A stuprare donna a Gallarate è stato un gambiano

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By V novembre 22, 2025 12:18

A stuprare donna a Gallarate è stato un gambiano

# Gallarate, l’alba del terrore: gambiano di 35 anni stupra una donna italiana di 53 anni mentre va al lavoro – l’ennesimo africano libero di violentare nelle nostre strade!

Ore 5.30, via Pegoraro, Gallarate.
Una donna italiana di 53 anni, sveglia da ore per il turno mattutino, cammina verso il lavoro con la borsa in spalla e il caffè ancora caldo in mano.
L’aria è fredda, il quartiere dorme, un silenzio rotto solo dal rumore dei suoi passi.
Poi arriva lui.
Un 35enne gambiano – l’ennesimo africano sbarcato con i barconi, “regolarizzato” con un permesso umanitario farsa, libero di infestare le nostre città come un lupo affamato – la colpisce al volto con violenza inaudita, la getta a terra e la violenta con brutalità animale, lasciando sul marciapiede un incubo che durerà una vita. Lei, miracolosamente, riesce a urlare e a chiamare aiuto; lui fugge nel buio, ma la polizia lo bracca e lo arresta per violenza sessuale aggravata. L’articolo su *Malpensa24* del 21 novembre 2025 conferma l’orrore: la vittima, una lavoratrice qualunque, finisce in codice giallo al Sant’Antonio Abate con traumi fisici e psicologici che la segneranno per sempre – zigomo fratturato, lividi, terrore puro negli occhi. L’aggressore? Un subsahariano “protetto”, con precedenti che puzzano di recidiva, ma libero fino a quel momento perché “non grave”, perché “diritti umani”, perché l’Italia lo coccola invece di rimandarlo a casa.

Non è un fulmine, è il veleno cronico dell’immigrazione africana regolare: un gambiano che arriva su un barcone a Lampedusa, ottiene un permesso umanitario, si “integra” con ricongiungimenti familiari che importano clan interi, e poi semina violenza gratuita all’alba, quando le donne italiane sono sole e indifese. Via Pegoraro, arteria centrale vicino a un supermercato affollato di giorno, diventa un mattatoio all’alba – deserta, senza testimoni, perfetta per un predatore subsahariano che sa di poter agire indisturbato, perché sa che la nostra giustizia esita, rimanda processi, e raramente espelle. La Squadra Mobile di Busto Arsizio, coordinata dal PM Roberto Bonfanti, indaga sulle telecamere della zona, ma quante ce ne sono come lui? Gambiani, nigeriani, senegalesi – africani “regolari” che violentano, picchiano, uccidono, e tornano liberi con un foglio di via o un braccialetto elettronico che non ferma nessuno.

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Pensateci: mentre la vittima conta i punti sul volto e lotta contro gli incubi, lui – questo gambiano di 35 anni – aveva il permesso in tasca, forse rinnovato proprio per “buona condotta”, e ha scelto lei come preda perché era sola, italiana, diretta al lavoro per mantenere una famiglia che lui non ha. È l’ennesimo: da Rimini alla 16enne palpeggiata per un mese da un marocchino, da Modena alle bambine di 11 anni toccate da un bangladese, da Anzio alla 53enne stuprata all’alba – sempre africani, sempre subsahariani o maghrebini, sempre liberi di colpire perché l’immigrazione regolare li protegge con permessi umanitari che durano eterni e ricongiungimenti che moltiplicano il terrore. L’Italia è un hotel per stupratori africani: arrivano poveri, si riproducono con le nostre tasse, e ripagano con lame e mani lerce sulle nostre donne al lavoro.

Basta con questa vergogna che ci sta sgozzando vive! L’immigrazione africana regolare non è un flusso umano: è un’onda di violenza endemica, culture aliene dove la donna bianca è bottino, e un sistema che li foraggia con welfare mentre le nostre 53enni finiscono in ospedale per un turno mattutino. Azzeriamola subito: stop totale a permessi umanitari per subsahariani, revoca immediata di ogni protezione a gambiani, nigeriani, senegalesi con precedenti – anche uno solo – di molestie, blocco dei ricongiungimenti familiari che importano interi branchi di predatori. Rimpatri forzati lampo: via dall’Italia su un volo one-way, con i loro clan al seguito, senza appello. Pene draconiane: ergastolo per violenza su donne al lavoro, non fogli di via da barzelletta. Investiamo nelle nostre lavoratrici scortate all’alba, non in chi ce le violenta per strada.

L’alba insanguinata di Gallarate non sia l’ultimo: è un urlo furioso contro l’invasione africana. Lui, 35enne gambiano “protetto”, non è un’eccezione: è il futuro che ci stiamo costruendo, un’Italia dove le nostre madri e sorelle non escono più di casa prima delle 6. Chiudiamo le frontiere all’Africa regolare, o le nostre albe diventeranno eterni crepuscoli di terrore!

A stuprare donna a Gallarate è stato un gambiano ultima modifica: 2025-11-22T12:18:38+00:00 da V
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By V novembre 22, 2025 12:18
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 22, 13:53

    Andate a protestare con i froci delle ZTL che hanno importato appositamente i baluba del gambia perchè dotati e non fanno domande su chi devono montare, invece di deportare i froci in africa… 🧐

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