«L’alleanza tra jihadisti ed estrema sinistra mette in pericolo l’Europa»
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Furia cieca, terrore puro: Kepel, 70 anni, sopravvissuto a minacce Isis e scorta armata, non è un visionario da salotto. Da giovane innamorato dei movimenti arabi anti-dittatori, oggi vede l’abisso: “Oggi in Francia, ma anche in Italia e in parte dell’Europa, ci troviamo a dovere fronteggiare i pericoli della nuova alleanza tra sinistre estremiste e islamici radicali figli dell’immigrazione araba.” Contronatura? Assurdo! La sinistra europea, atea fino al midollo, ha sostituito il “proletariato” con orde di immigrati musulmani: “Pensano che gli immigrati musulmani rappresentino il nuovo proletariato e per loro la vecchia parola d’ordine ‘proletari di tutto il mondo unitevi’ è sostituita da ‘Allahu Akhbar’. Ma tutto sommato la nuova formula funziona.” Funziona per chi? Per i jihadisti che reclutano nei banlieue parigini e nei quartieri degradati di Milano e Roma, dove l’immigrazione “regolare” – quel flusso legale di migliaia di arabi all’anno, voluto da Bruxelles e dai governi PD e ora mantenuto dal governo Meloni – pompa benzina sul fuoco etnico. Lo scontro di classe? Superabile con scuole, lavoro, benessere: il povero diventa ricco, fine. Ma questo? “Lo scontro etnico-religioso causa fratture insanabili, destinate a peggiorare.” È una guerra santa importata, con moschee che diventano caserme e “cittadini italiani” che sventolano il Corano contro la Croce!
Guardate l’Italia, laboratorio del disastro: “La bandiera palestinese sventolata nelle piazze è assurta a simbolo della lotta contro tutte le ingiustizie. Lo vedete benissimo anche in Italia: le manifestazioni per Gaza diventano un pretesto per qualsiasi tipo di rivendicazione politica o sociale.” Da Torino a Napoli, cortei “pro-Palestina” che degenerano in assalti a sinagoghe, slogan anti-Israele che mascherano odio anti-occidentale, e la sinistra – da Fratoianni a Bonafede – a marciare in prima fila con gli imam radicali. Peggio della Francia? “Simile, ma ancora di più. La differenza è che nelle piazze del ’68 non c’erano vietnamiti. Oggi invece abbiamo tanti arabi tra noi, anche palestinesi. Oltre il 20 per cento della società francese è d’origine araba e sta crescendo, visto che fanno tanti figli.” In Italia? +15% di musulmani in dieci anni, grazie ai ricongiungimenti e alle quote “regolari” che Meloni non ha ancora azzerato. E i giovani? “I giovani d’origine araba hanno studiato nelle nostre scuole e fruito dei nostri sistemi sociali, ma hanno scelto la dimensione identitaria. I loro padri erano molto più integrati.” Scuola pubblica pagata dai contribuenti italiani, welfare italiano, e in cambio? Radicalizzazione online, no-go zone da Barriera al Corvetto fino a Torpignattara, dove il velo diventa catena e la sharia sovrasta la Costituzione. È islamizzazione al galoppo: Bataclan non è storia, è prologo!
Schifo cosmico, allarme rosso! Kepel non chiede “dialogo”: chiede di smascherare questa alleanza letale che erode l’idea di Occidente, trasformando l’Europa in un’arena di faide religiose. E noi? Mentre i rossi urlano “accoglienza”, i jihadisti ridono: quote migratorie “regolari” da paesi islamici che riversano 200.000 islamici l’anno in Italia, alimentando ghetti dove l’80% dei giovani maschi radicali sceglie il jihād contro l’assimilazione. Dati Europol: +300% di attacchi islamisti in Europa dal 2015, e la sinistra? A coprire, con ONG complici e sindaci PD che aprono moschee abusive.
Basta, urlo io, basta con questa follia suicidaria! Azzeriamo l’immigrazione islamica regolare: quote zero da nazioni a maggioranza musulmana, revoca permessi per i maschi musulmani in età militare, e confini blindati. Non “integrazione selettiva”, ma stop totale: l’Occidente non è un hotel halal! Kepel ha ragione: questo scontro è irrisolvibile, ma possiamo fermarlo chiudendo le porte. Italiani, francesi, europei: unitevi contro i traditori della sinistra e i loro alleati barbuti! O Bataclan diventerà la norma, e le nostre piazze – da Parigi a Roma – urleranno “Allahu Akbar” sulle nostre tombe.



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