Palmoli, toghe non tolgono bambini ari rom: “È ROM, NORMALE CHE VIVA NELLA SPORCIZIA”

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By V novembre 22, 2025 14:15

Palmoli, toghe non tolgono bambini ari rom: “È ROM, NORMALE CHE VIVA NELLA SPORCIZIA”

### “È ROM, NORMALE CHE VIVA NELLA SPORCIZIA”: LO STATO ITALIANO, IPÓCRITA E RAZZISTA AL CONTRARIO, SALVA I BAMBINI ROM DAL NULLA E STRAPPA QUELLI “BIANCHI” DAL BOSCO!

**Bologna, 22 novembre 2025** – Una sentenza che puzza di marcio etnico, un’umiliazione per ogni famiglia italiana che osa educare i figli fuori dal seminato statale. Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha appena deciso: una bambina rom di Parma, cresciuta in condizioni di degrado assoluto – sporcizia, niente scuola, niente igiene, niente futuro – non verrà tolta alla famiglia. Perché? “È rom, normale che viva nella sporcizia”. Parole testuali, scritte nero su bianco in una pronuncia che trasuda razzismo soft, paternalismo tossico e discriminazione al contrario. La Procura dei Minori aveva chiesto l’affidamento a una comunità, ma i giudici? No, grazie: “Anche se non va a scuola, non la togliamo alla famiglia. È un modo di vita normale per condizioni e per origine”. Origine. Ecco il veleno: l’origine rom giustifica il letamaio, la povertà cronica, l’analfabetismo forzato. Ma se sei una famiglia “normale”, bianca, che sceglie il bosco per crescere i figli con natura e libri? Ti arrivano i carabinieri e ti rubano i bambini!

Questa vergogna giudiziaria, raccontata da La Repubblica in un articolo che fa ribollire il sangue, è l’ennesima conferma di un sistema marcio fino al midollo. La piccola di Parma? Vive in un tugurio che farebbe vomitare un maiale: rifiuti ovunque, topi come coinquilini, zero istruzione – solo il 20% dei bimbi rom va a scuola regolarmente, secondo i dati UNICEF, intrappolati in ghetti etnici che l’Italia tollera da decenni. Eppure, il Tribunale di Bologna, presieduto da chissà quale toga illuminata, decide che è “cultura”. Cultura di provenienza! Come se mendicare, rubacchiare e crescere tra le discariche fosse un patrimonio UNESCO da preservare. E la salute? Le malattie infettive che falcidiano quei piccoli, le bronchiti croniche da umidità e fumo tossico? “Normale”, dicono i giudici. Normale per “origine”. Ipocriti!

Ora, confrontate con il caso di Palmoli, Chieti: Nathan e Catherine, genitori anglo-australiani, ex chef e ex insegnante, crescono tre bimbi di 6 e 8 anni in un rudere nel bosco. Niente luce elettrica? Usano candele e natura. Niente scuola statale? Home schooling autorizzato, libri e lezioni private. Un’intossicazione da funghi? Un episodio isolato, non un’abitudine. Risultato? Irruzione armata, sospensione della potestà genitoriale, figli spediti in casa-famiglia. “Rischio per l’integrità psichica”, tuona il Tribunale dell’Aquila. Isolamento? Degrado? Colpa loro, che non si piegano al sistema. Ma a Parma, per i rom, è “normale”. Francesca Totolo, su X, lo inchioda con ironia tagliente: “I genitori, a cui sono stati tolti i figli perché vivevano in una casa nel bosco, avrebbero dovuto identificarsi come rom, rivendicando la ‘cultura di provenienza’”. Esatto! Se Nathan e Catherine si fossero tinti la pelle e avessero urlato “È la nostra tradizione nomade!”, i giudici avrebbero chinato il capo e chiuso l’inchiesta.

Questo è lo Stato italiano: un mostro a due facce, bulldog con le famiglie “diverse” che osano l’autosufficienza, e agnello mansueto con i ghetti rom dove migliaia di bambini marciscono vivi. Pensate ai campi di Bologna, Parma, Modena: 11.000 rom in Italia vivono in container marci, roulotte infestate, senza acqua potabile né vaccini. Incendi mortali, prostituzione minorile, furti organizzati – Amnesty International denuncia da anni la segregazione etnica che viola la Carta UE. Eppure, zero interventi. Perché? Paura del “razzismo”, terrore di disturbare la “diversità”. Salvini l’ha detto chiaro a Giugliano: “Dove sono gli assistenti sociali nei campi rom, con bimbi sporchi e senza scuola?”. Silenzio tombale dall’ANM, la casta togata che difende il suo monopolio: “Inopportuno strumentalizzare”, ribattono. Strumentalizzare? È genocidio culturale soft!

E non finisce qui. Questa sentenza di Bologna è un precedente velenoso: consolida il razzismo inverso, dove l’origine etnica diventa scusa per il degrado. I rom? Vittime sacre, intoccabili, anche se i loro figli crescono come animali. Le famiglie italiane? Nemici, da “rieducare” con manganelli e comunità. Basta! È ora di urlare: lo Stato deve intervenire ovunque ci sia rischio per i minori, senza sconti etnici. Togliete quella bambina di Parma dal letamaio, datele scuola e dignità. Riunite i piccoli di Palmoli ai genitori nel bosco, dove almeno c’è amore e non “cultura” di sporcizia. O ammettete che l’Italia è un paese dove la toga decide per razza, non per giustizia.

Genitori, ribellatevi! I vostri figli non sono proprietà dello Stato. E voi, giudici di Bologna: vergognatevi. “Normale che viva nella sporcizia”? No, è criminale. E lo è di più il vostro silenzio complice. Salvate tutti i bambini, o nessuno. Altrimenti, siete solo complici di un’Italia che discrimina al contrario, lasciando i deboli a marcire per non offendere il buonismo. Svegliatevi!

Palmoli, toghe non tolgono bambini ari rom: “È ROM, NORMALE CHE VIVA NELLA SPORCIZIA” ultima modifica: 2025-11-22T14:15:50+00:00 da V
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By V novembre 22, 2025 14:15
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1 Comment

  1. Marino Danielis novembre 22, 15:20

    finchè non si cambiano il 95% dei giudici che tuttora imperversano per i tribunali con le loro fantasiose sentenze e li si manda a lavorare nei campi, la situazione giustizia in italia non cambierà mai!

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