Nigeriano spacca la testa ai passanti a sassate: clandestino mai espulso

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By V novembre 1, 2025 22:08

Nigeriano spacca la testa ai passanti a sassate: clandestino mai espulso

# Roma nel caos: nigeriano clandestino scaglia sassi sui passanti, un innocente colpito alla testa! Espulso e ignorato, semina terrore per le strade della Capitale

## Un 43enne irregolare, già destinatario di un decreto di espulsione, scatena l’inferno in via Tripolitania: la polizia lo blocca, ma il danno è fatto. “Basta con questa follia!”, urlano i cittadini terrorizzati

Che schifo! Che vergogna! La Città Eterna, cuore pulsante d’Italia, si trasforma in un’arena di barbarie dove un clandestino, già cacciato dal Paese, decide di giocare a fare il boia con i sassi! Immaginate: una strada tranquilla del Quartiere Africano, mamme con i bimbi, lavoratori frettolosi, e improvvisamente piovono proiettili di odio su teste innocenti. Un uomo centrato alla tempia, sangue che cola, urla di panico: questo è il regalo avvelenato di un sistema marcio che lascia liberi i mostri tra noi! Quattro e tre dieci, il 43enne nigeriano irregolare – con un decreto di espulsione fresco di stampa – ha seminato il terrore in via Tripolitania, colpendo un passante alla testa e rischiando di trasformare una passeggiata in un funerale. Arrestato dalla Polizia Locale, sì, ma a che prezzo? La rabbia ribolle: quando finirà questa umiliazione per gli italiani?

È l’1 novembre, tardo pomeriggio, e Roma trema. Gli agenti del II Gruppo Parioli notano l’orrore: un uomo – alto, scuro, con gli occhi folli – raccoglie sassi dal marciapiede e li scaglia come proiettili contro chiunque osi incrociargli lo sguardo. “Senza motivo apparente!”, gridano le cronache, ma noi sappiamo: è il frutto marcio di un’immigrazione fuori controllo, di decreti di espulsione che valgono meno di un foglio di carta igienica! Uno dei bersagli, un povero cristo qualunque, incassa in pieno: sasso alla tempia, ferita lacero-contusa, sangue ovunque. Ricoverato in ospedale, tra punti e traumi, mentre il responsabile – un 43enne della Nigeria, clandestino patentato – continua la sua danza di morte fino all’intervento delle divise. Denunciato per lesioni e getto pericoloso di cose, avviato all’espulsione: parole, solo parole! Quante volte le abbiamo sentite, quante vittime pagheranno ancora questo bluff?

“Basta! Questa è una guerra contro i cittadini onesti!”, tuona la voce della strada, eco di un’Italia stremata. Immaginate il ferito: un padre di famiglia? Un nonno? Un ragazzo al primo lavoro? Colpito alla testa per cosa? Per il crimine di esistere in una città invasa da chi non rispetta né legge né umanità! E il clandestino? Già espulso sulla carta, ma libero di bighellonare, di odiare, di ferire. La Polizia Locale merita un applauso per averlo bloccato – “È stato condotto al comando e identificato”, dicono i rapporti – ma dove sono i rimpatri veri? Dove la frontiera che tiene fuori i delinquenti? Questo non è un episodio isolato: è il sintomo purulento di un Paese che si piega, che tollera l’intollerabile per paura di essere chiamato “razzista”. Che ipocrisia schifosa! I romani, noi romani, meritiamo strade sicure, non sassate dal nulla!

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La furia sale, e con essa la domanda che brucia: fino a quando? Fino a quando un espulso potrà giocare al kamikaze con i ciottoli? Fino a quando un italiano dovrà guardarsi le spalle da un sasso volante invece che dal traffico? Le autorità tacciono, o balbettano promesse vuote: “Avviato all’espulsione”, “Denunciato”. Ma noi non ci accontentiamo! Vogliamo muri, non muri di gomma! Vogliamo polizia armata di fatti, non di scuse! Roma non è un campo di battaglia per falliti, è la nostra casa, il nostro sangue! Se non si agisce ora – con espulsioni lampo, controlli ferrei, pene che mordono – la prossima pietra potrebbe essere fatale. E allora? Chi risponderà del sangue innocente? Basta con questa follia! Roma si ribella, l’Italia si sveglia: o loro fuori, o noi in catene!

Nigeriano spacca la testa ai passanti a sassate: clandestino mai espulso ultima modifica: 2025-11-01T22:08:21+00:00 da V
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