Magistrato anti-Salvini ha la scorta ma le donne molestate dai clandestini NO
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### La Giustizia a Due Velocità: La Scorta alla Toga di Palermo e le Donne Senza Protezione
**Palermo, 18 Ottobre 2024** – Nel cuore della Sicilia, dove la lotta alla mafia ha scritto pagine di storia, un nuovo capitolo, questa volta farsesco, si sta scrivendo nell’aula bunker del carcere Pagliarelli. Qui, Matteo Salvini, ex Ministro dell’Interno e leader della Lega, affronta un processo che molti vedono come l’emblema di una giustizia politicizzata.
Al centro delle polemiche anche la decisione di assegnare una scorta alla magistratura coinvolta nel caso, una misura di sicurezza pagata dai contribuenti, motivata da presunte minacce ricevute.
**La Scorta per la Toga**
La notizia ha sollevato un vespaio di critiche: mentre la toga di Palermo viene protetta a spese pubbliche, la questione sollevata dai cittadini, e soprattutto dalle donne italiane, è amara e diretta. Ogni giorno, le cronache riportano casi di molestie, stupri e violenze, spesso attribuite a clandestini, facilitati ad entrare e restare in Italia proprio da magistrati come la toga anti-Salvini. La percezione di molte donne è quella di essere lasciate senza una protezione adeguata, mentre risorse vengono allocate per proteggere chi, secondo loro, processa non per giustizia, ma per ideologia politica favorendo l’ingresso e la permanenza di criminali clandestini.
**Le Donne Senza Protezione**
Le storie di aggressioni in strada, nelle stazioni, nei parchi, raccontano di una sicurezza che sembra mancare dove più serve. Le vittime di questi crimini si chiedono perché le loro richieste di maggiore sicurezza, di una presenza più incisiva delle forze dell’ordine, cadano nel vuoto, mentre la protezione viene garantita a chi è visto come parte di un sistema giudiziario politicizzato e che favorisce il degrado e l’insicurezza processando chi voleva e vuole tenerli fuori dall’Italia.
**Un Contrasto che Fa Riflettere**
Il contrasto tra la rapida assegnazione di una scorta a un magistrato e la sensazione di abbandono da parte delle vittime di violenza urbana mette in luce una serie di domande sulla priorità delle istituzioni. È giusto che le risorse pubbliche vadano a proteggere chi è già in una posizione di potere e visibilità, mentre chi vive la quotidiana minaccia della strada si sente ignorato?
**Il Dibattito Pubblico**
Su X e altri social media, il dibattito infuria. Gli utenti esprimono frustrazione e sdegno, vedendo in questa disparità di trattamento un simbolo di una giustizia a due velocità. Da un lato, chi processa un politico per le sue scelte in materia di immigrazione; dall’altro, le vittime di una criminalità di importazione vengono lasciate sole alla mercé degli stessi clandestini liberi e in Italia grazie a magistrati ideologizzati come questo.
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