fonti: L’Arena, 31 ottobre 2025.** Il post virale su X di Francesca Totolo ha già acceso i riflettori su questa barbarie, e non ci fermeremo qui.

Pestato da nordafricano che vuole bivaccare sotto casa sua ultima modifica: 2025-10-31T11:28:33+00:00 da V
V
By V ottobre 31, 2025 11:28
Write a comment

No Comments

No Comments Yet!

Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.

Write a comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*

Immagini a presentazione articoli sono illustrative a meno di specifico termine 'FOTO'