Tor Tre Teste: vietate le ronde per non turbare gli stupratori africani

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By V novembre 27, 2025 12:00

Tor Tre Teste: vietate le ronde per non turbare gli stupratori africani

### Tor Tre Teste, la Rabbia del Popolo Scoppia: Blitz di Remigrazione con Bandiere e Fumogeni contro il Branco Stupratore Marocchino – “Riprendiamoci il Territorio! Basta con i Predatori Importati, Espelleteli Tutti!”

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**Roma, 27 novembre 2025** – Bandiere tricolori al vento, striscioni inferociti con “Riprendiamoci Tor Tre Teste!”, fumogeni rossi che tingono di sangue il cielo del parco maledetto: è esplosa la rabbia popolare, un urlo primordiale contro l’invasione etnica che trasforma i nostri quartieri in riserve di caccia per predatori marocchini e tunisini. Domenica mattina, un gruppo di militanti di Remigrazione – il movimento che non si piega al buonismo – ha invaso il Parco di Tor Tre Teste, epicentro dello stupro choc del 25 ottobre: una 18enne italiana trascinata fuori dall’auto, violentata in gruppo davanti al fidanzato legato e pestato, da un branco di nordafricani che ride mentre consuma l’abominio. “Ci impediscono di fare ronde, ma noi non ci fermiamo: riconquista dei quartieri ora!”, gridano i manifestanti, presentando una proposta di legge che sarà esposta a Roma nelle prossime settimane – un piano per ronde civiche armate, espulsioni immediate e remigrazione forzata per chi delinque. E mentre la Procura indaga in silenzio assoluto – per “non allarmare i ricercati” – il DNA dalla scena del crimine non combacia con i tre arrestati, puntando a un branco di cinque o sei mostri ancora a piede libero. Questo non è un “fatto di cronaca”: è guerra etnica, un’Italia ostaggio di immigrati recidivi protetti da toghe complici, e Remigrazione è la scintilla che accende la ribellione!

I fatti dello stupro – tenuti segreti per un mese dalla Questura per “riservatezza investigativa” – sono un pugno nello stomaco: ore 23:30 del 25 ottobre, via Tuscolana est, il Parco di Tor Tre Teste – un tempo oasi verde per famiglie romane, oggi no-go zone infestata da spacciatori maghrebini – teatro di un raid brutale. La coppia, lei 18enne studentessa con sogni innocenti, lui 24enne operaio precario che sgobba per un futuro insieme, si ritira in auto per un bacio rubato. Dall’ombra dei cespugli, come un’orda tribale, piomba il branco: tre marocchini (19, 22 e 25 anni, arrestati al Quarticciolo) e almeno due tunisini (ancora latitanti, forse già in fuga verso Fiumicino), tutti con precedenti per rapine e palpeggiamenti, sbarcati via Lampedusa e “integrati” con sussidi da 500 euro mensili. Sfondano il finestrino con un mattone rubato da un cantiere, irrompono urlando in arabo: “Soldi, telefono, o vi ammazziamo!”. Il ragazzo tenta di difenderla, ma viene pestato con calci e pugni, legato con una cintura improvvisata, costretto a guardare impotente mentre i suoi aguzzini trascinano la ragazza urlante tra i pini marittimi. Lì, l’orrore consumato: stupro di gruppo, alternandosi come in un rito sadico, mentre lei implora “Basta, vi prego!” e lui singhiozza legato, gli occhi pieni di sangue. Durata: 15 minuti di inferno metodico, con rapina annessa – portafogli, orologio, cellulari – per 500 euro di bottino. Fuggono ridendo, lasciando lei nuda e tremante, lui ferito e in lacrime, un trauma che li segna per sempre: lei con traumi pelvici e terapia a vita, lui con incubi e rabbia che lo fa urlare: “Come fate a lasciarli liberi? Il parco è una loro riserva di caccia!”. Una guardia giurata eroica, Marco R., sente le urla e interviene: blocca due fuggitivi, recupera i cellulari (pieni di DNA e video osceni), chiama i soccorsi – senza di lui, sarebbe stato un duplice omicidio.

Ma Tor Tre Teste non è un fulmine: è un epicentro di violenze immigrate, con almeno cinque stupri analoghi nel 2025 solo in quel parco infestato. Ad agosto, un gambiano 26enne violenta due donne in 48 ore: una 60enne con il cane trascinata nei cespugli (“Se gridi ti sgozzo”), una 44enne al bus adescata con una sigaretta e abusata su rifiuti; arrestato a Termini, patteggia 4 anni sospesi per “dipendenza”. A luglio, quattro tunisini minorenni (figli di immigrati) aggrediscono una 35enne madre: vestiti strappati, abusi interrotti da un cane; due in comunità, due con firma – liberi di tornare. A giugno, un algerino 22enne stupra una 19enne jogger sul sentiero, precedente per spaccio: 12 mesi ai servizi. A maggio, tre senegalesi palpeggiano una 40enne insegnante all’aperto, insultandola razzialmente; due comunitari, uno espulso ma rientrato. A aprile, un 29enne marocchino violenta una 22enne al laghetto, adescandola con “foto insieme”: 4 anni dopo “terapia”. +300% denunce molestie nel parco dal 2023, 50% da immigrati maghrebini/subsahariani (Questura Roma). Donne terrorizzate: la 18enne evita trasporti, la 60enne vende casa, la 44enne cambia lavoro. Quartiere con un terzo nordafricani irregolari: rapine quotidiane, spaccio sotto i pini, aggressioni a sole che ora pattugliano armate di spray.

Il silenzio investigativo è complice: un mese di riserbo per “non allarmare i ricercati”, mentre il DNA non combacia con i tre arrestati (due marocchini e un tunisino “biondo” tinto, pizzicato al Gra), puntando a un branco di cinque o sei – forse un algerino o egiziano ancora libero, nascosto nei covi etnici del Quarticciolo. La Procura, con pm Maurizio Arcuri, indaga in sordina, ma il quartiere ribolle: “Il DNA è di un sesto, e i due tunisini sono volati via!”, urlano i residenti, barricati nelle villette mentre i predatori fumano hascisc nei sentieri. E i media? Corriere titola “caccia a un 20enne” come un thriller, Repubblica “branco indefinito”, Il Fatto “ragazzi” – eufemismi per non dire “marocchini recidivi”. Perché? Paura di “stigmatizzare” i maghrebini, mentre le femministe tacciono per non “alimentare xenofobia”. Luca Marsella, di Remigrazione, lo inchioda: “La verità diluita, come se fosse un problema dirla. Le femministe faranno fiato per questa 18enne?”. Geometria dell’indignazione: urla per “patriarcato italiano”, mutismo per machismo maghrebino. +25% stupri da extracomunitari a Roma 2025 (Viminale), Municipio V al 60%.

Il blitz di Remigrazione è la risposta del popolo: domenica mattina, un drappello di militanti – bandiere tricolori, striscioni “Riconquista Tor Tre Teste!”, fumogeni rossi come sangue versato – ha invaso il parco con un sit-in pacifico ma furioso: “Riprendiamoci il territorio! Ci impediscono di fare ronde, ma noi non ci fermiamo!”. Hanno presentato la proposta di legge sulla “riconquista dei quartieri” – ronde civiche volontarie, espulsioni automatiche per delitti sessuali, remigrazione forzata per recidivi – da esporre a Roma nelle prossime settimane, con petizioni per il Parlamento. “Non siamo razzisti: siamo italiani stufi di pagare per i nostri stupratori!”, gridano, mentre i residenti applaudono dalle finestre, terrorizzati ma solidali. La sindaca di Roma Gualtieri? Silenzio, con la sua “città aperta” che apre le porte ai mostri. Remigrazione non è estrema: è sopravvivenza, un grido contro un sistema che archivia il 20% delle denunce per “prove insufficienti” (telecamere buie, testimoni intimiditi).

Questi marocchini e tunisini – accolti senza filtri, cresciuti con welfare italiano – importano barbarie: sharia di strada, dove la donna è preda. Il fidanzato urla: “Chi ci proteggerà?”. Remigrazione: ergastolo per branco, espulsioni immediate, quote zero maschi Maghreb, CPR pieni. Tor Tre Teste non è riserva indiani: è Italia, e la riprende! Il popolo ribolle: ronde ora, o ogni parco sarà mattatoio etnico. Remigrazione totale, prima che sia troppo tardi!

Tor Tre Teste: vietate le ronde per non turbare gli stupratori africani ultima modifica: 2025-11-27T12:00:35+00:00 da V
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By V novembre 27, 2025 12:00
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 27, 15:26

    Castrare i baluba che sbarcano e impiccare quelli già sul territorio: solo così si recupererà un certo equilibrio nella questione migratoria… occorre spiegare che “Casa nostra” deve restare ordinata e pulita, ovvero che i baluba verranno ammazzati se sgarrano, si chiama “Certezza della Pena”…😈

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