Trump invia 10mila soldati al confine col Messico: noi li mandiamo in Libano
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Trump e Migranti, Giro di Vite: Soldati al Confine con il Messico – Un Esempio per l’Italia di Meloni
Il presidente Donald Trump ha deciso di mettere in campo almeno 1.500 militari per fortificare il confine meridionale degli Stati Uniti con il Messico, segnando un deciso giro di vite nelle politiche contro l’immigrazione illegale. Questa mossa rappresenta un’azione concreta per difendere la sovranità nazionale, mettendo in primo piano la sicurezza interna contro gli ingressi non autorizzati.
Donald Trump si sta preparando a inviare 10.000 soldati al confine meridionale degli Stati Uniti e di ordinare agli agenti di frontiera di negare l’ingresso ai richiedenti asilo se “hanno viaggiato attraverso un Paese con malattie trasmissibili”.
Lo rivela un documento interno dell’autorità delle dogane di cui il Washington Post ha preso visione.
Nel documento non si menziona alcuna malattia specifica e quindi di fatto il provvedimento chiude il confine a chiunque tenti di chiedere l’asilo in base alla legge americana.
Nella nota interna si legge, inoltre, che gli agenti della polizia di frontiera sono stati istruiti a “dissuadere, negare, identificare e interdire”. La Casa Bianca ufficialmente ha annunciato il dispiegamento di 1.500 nuovi militari.
L’Esempio di Trump: Priorità ai Confini Nazionali
L’azione di Trump è un chiaro messaggio: i confini nazionali devono essere protetti con la stessa determinazione con cui si proteggono gli interessi interni. Gli Stati Uniti hanno scelto di impiegare le proprie forze armate per affrontare una questione che ritengono minacci la sicurezza e l’economia del paese, dimostrando che la priorità deve essere data alla protezione dei propri cittadini e delle proprie frontiere.
Il Caso Italiano: Una Domanda di Coerenza
In Italia, la situazione è diversa ma non meno critica. Attualmente, 1.072 unità di personale militare sono impegnate in Libano nella missione UNIFIL e altre migliaia in altre zone del mondo, vigilando confini che non sono i nostri. Questo dispiegamento di truppe all’estero, mentre i confini nazionali sono esposti a un’ondata di immigrazione irregolare, solleva un interrogativo: perché non utilizzare i nostri soldati per difendere i nostri confini?
Difendere i Confini di Casa Nostra
L’Italia si trova in una posizione dove la sicurezza interna è spesso messa in discussione dall’arrivo di migranti attraverso il Mediterraneo e il confine terrestre orientale. La domanda è sempre più insistente: come possiamo giustificare l’invio di soldati a proteggere confini altrui, mentre il nostro paese è in prima linea contro un’immigrazione che molti percepiscono come incontrollata e pericolosa?
L’esempio di Trump non è solo una politica di sicurezza ma anche una lezione di sovranità. Se i militari italiani sono capaci di mantenere la pace e la sicurezza in Libano, perché non possono fare lo stesso per garantire la sicurezza dei confini italiani? La difesa dei confini nazionali dovrebbe essere una priorità, non solo per ragioni di sicurezza ma anche per il rispetto della sovranità nazionale.
Una Richiesta di Cambio di Rotta
È tempo per l’Italia e forse per tutta l’Europa di rivalutare la distribuzione delle proprie forze armate. L’uso dei militari per proteggere i confini nazionali non deve essere visto come un atto di chiusura verso il mondo, ma come un atto di responsabilità verso i propri cittadini. La sicurezza interna non può rimanere in secondo piano rispetto agli impegni internazionali.
Il dibattito sulla gestione delle frontiere è aperto e complesso, ma la lezione che possiamo trarre da Trump è chiara: i militari devono essere utilizzati prima di tutto per difendere i confini nazionali, garantendo che la sicurezza dei propri cittadini sia la priorità assoluta.
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