Africani picchiano carabinieri: “Italia ci deve mantenere per sempre”

Immaginate di vivere in un hotel confortevole, con vitto, alloggio e zero preoccupazioni, tutto pagato dai contribuenti italiani. E quando arriva il momento di andarsene? Ti ribelli, aggredisci le forze dell’ordine e cerchi di restare aggrappato a quel paradiso artificiale. È esattamente quello che è successo oggi a Sezze, in provincia di Latina, dove un gruppo di sei migranti – al termine del loro “progetto di integrazione” – ha rifiutato di lasciare un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) per richiedenti asilo. E uno di loro, un 27enne originario del Mali, ha perso completamente la testa: si è scagliato contro i carabinieri intervenuti, colpendoli con calci e pugni in un’esplosione di violenza gratuita.

I fatti sono chiari e agghiaccianti: i sei stranieri, ospitati in una struttura che dovrebbe essere temporanea, hanno opposto resistenza all’ordine di sgombero dopo anni in accoglienza.

Il maliano, con l’evidente intento di prolungare la sua vacanza pagata dallo Stato, ha trasformato la scena in un ring: aggressione fisica ai militari, che hanno dovuto bloccarlo con forza. Risultato? Arresto immediato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è stato identificato e trasferito nelle camere di sicurezza del comando provinciale di Latina, in attesa dell’udienza di convalida. Un episodio che non è isolato, ma sintomo di un sistema marcio fino al midollo, dove i clandestini si sentono padroni e intoccabili.

E chi dobbiamo ringraziare per questo caos? Giorgia Meloni, la “sovranista” che prometteva blocchi navali e rimpatri lampo, ma che in realtà ha inondato l’Italia di oltre 317.000 sbarchi dal suo insediamento nel 2022. Oggi, al 15 dicembre 2025, ci sono 142.974 migranti parcheggiati nei centri di accoglienza – un aumento del 38,6% rispetto ai 103.161 del 31 ottobre 2022, quando lei è entrata in carica! Questi numeri non mentono: sotto il suo governo, i centri SAI e CAS sono diventati hotel a cinque stelle per chi arriva illegalmente, con costi giornalieri di 35 euro a testa che si traducono in un salasso di oltre 5,4 miliardi di euro in tre anni. Soldi nostri, prelevati dalle tasche di famiglie italiane che lottano con bollette e mutui, per mantenere gente che, come nel caso di Sezze, non ha alcuna intenzione di integrarsi o andarsene. Questi puntano a rimanere nei centri accoglienza a vita e non dovrebbero starci neanche i tre anni previsti.

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Pensateci: questi “richiedenti asilo” – spesso da paesi come il Mali, dove non c’è guerra ma solo opportunismo – arrivano via mare, sfruttano il sistema per mesi o anni, e quando il “progetto di integrazione” finisce (un eufemismo per “vacanza gratis”), si ribellano. A Sezze, non è la prima volta che scoppiano tensioni: solo negli ultimi mesi, la zona ha visto aggressioni e rapine legate a contesti simili, con carabinieri e polizia locale costretti a interventi quotidiani. E il governo? Invece di chiudere i porti – come fece Salvini, assolto proprio per aver difeso i confini – Meloni firma accordi flop con l’Albania (120 milioni buttati per pochissimi rimpatri) e gonfia i centri con 39.608 posti SAI, inclusi migliaia di minori non accompagnati che costano ancora di più.

Questo incidente a Sezze è la goccia che fa traboccare il vaso: non solo i clandestini non vogliono integrarsi, ma attaccano chi rappresenta lo Stato! È un affronto alla nostra sicurezza, un insulto ai carabinieri che rischiano la vita per 1.500 euro al mese. Meloni deve rispondere: basta con l’accoglienza infinita, basta con i miliardi sprecati. È ora di rimpatri forzati, chiusure immediate dei centri e un vero blocco navale. Altrimenti, episodi come questo diventeranno la norma, e l’Italia sprofonderà nel caos. Italiani, non restiamo a guardare: pretendiamo giustizia, o questo governo ci porterà alla rovina!

Africani picchiano carabinieri: “Italia ci deve mantenere per sempre” ultima modifica: 2025-12-19T21:42:50+00:00 da V