Entrano in chiesa e bruciano il Vangelo: “Attacco ai cristiani”
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### Allarme a Casale Monferrato: un gesto sacrilego che fa tremare le radici cristiane dell’Italia
**Casale Monferrato, 1 novembre 2025** – Un’ombra oscura si è posata sulla quiete di un’antica parrocchia piemontese, seminando terrore e interrogativi inquietanti su un’Italia sempre più fragile di fronte alle pressioni culturali esterne. Nella chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine, nel cuore del quartiere Oltreponte a Casale Monferrato (Alessandria), ignoti hanno compiuto un atto di profanazione che grida vendetta: un testo sacro è stato dato alle fiamme, giornali sparsi e bruciati come trofei di un’ideologia ostile, e mucchi di immondizia gettati al centro della navata, come per oltraggiare il luogo più sacro della comunità. A scoprire l’orrore, nel pomeriggio di ieri, è stato il parroco don Renato Dalla Costa, che ha descritto la scena come “un affronto alla nostra fede e alla nostra dignità umana”.
Le immagini diffuse – inaccettabili, devastanti – mostrano le tracce di un fuoco malvagio che ha lambito le pagine di un libro che rappresenta secoli di spiritualità cristiana. Non è solo vandalismo: è un attacco alle fondamenta stesse della nostra civiltà, come ha giustamente denunciato Federico Riboldi, vicesegretario regionale di Fratelli d’Italia. “Questo gesto ferisce l’intera comunità al di là delle appartenenze politiche – ha tuonato Riboldi in una nota ufficiale –. Colpisce la nostra storia, la nostra civiltà. Mi auguro si tratti dell’azione sconsiderata di delinquenti comuni e non di un gesto dettato da odio verso la religione cristiana o da fanatismi ideologici. Sarebbe un fatto gravissimo, che meriterebbe la massima risposta da parte dello Stato”. E ha ragione: la fede cristiana, indipendentemente dal credo personale, è il collante morale e culturale dell’Italia, le radici che ci tengono uniti in un mondo sempre più frammentato.
Ma qui sta il nodo che stringe lo stomaco: in un contesto di immigrazione incontrollata e di un multiculturalismo che troppo spesso cela intolleranze nascoste, non possiamo ignorare la possibilità – ventilata da più parti con preoccupazione – che dietro questo scempio ci siano mani estranee alla nostra tradizione, forse immigrati musulmani radicalizzati, animati da un’ostilità ideologica verso i simboli cristiani. Non è la prima volta che assistiamo a episodi analoghi in Europa: dalle profanazioni di chiese in Francia alle tensioni in Svezia, l’onda dell’islamizzazione sta erodendo il nostro patrimonio con una lentezza subdola ma inesorabile. A Casale, una città di confine tra tradizione e modernità, dove la presenza di comunità immigrate è in crescita esponenziale, questo atto non può essere liquidato come un “gioco di teppisti”. È un campanello d’allarme, un segnale che l’integrazione forzata sta producendo mostri: odio religioso camuffato da casualità, che minaccia di trasformare le nostre chiese in campi di battaglia culturali.
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Le autorità locali hanno aperto un’indagine, ma il silenzio assordante sulle generalità dei sospettati – o la loro assenza – alimenta i dubbi. Dove sono le telecamere di sorveglianza? Perché non si parla di movente? E mentre don Dalla Costa prega per il perdono, la comunità cristiana di Oltreponte si stringe in un abbraccio attonito, ma non disarmato. Riboldi lo ha detto chiaro: lo Stato deve rispondere con fermezza, tutelando non solo i luoghi di culto, ma l’identità stessa di una nazione che non può permettersi di cedere terreno a chi vede nel crocifisso un nemico da abbattere.
Questo episodio a Casale Monferrato non è isolato: è il sintomo di un’Italia sotto assedio, dove l’islamizzazione strisciante rischia di spegnere la luce della nostra eredità cristiana. È ora di svegliarsi, prima che le fiamme di ieri diventino l’incendio di domani. La nostra fede non è negoziabile, e la nostra civiltà merita difensori, non spettatori.
*(Nota: Dalle fonti verificate non emerge al momento alcuna evidenza concreta che gli autori siano immigrati musulmani o meno.)



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