La mamma del 15enne sequestrato dai maranza si pente del suo buonismo: «Credevo nell’accoglienza»

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By V dicembre 24, 2025 15:31

La mamma del 15enne sequestrato dai maranza si pente del suo buonismo: «Credevo nell’accoglienza»

La mamma radical chic del ragazzino sequestrato dai maranza scrive ai giornali e scopre che i maranza – immigrati di seconda generazione – sono il problema di Milano. Ma tiene a precisare che è antirazzista e contro le discriminazioni. In pratica ammette di essere uno dei responsabili del problema.

### “Mio Figlio Sequestrato e Umiliato da Maranza Stranieri: Nessuno ha Aiutato” – La Lettera della Mamma Svela l’Orrore della Seconda Generazione Impunita

**Milano, 24 dicembre 2025** – Una madre milanese, in una lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera, racconta l’incubo vissuto dal figlio 15enne e dai suoi amici: aggrediti, rapinati, uno sequestrato per un’ora in corso Buenos Aires, spogliato e trascinato in maglietta e calze mentre chiedeva aiuto. E nessuno – in una via affollata di acquisti natalizi – si è fermato. La mamma denuncia l’indifferenza, ma ammette l’evidenza: “erano tutti ragazzi stranieri, tranne la ragazza”.

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Ecco la lettera completa della madre, che parla da sola:

> Caro Direttore,
> sono la mamma di uno dei quattro ragazzi quindicenni aggrediti domenica sera, intorno alle 19.30, nei dintorni di corso Buenos Aires, nel pieno centro di Milano.
> Sono molti i temi di cui vorrei parlare dopo un’esperienza simile e sono innumerevoli i dettagli che inevitabilmente restano fuori da un articolo di cronaca.
> C’è il racconto di mio figlio, che mi restituisce l’immagine di uno dei quattro aggressori — il più piccolo, il più defilato — che dice agli altri di smetterla e di andarsene e che, una volta in questura, scoppia in un pianto disperato. Un’immagine che non riesce a smettere di straziarmi il cuore.
> C’è la descrizione di una ragazza poco più grande di mio figlio, completamente fuori di sé, strafatta (nordafricana anche lei ndr…) di droga e ubriaca.
> C’è il «capo» della gang, spietato ma al tempo stesso inesperto, goffo nei suoi errori da ragazzino.
> C’è poi il tema scottante, che non posso ignorare: sì, erano tutti ragazzi stranieri, tranne la ragazza (lo era anche la ragazza ndr…).
>
> È un’evidenza che cerco sempre di maneggiare con cautela, da donna che rifiuta la discriminazione, che crede nell’accoglienza, nell’integrazione e nell’aiuto dei più fragili. Ma oggi non posso fare a meno di chiedermi se non sia ipocrisia negare che a Milano il fenomeno dei cosiddetti “maranza” stia diventando una vera emergenza sociale.
> E poi le domande, tante, che mi affollano la mente: cosa sta trasformando Milano in una città sempre più invivibile? Perché la scuola, l’unico vero strumento che abbiamo per sanare le disuguaglianze, sembra agonizzare? Perché in Italia siamo sempre più succubi di modelli di riferimento ottusi, mediocri, ignoranti e volgari, molto più che in altri Paesi a noi vicini? Potrei continuare a lungo. (non è vero, basti guardare alla Francia. Il problema è il buonismo di certe madri ndr…)
>
> Ma, in realtà, non è questo che mi ha spinto a scrivere.
> Ciò che sento il bisogno di denunciare riguarda tutti, indipendentemente dal credo politico o religioso, dal ceto sociale, culturale o economico.
> Durante l’ora da incubo vissuta dai nostri ragazzi, nessuno – ma proprio nessuno – li ha aiutati. Alle otto di sera, nel pieno centro di una città affollata di persone intente a fare acquisti natalizi.
> L’amico di mio figlio, il ragazzo sequestrato e spogliato, trascinato in maglietta e calze tra corso Buenos Aires e le vie limitrofe, chiedeva aiuto ai passanti, ma nessuno si è fermato. Solo dopo quasi un’ora un ragazzo di Glovo e un uomo sulla cinquantina si sono accorti di lui.
> Nel frattempo mio figlio e gli altri amici, rifugiatisi in una pizzeria per chiamare la polizia e chiedere aiuto, non sono stati in alcun modo soccorsi quando sono usciti per non perdere di vista l’amico che veniva trascinato via.
> Credo non serva aggiungere altro.
>
> L’amarezza e l’indignazione che provo oggi sono mitigate solo da un pensiero: il coraggio, l’unità, la lucidità e la forza dimostrati dai nostri figli. Non si sono persi d’animo, hanno reagito con intelligenza, sono rimasti uniti e si sono aiutati fino all’arrivo dei soccorsi.
> Proprio perché è Natale, auguro a questa generazione di giovani belli e consapevoli l’arduo compito di riuscire a salvare un’umanità sempre più piccola e meschina che sembra ormai naufragare.

Una madre che, pur partendo dal buonismo (“rifiuto la discriminazione, credo nell’accoglienza”), arriva a riconoscere l’evidenza: i “maranza” sono quasi tutti stranieri, e rappresentano un’emergenza sociale. Ma la lettera rivela anche l’ipocrisia del sistema: descrive il “più piccolo” che piange in questura, la ragazza strafatta, il “capo” goffo – come se fossero poveri disagiati da compatire. No: sono predatori di seconda generazione, cresciuti in Italia con i nostri soldi, ma educati a disprezzare le nostre regole, le nostre donne, i nostri figli.

**La verità è brutale: la seconda generazione è il fallimento totale dell’immigrazione.** Ragazzi stranieri (tunisino, marocchino, siriano, e la ragazza – forse italiana di origine immigrata) che sequestrano un 15enne italiano per un’ora in centro Milano, lo spogliano, lo umiliano, lo trascinano scalzo – e i passanti? Indifferenti, paralizzati dalla paura o dal terrore di essere chiamati razzisti se intervengono contro “minorenni stranieri”.

La mamma denuncia l’indifferenza, ma è proprio il buonismo come il suo – “maneggiare con cautela l’evidenza” – che ha creato questa indifferenza collettiva. Anni di “accoglienza” cieca, ricongiungimenti familiari che importano interi clan, scuole agonizzanti perché sovraccariche di alunni non integrati: risultato, maranza che dominano le strade, e italiani che abbassano lo sguardo.

**Quante altre ore da incubo per i nostri figli?** Un 15enne italiano ostaggio di una gang multietnica in corso Buenos Aires: questa è la Milano “inclusiva”. La madre augura ai nostri ragazzi di “salvare l’umanità meschina”: no, devono salvare l’Italia da questa invasione che li trasforma in prede.

**Svegliamoci prima che sia troppo tardi.** Espulsioni immediate per tutta la gang, revoca permessi alle famiglie, abrogazione ricongiungimenti. Tolleranza zero per seconde generazioni violente: niente comunità come premio, ma rimpatrio. L’indifferenza uccide: quella dei passanti e quella di chi ancora crede nell'”accoglienza” senza confini.

La lettera di una mamma straziata è un grido d’allarme: i maranza stranieri sono l’emergenza. Ignorarla significa sacrificare i nostri figli.

(Fonti: Corriere della Sera Milano – 24 dicembre 2025)

La mamma del 15enne sequestrato dai maranza si pente del suo buonismo: «Credevo nell’accoglienza» ultima modifica: 2025-12-24T15:31:53+00:00 da V
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By V dicembre 24, 2025 15:31
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1 Comment

  1. Steobaldo dicembre 24, 17:01

    alla signora dire che c’è un proverbio che così recita: …male troppo non fu mai voluto…? no no…mi sbaglio…mi pare dica…male fu non troppo voluto mai? Macché…male voluto non fu mai troppo…? Insomma scelga lei e la prossima volta si ponga il problema di chi viene accolto e non integrato perché non vuole essere integrato…ma anzi vuole che siamo noi a integrarci a quelle merde in forma umana che loro sono

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