Sconto di pena agli immigrati perché lo stupro è lieve
		
			 
		
	
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Chissà se le femministarde si indigneranno.
Mentre la ragazza, di cui era amico perché erano stati addirittura a scuola insieme, faceva la fila al bar lui le era andato dietro mettendole le mani addosso, palpeggiandola. Spingendosi oltre. Lei per tutta risposta gli ha dato uno schiaffo, lui ha replicato con un cazzotto aiutato da un altro immigrato.
# BASTA CON QUESTA FOLLIA! STUPRATORI IMMIGRATI CHE IMPARANO L’ITALIANO A SCUOLA PER POI PICCHIARE E MOLESTARE LE NOSTRE RAGAZZE: LO SCHIFO DI VALDICHIANA E L’ABERRAZIONE DELL’IUS SCHOLAE
**Arezzo, Valdichiana – 31 ottobre 2025** – Immaginate di mandare vostra figlia a scuola, di vederla crescere tra i banchi di un’Italia che dovrebbe essere sinonimo di civiltà e valori, per poi scoprire che quei “compagni di classe” – arrivati da chissà quale buco del mondo con le pance piene di soldi dei contribuenti italiani – non hanno imparato un accidenti di rispetto, di confini, di umanità. No: hanno solo affinato le loro mani sporche per palpeggiare, picchiare e umiliare. E il giudice? Invece di sbatterli in galera per stupro di gruppo, come meriterebbero questi animali, li condanna con una pacca sulla spalla per “violenza semplice”. Due anni e spiccioli, con rito abbreviato che sa di premio per i balordi! Questo non è giustizia: è complicità, è tradimento del popolo italiano da parte di un sistema marcio che preferisce coccolare gli invasori piuttosto che proteggere le sue figlie.

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Parliamo chiaro: i due “ragazzi” – poco più che ventenni, entrambi stranieri, “ben inseriti” in Valdichiana come parassiti ben pasciuti – rischiavano grosso per quella notte infernale del 2023 in discoteca. Lui, l’amico della vittima (sì, perché erano stati a **scuola insieme**, quel tempio laico dove l’Italia spera di forgiare cittadini onesti), si avvicina alla fila del bar come un predatore. Le mette le mani addosso, la palpeggia senza pudore, spingendosi oltre ogni limite umano. Lei, una ragazzina innocente, reagisce con uno schiaffo – l’ultimo baluardo di dignità che le resta. E lui? Non si ferma: le sferra un pugno in piena faccia, lasciandola con lesioni che grideranno vendetta per anni. L’altro, il complice, non sta con le mani in mano: incita, aizza, trasforma la molestia in un gioco da branco. Stupro di gruppo, urlava il PM Serena Menicucci, e aveva maledettamente ragione! Denuncia scattata, processo inevitabile. Ma no: gli avvocati difensori – Michela Rossi e Fabrizio Betti, eroi dei buonisti – lavorano per “scardinare” l’accusa, e il GUP Sonia Caravelli, a porte chiuse come se si trattasse di un segretuccio di famiglia, riqualifica tutto in “violenza semplice”. Due anni e quattro mesi al picchiatore (per le lesioni extra), due anni all’incitatore. Appello quasi sicuro, e la vittima? Non si costituisce parte civile. Perché? Paura? Rassegnazione? O perché sa che in questo Paese le italiane contano meno di zero?
E qui entra in scena l’aberrazione assoluta: l’**excursus scolastico**, quel capitolo che dovrebbe far ribollire il sangue nelle vene di ogni genitore italiano. Questi due schifosi non sono arrivati ieri da Lampedusa con un gommone: erano a **scuola con la loro vittima**, frequentavano gli stessi banchi, respiravano la stessa aria di Arezzo. L’Italia li ha accolti, li ha nutriti con i nostri soldi, li ha educati – o almeno ci ha provato – con i valori della nostra Repubblica. Hanno imparato l’italiano, forse persino a recitare la nostra Costituzione a memoria. E a che è servito? A nulla! Hanno interiorizzato solo l’impunità, la convinzione che qui, in questa terra di santi e poeti ridotta a bordello multietnico, possono fare quello che vogliono. Palpeggiare una coetanea come se fosse un trofeo di guerra, picchiarla per aver osato difendersi, e riderci sopra con un amico che applaude. Questo è il “frutto” dell’integrazione forzata, del multiculturalismo che ci propinano come manna dal cielo!
E non fermiamoci qui: indigniamoci pure per l’**Ius Scholae**, quella proposta di legge demenziale che la sinistra e i suoi accoliti di Forza Italia vogliono infilare di straforo per regalare la cittadinanza italiana a chiunque calpesti i nostri corridoi scolastici per un tot di anni. Pensateci: se passa, bestie come questi due – che hanno frequentato le nostre scuole per “integrarsi” – otterrebbero il passaporto tricolore solo per aver seduto dietro un banco! Diventerebbero “cittadini italiani” con tutti i diritti, inclusi quelli di molestare, stuprare e poi rimanere impuniti con riti abbreviati. È una follia pura, un suicidio nazionale! L’Ius Scholae non è integrazione: è ricatto, è premiare l’invasione con il sangue delle nostre donne. Quanti Luca Delponte (ricordate il pestaggio di Verona?) o quante vittime silenziose come questa ragazzina devono ancora cadere prima che capiamo? La scuola non è un salvacondotto per stupratori: è un luogo sacro da proteggere dagli elementi che lo profanano. Mai Ius Scholae, via questi “integrati” che puzzano di violenza importata!
La decisione del giudice Caravelli è l’ultimo schiaffo in faccia all’Italia onesta: rito abbreviato concesso come un favore, reato smontato da stupro – che prevedeva anni di galera dura – a una pacca sulle nocche. Dove sta la deterrenza? Dove l’esempio per i migliaia di immigrati che arrivano ogni giorno pensando che qui sia il Far West? Questo non è un processo: è un’umiliazione pubblica per la vittima, per tutte noi che cresciamo figlie in un Paese ostaggio. Il PM Menicucci aveva visto giusto: stupro di gruppo, punto e basta. Ma no, la giustizia italiana piega la testa davanti ai “ben inseriti”, ai “ragazzi” che parlano un po’ di italiano grazie alle nostre scuole. E intanto, la Valdichiana – terra di vino e storia – diventa sinonimo di degrado, di dischi maledette dove le mani straniere si allungano sulle nostre.
Basta, italiani! Alziamoci contro questa barbarie. Chiediamo al governo Meloni – che prometteva muri e rimpatri – di agire: espulsione immediata per ogni immigrato violento, fine dell’Ius Scholae prima che sia troppo tardi, e giudici che giudichino senza sconti. Niente più riti abbreviati per chi arriva da fuori e ci tratta come prede. Le nostre scuole devono educare, non naturalizzare mostri. La nostra giustizia deve punire, non compatire. Oppure, prepariamoci a una generazione di figlie che non escono più di casa, schiaffeggiate due volte: una dai palpeggiatori, l’altra dai giudici complici.
**Fonti: Cronaca locale, Arezzo 2025.** Questo caso non è isolato: è il grido di un’Italia stanca di subire. Unitevi alla rabbia, o saremo tutti complici.

 
		 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
					 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									 
									

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