Marocchino si diverte a molestare ragazze italiane: non espulso perché ha chiesto asilo
Related Articles
Alla domanda di asilo di un marocchino, la risposta deve essere un calcio in culo. Non solo virtuale.
“Con lungo curriculum criminale”
Bolzano, all’interno di un locale, prima molesta alcune ragazze, poi deruba diversi clienti, infine aggredisce il buttafuori: arrestato un 26enne marocchino con numerosi precedenti.
Perché questo delinquente si trovava ancora in territorio… pic.twitter.com/ns93luu6ot
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 8, 2025
# Bolzano, Sabato Sera: Marocchino Pluripregiudicato Trasforma un Locale in Zona di Guerra. Molestie, Rapine, Aggressione al Buttafuori. E Lo Stato Lo Teneva Ancora Qui!
**Bolzano, 8 Dicembre 2025** – Un sabato sera qualunque in un locale di via Fago, nel cuore del quartiere Gries. Ragazze che chiacchierano, coppie che brindano, il classico divertimento altoatesino. Poi entra lui: 26 anni, marocchino, richiedente asilo politico con un curriculum criminale che occupa pagine intere nei database di polizia. Inizia molestando alcune ragazze al bancone: mani addosso, parole pesanti, occhi da predatore. Le giovani si ritraggono terrorizzate. Non contento, passa ai tavoli: strappa portafogli, telefoni, chiavi di casa e dell’auto, persino la custodia degli occhiali da vista a un cliente. Quando il buttafuori – un ragazzo del posto che fa il suo lavoro – prova a fermarlo, scatta l’inferno: pugni, calci, bottiglie rotte. Solo l’arrivo delle Volanti della Polizia di Stato mette fine al delirio.
La perquisizione in Questura è un pugno nello stomaco per chiunque creda ancora nella favola dell’“accoglienza”: nelle tasche del marocchino trovano esattamente ciò che aveva rubato pochi minuti prima. Portafogli con documenti italiani, mazzi di chiavi con portachiavi altoatesini, la custodia degli occhiali del buttafuori. Tutto restituito ai proprietari sotto gli occhi attoniti degli agenti, che conoscono benissimo il soggetto: precedenti per rapina aggravata, lesioni personali, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, furti con destrezza, spaccio. Un professionista del crimine, non un “povero profugo”.
E la domanda che brucia nelle gole di tutti i bolzanini è una sola: perché questo delinquente era ancora libero di girare per le nostre strade nel dicembre 2025?
Non era un clandestino appena sbarcato. Era un “ospite” regolare del sistema di accoglienza, con tanto di status di protezione sussidiaria o richiesta di asilo in corso, il che gli garantiva vitto, alloggio e soprattutto l’impossibilità pratica di essere espulso. Un altro caso da manuale di come il meccanismo italiano funzioni al contrario: più reati commetti, più sei protetto. Un furto? Rinvio dell’udienza. Un’aggressione? Revoca dello status solo teorica. Una rapina con lesioni? Aspettiamo la sentenza definitiva, magari tra cinque anni. Intanto lui è fuori, a caccia.
Gries non è più il quartiere tranquillo di una volta. È diventato il laboratorio perfetto dell’Italia multietnica fallita: palazzi popolari occupati da famiglie magrebine, piazze dove dopo le 22 non passa più una ragazza da sola, locali che devono assumere buttafuori armati solo per tenere fuori i “soliti noti”. E i “soliti noti” hanno quasi sempre lo stesso passaporto: Marocco, Tunisia, Algeria, Gambia. Sempre gli stessi nomi nei verbali, sempre gli stessi volti nelle foto segnaletiche.
Le vittime di sabato sera non sono numeri: sono le nostre figlie, le nostre sorelle, i nostri amici. Una ragazza ha perso il portafoglio con dentro i documenti e la tessera sanitaria della madre malata. Un’altra è tornata a casa in lacrime, con le mani che ancora tremavano per le molestie subite. Il buttafuori è finito al pronto soccorso con una prognosi di sette giorni. E tutto questo per colpa di un soggetto che avrebbe dovuto essere su un aereo per Casablanca già da anni.
La Procura ha disposto la custodia cautelare in carcere. Bene. Ma domani? Domani arriverà l’ennesimo avvocato d’ufficio pagato dai contribuenti italiani a chiedere i domiciliari o gli arresti in una comunità. Domani qualcuno invocherà “problemi psichici” o “difficoltà di integrazione”. Domani un giudice forse lo rimetterà fuori, perché “non sussiste pericolo di reiterazione del reato”. E fra tre mesi lo rivedremo nello stesso locale, o in quello accanto, a fare esattamente le stesse cose.
Bolzano non ce la fa più. I mercatini di Natale sono blindati come fortezze, le strade del centro pattugliate da militari, e intanto nei quartieri popolari comandano loro. È l’ora di smetterla con le ipocrisie: non serve più polizia, serve espulsione. Non servono più denunce, servono rimpatri coatti. Non servono più centri di accoglienza, servono voli di linea prenotati in un’unica direzione.
Se un cittadino italiano con lo stesso curriculum avesse fatto un decimo di ciò che ha fatto questo marocchino, marcirebbe in galera da anni. Perché per loro valgono regole diverse? Perché le nostre figlie devono avere paura di uscire il sabato sera nella loro città?
La risposta è semplice e crudele: perché abbiamo smesso di difendere il nostro territorio. Abbiamo aperto le porte a chi ci odia e ci deruba, e ora paghiamo il conto. Ma il conto è troppo alto. È fatto di lacrime, di sangue, di paura.
Bolzano, Alto Adige, Italia: è ora di riprendersi le nostre strade.
Espulsione immediata per ogni delinquente straniero con precedenti.
Revoca automatica della protezione al primo reato.
Rimpatrio forzato, anche con la forza se necessario.
Perché se non lo facciamo noi, lo faranno loro: un locale alla volta, una ragazza alla volta, una città alla volta.
E allora sarà troppo tardi per piangere.



Asilo???? Mi suona strano, se penso che nelle agenzie di viaggio pubblicizzano il Capodanno in Marocco con la modica cifra di 1.700€ a persona x 4 notti!!! Ma come, dico io, se non è un paesello sicuro, come mai attentano alla nostra vita proponendoci di entrare nella fossa dei serpenti??? Se la Farnesina fosse un tantino coerente dovrebbe SCONSIGLIARCI una destinazione così pericolosa….🤬