Stupra una mamma che tornava dalla figlia ma le toghe lo perdonano

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By V dicembre 17, 2025 23:08

Stupra una mamma che tornava dalla figlia ma le toghe lo perdonano

### Stupro di Priverno: la vittima racconta l’orrore, le toghe rosse riducono la pena al mostro africano a soli 4 anni

Priverno, 18 dicembre 2025. Una giovane madre italiana vive ancora l’incubo di quella notte del 1° novembre 2023: accettò un passaggio in motorino da un “conoscente” marocchino, J.Y., per tornare in fretta dalla sua figlia piccola. Lui, invece, la portò in una strada isolata, la trascinò in uno stabile abbandonato, la denudò con la forza, la picchiò con pugni in testa e la violentò carnalmente, contro la sua volontà. La donna riuscì a divincolarsi, fuggì nuda nelle campagne, vagò per sei ore al freddo, tra spine e alberi, terrorizzata che lui la stesse cercando per finirla. Solo all’alba trovò aiuto, con il corpo coperto di ferite, contusioni e un trauma cranico.

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La sua testimonianza, pubblicata sui social subito dopo la denuncia, è un pugno allo stomaco che nessuna sentenza può cancellare: “Era un conoscente. Avevo fretta di tornare da mia figlia. Ho accettato il passaggio (e ho sbagliato). Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò? I suoi urli, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa… ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore. Quando non mi ha più cercata, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo choc, pur di trovare una uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando al buio pesto. Sapete perché? Per tornare da mia figlia! La mia unica ragione di vita. […] Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. Non sono io che mi devi vergognare! Ma quell’essere, che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male, ma non conosceva la forza di una mamma. E questa frase la dedico a lui: ‘non ti farò vincere nemmeno un giorno di più regalandoti la mia tristezza o il mio dolore’”.

L’unico errore commesso è stato quello, esiziale, di fidarsi di un immigrato. Come vuole la propaganda.

Parole di una forza immensa, che raccontano non solo la brutalità dello stupro, ma la determinazione di una madre italiana a sopravvivere per la sua bambina. Eppure, ieri la Corte d’Appello di Roma ha pensato bene di ridicolizzare questa sofferenza: ha ridotto la pena al violentatore marocchino da 6 anni e 8 mesi a soli 4 anni di reclusione. Un regalo vergognoso, motivato con il “vizio parziale di mente” – come se la ferocia pianificata di un predatore sessuale potesse essere scusata da una perizia psichiatrica.

Le toghe della Corte d’Appello hanno di fatto premiato un immigrato senza fissa dimora, già fermato dai Carabinieri di Priverno con prontezza, che aveva negato tutto inventando una fantomatica “relazione sentimentale”. Hanno ignorato la ricostruzione degli inquirenti, le prove mediche (prognosi di 10 giorni), la fuga disperata della vittima. Hanno calpestato la dignità di una donna italiana, di una madre, per applicare sconti di pena che puzzano di ideologia buonista: quella stessa ideologia che protegge i criminali stranieri a discapito delle vittime italiane.

Quante volte ancora dovremo assistere a queste sentenze scandalose? Ridurre a 4 anni una violenza sessuale così brutale significa dire ai predatori importati: “Venite pure, stuprate, picchiate: al massimo vi faremo qualche anno di vacanza in carcere, con sconti per buona condotta e vizi di mente”. È un invito a delinquere, pagato con il terrore delle nostre donne.

La vittima avrà diritto a un risarcimento civile, ma nessuna somma ripagherà le sei ore di terrore nudo al freddo, le spine nella carne, il trauma indelebile. Le toghe che hanno firmato questa vergogna dovrebbero vergognarsi: hanno scelto di stare dalla parte del mostro africano, non della madre italiana. È ora di dire basta: pene certe e severe per gli stupratori stranieri, espulsione immediata dopo la condanna, stop a sconti e perizie compiacenti. Le nostre donne non sono sacrificabili sull’altare del multiculturalismo fallito. Giustizia per la vittima di Priverno, e punizione esemplare per chi, in toga, la tradisce una seconda volta.

Stupra una mamma che tornava dalla figlia ma le toghe lo perdonano ultima modifica: 2025-12-17T23:08:01+00:00 da V
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By V dicembre 17, 2025 23:08
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1 Comment

  1. S.C. dicembre 18, 05:28

    State lontane dai baluba, lo ripeterò all’infinito. Caso contrario aspettatevi di tutto e non meravigliatevi

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