Gay di seconda generazione: prima stuprano ragazzino e poi diffondono video
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Trento: La Prova Inconfutabile che l’Integrazione è un Mito – Violenza Inammissibile da Figli dell’Immigrazione
Bambino stuprato da due immigrati di seconda generazione per sigaretta negata
La città di Trento è stata travolta da un crimine così abominevole che mette fine una volta per tutte all’illusione dell’integrazione: due ragazzi di 14 anni, nati da immigrati, hanno perpetrato un atto di violenza sessuale contro un bambino di 13 anni, tutto per una sigaretta elettronica. Ma la loro malvagità non si è fermata lì; questi mostri hanno filmato l’orrore e diffuso i video, vantandosi del loro atto bestiale, dimostrando che l’integrazione è un’utopia fallimentare.
La Procura della Repubblica per i minorenni di Trento ha aperto un fascicolo per violenza sessuale di gruppo aggravata e divulgazione di immagini sessualmente esplicite, ma non stiamo parlando solo di un crimine; stiamo parlando di una prova tangibile che l’immigrazione ha portato tra di noi non solo persone, ma anche una cultura di violenza e disprezzo per la vita umana.
Cosa abbiamo insegnato a questi giovani? Niente, perché evidentemente l’integrazione è un concetto che non ha radici in chi non condivide i nostri valori fondamentali. L’Italia ha aperto le sue porte, ma ciò che è entrato è una generazione che non rispetta le nostre leggi, che non riconosce il valore della dignità umana. Questi ragazzi, nati e cresciuti qui, hanno dimostrato che l’integrazione è impossibile quando si tratta di valori morali e civici.
Non possiamo più accettare il mito che con l’immigrazione arricchiamo la nostra società. Questo caso è la prova che ciò che abbiamo ottenuto è un gruppo di giovani pronti a commettere crimini orribili, orgogliosi di violare e umiliare, di trasformare un bambino in una vittima per una disputa banale.
L’immigrazione di seconda generazione ha fallito, e fallito miseramente. Non possiamo più permettere che chi nasce qui, cresca qui, viva senza riconoscere e rispettare le nostre norme sociali, legali e morali. È tempo di essere duri, di ammettere che l’integrazione così come è stata concepita non funziona. Dobbiamo ripensare completamente il nostro approccio, perché se questo è il risultato, significa che abbiamo accolto non solo persone, ma anche i loro peggiori istinti.
Trento oggi piange per un bambino che ha perso la sua innocenza, ma domani deve alzarsi in piedi, riconoscere che l’integrazione come la conosciamo è un errore, e agire di conseguenza per proteggere i nostri figli, la nostra società, da chi non può o non vuole integrarsi.
Minorenni immigrati e pure froci?
Appena maggiorenni li eleggeranno in quota pd, “pour le merité”…