Africani le portano via il cagnolino a Padova per fargli del male

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By V novembre 2, 2025 14:42

Africani le portano via il cagnolino a Padova per fargli del male

### Terrore nel Cuore di Padova: Tre Giovani Magrebini Cercano di Rapire un Cagnolino, la Proprietaria Terrorizzata Vive nell’Angoscia Totale

**Padova, 2 novembre 2025** – Un episodio agghiacciante sta sconvolgendo la quiete apparente del centro storico padovano, trasformando una passeggiata serale in un incubo da film horror. Mercoledì scorso, intorno alle 21:30, in pieno cuore della città, in piazzetta Sartori – una zona che fino a poco fa sembrava un’oasi di normalità – una donna padovana è stata accerchiata da tre giovani di origine maghrebina, decisi a strapparle di mano il suo adorato cagnolino Pepe. “Non esco più da sola – confessa la vittima, Daniela Gregnanin, con la voce tremante – e se non c’è nessuno che mi accompagna, a casa metto tappetini assorbenti sul pavimento, per paura di non riuscire nemmeno a tornare intera”. Parole che gelano il sangue, in una città che ora si interroga: quanto è ancora sicura Padova?

L’incubo è iniziato in un lampo, sotto le luci fioche della piazzetta, frequentata da famiglie e passanti fino a tarda sera. Daniela, una donna distinta originaria di Milano ma trapiantata a Padova da anni, stava facendo la sua solita passeggiata con Pepe, un vivace Jack Russell Terrier di appena dieci mesi, dal pelo ruvido e lo sguardo innocente che ha conquistato il cuore di tutti. “Ehi, bambina, dacci il cane!”, le hanno urlato i tre aggressori, descritti come “maranza” – quel termine che evoca bande di giovani delinquenti di origine nordafricana, spesso legati a spaccio e microcriminalità. Alta statura, atteggiamento minaccioso, forse maggiorenni ma con l’aria di chi non ha paura di nulla: l’hanno insultata, le hanno sputato addosso e hanno cercato di afferrare il guinzaglio con mani avide. “Mi hanno circondata come lupi – racconta Daniela al *Mattino di Padova* – ho sentito il cuore in gola, pensavo fosse la fine”.

In un istante di puro istinto di sopravvivenza, la donna ha reagito come una leonessa: ha afferrato Pepe in braccio, lo ha stretto al petto e si è data alla fuga a perdifiato verso Ponte Conciapelli, una direzione scelta per disperazione, sperando di incrociare anima viva in una zona deserta. “Non c’era nessuno – dice con gli occhi lucidi – ho corso senza voltarmi, pregando che non mi inseguissero”. Fortunatamente, i tre si sono allontanati, forse scoraggiati dalla resistenza inaspettata. Daniela è riuscita a contattare i familiari, che l’hanno prelevata tremante e l’hanno riaccompagnata a casa, dove ha passato una notte insonne, barricata dietro porte chiuse e finestre sbarrate.

Ma l’orrore non finisce qui. Il mattino dopo, ancora scossa, Daniela è uscita di nuovo con Pepe – perché, come dice lei, “non posso privarlo della sua routine” – e si è avvicinata a una volante della Polizia di Stato, del gruppo cinofili, parcheggiata nei pressi di un supermercato. Gli agenti, comprensivi ma realistici, le hanno consigliato di sporgere denuncia immediata. “Stanno pattugliando l’area – le hanno spiegato – ma siamo sotto organico, le ronde non sono sempre capillari”. Parole che suonano come una condanna: in una città universitaria come Padova, con migliaia di telecamere sparse per il centro, come è possibile che un episodio del genere avvenga impunemente? Daniela spera che i filmati catturino i volti dei responsabili, ma la paura la consuma: “Perché un cane? Ho sentito storie di rapimenti per riscatti, per venderli al mercato nero dei combattimenti o ad allevamenti clandestini. Pepe è piccolo, indifeso… e se tornano?”.

Questo non è un caso isolato, ma l’ennesimo segnale di un degrado urbano che sta divorando Padova dall’interno. Piazzetta Sartori, un tempo salotto della città, è diventata un covo di spaccio: “Ci sono clienti dappertutto, soprattutto ragazzini – denuncia Daniela – e a quell’ora, con le strade vuote, questi ‘personaggi’ girano liberi come se fosse casa loro”. Originaria di Milano, la donna pensava che Padova fosse un rifugio dalla follia delle bande metropolitane. “Lì è complesso, con le maranza e i delinquenti urbani – ammette – ma qui? Siamo caduti in basso, è un’invasione che non si ferma più”. E non è sola nel suo terrore: sui social, il post che ha rilanciato la notizia ha scatenato un’ondata di indignazione. “Sì, fanno anche questo: il cavallo di ritorno con gli animali domestici. Sono spregevoli”, scrive un utente su X. Un altro tuona: “Pure Padova, ma porca puttana è un’invasione…”. E un terzo: “Povera città”.

La reazione della polizia è stata sollecita, ma insufficiente per placare l’ansia collettiva. Mentre Daniela ha stravolto la sua vita – niente più uscite solitarie, routine spezzata, notti insonni – la comunità padovana si mobilita. Associazioni animaliste e comitati di quartiere chiedono più illuminazione, pattuglie 24/7 e, soprattutto, un giro di vite sull’immigrazione clandestina che alimenta questi giri criminali. “Non possiamo permettere che un cagnolino diventi il simbolo di una città sotto assedio – tuona un portavoce del comitato per la sicurezza urbana – basta con il buonismo, serve azione immediata!”.

Padova, città di santi e studenti, si sveglia con un’amarezza nuova: la paura che serpeggia nelle strade, il timore di un prossimo bersaglio. Daniela conclude con un appello disperato: “Proprietari di cani, soprattutto cuccioli, non uscite con leggerezza. Guardatevi le spalle, restate in zone illuminate, con gente intorno. E voi, istituzioni, fate qualcosa prima che sia troppo tardi”. L’episodio di Pepe è solo l’inizio? La risposta la daranno le indagini – e la volontà di non chinare la testa davanti al terrore. Per ora, una donna e il suo fedele compagno vivono nel terrore, e con loro un’intera città che non si riconosce più.

Africani le portano via il cagnolino a Padova per fargli del male ultima modifica: 2025-11-02T14:42:14+00:00 da V
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By V novembre 2, 2025 14:42
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 2, 19:24

    Due Molossi e il problema non si pone e siccome mangiano tanta carne, occorre uscire tre volte al giorno per portarli dove stazionano i baluba: tempo tre giorni e il problema svanisce 😈

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    • Kurly novembre 2, 20:10

      Attenzione, con le belle leggi che abbiamo ci condannerebbero a pagarli per buoni, pur essendo delle nullità di baluba….

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