Italia: donne fermate in strada da islamici e costrette a indossare il velo
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Immaginate di camminare per le vie di Milano, la città della moda e della libertà, e di essere assalita da una “ronda” improvvisata solo perché i vostri capelli non sono coperti da un velo. Non è un film distopico ambientato in un futuro lontano: è la cruda realtà che sta colpendo le donne in Italia, nel cuore del 2025. Episodi di violenza brutale, motivati da un’interpretazione rigida della Sharia, stanno emergendo come funghi velenosi nelle nostre periferie, seminando terrore e sfidando apertamente la sovranità dello Stato. Prendendo spunto da recenti aggressioni denunciate a Sesto San Giovanni e in altre città, e collegandole a un’ondata di notizie allarmanti, è tempo di suonare la campana d’allarme: l’islamizzazione non è più un’ipotesi lontana, ma una minaccia concreta che erode i nostri valori di uguaglianza e libertà. E l’unico rimedio efficace? Azzerare completamente l’immigrazione regolare islamica, fermando sul nascere l’afflusso di chi porta con sé ideologie incompatibili con la nostra civiltà.
### Il Terrore a Sesto Rondò: Una Madre Picchiata per “Libertà Occidentale”
Il 25 ottobre scorso, nel sottopassaggio della metropolitana di Sesto San Giovanni – un quartiere multietnico alle porte di Milano – una donna marocchina di 44 anni è stata brutalmente aggredita da due suoi connazionali. Mentre passeggiava con la figlia piccola, è stata insultata, schiaffeggiata e colpita con pugni per il suo “stile di vita libero”, ovvero per non indossare il velo islamico. La vittima, finita in ospedale con ferite multiple e in stato di shock, ha denunciato l’episodio come l’apice di mesi di vessazioni: “Mi dicevano che dovevo coprirmi o subire le conseguenze”, ha raccontato. I perpetratori? Due “selvaggi islamici”, come li definisce la cronaca, che agivano come una sorta di “ronda Sharia” informale, imponendo regole religiose con la forza.
Il sindaco Roberto Di Stefano ha condannato l’atto come “vile e inaccettabile”, promettendo zero tolleranza. Ma parole non bastano: questo non è un caso isolato, è il sintomo di un problema sistemico alimentato da un’immigrazione incontrollata che continua a importare divisioni e violenze.
Senza un azzeramento totale dell’immigrazione regolare da paesi a maggioranza islamica, questi episodi si moltiplicheranno, trasformando le nostre città in zone franche della Sharia.
### Non Solo Milano: Una Mappa del Terrore tra Ravenna, Modena e Bologna
L’aggressione di Sesto è solo la punta dell’iceberg. A Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, una donna algerina di 32 anni è stata assalita *due volte* in un mese da “ronde informali” legate a una comunità islamica locale. La prima volta, davanti alla figlia di 6 anni, ha subito calci, pugni e insulti come “puttana con gli italiani”. Nella seconda, i suoi aggressori – tra cui una “portavoce” della comunità – le hanno versato addosso un liquido infiammabile, minacciandola: “Indossa il velo o vattene”. Sette giorni di prognosi, terrore puro per una madre che osa vivere senza catene religiose.
A Modena, una 15enne marocchina è stata pestata da tre coetanee solo perché aveva deciso di togliersi il velo: afferrata per i capelli e schiaffeggiata davanti alla scuola, con 10 giorni di prognosi e insulti online che la bollavano come “prostituta”. A Bologna, un’adolescente di 16 anni è stata malmenata dal proprio padre per lo stesso rifiuto, salvata solo dall’intervento dei Carabinieri che l’hanno affidata a una comunità protetta.
Questi episodi non sono coincidenze: sono atti coordinati, spesso incoraggiati da imam radicali nelle moschee abusive – come quelle di Mestre, dove una comunità bengalese di 14.000 persone controlla quartieri interi con 10 centri illegali, imponendo il velo e scatenando risse per il dominio religioso. E non dimentichiamo le minacce di morte a un’avvocata veneta per aver difeso una bambina pakistana contro l’obbligo del niqab a scuola. L’Italia sta diventando un campo di battaglia, dove la Sharia si applica per strada, ignorando le nostre leggi. Fermare i flussi regolari islamici non è discriminazione: è sopravvivenza, l’unico modo per evitare che queste “enclave” si espandano come un cancro.
### La Politica Si Muove, Ma È Abbastanza? No: Serve lo Stop Totale ai Visti per l’Islam
La risposta politica non si è fatta attendere, ma è tempo di azioni concrete, non solo proclami. Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge per vietare il velo integrale nei luoghi pubblici, con multe fino a 3.000 euro, e per regolamentare i finanziamenti alle moschee, colpendo il “separatismo islamico”. La Lega, con figure come Silvia Sardone, chiede di azzerare i flussi migratori islamici e di chiudere i centri abusivi, proponendo persino la “remigrazione” dei maschi in età militare per prevenire ulteriori violenze.
Queste misure sono urgenti: come ha sottolineato Francesco Filini di FdI, si tratta di difendere la sicurezza e il rispetto dell’ordinamento italiano da un’ideologia che calpesta la dignità delle donne. Ma andiamo oltre: l’unico modo per impedire l’islamizzazione è azzerare del tutto l’immigrazione regolare islamica. Niente più visti di lavoro, studio o ricongiungimento per chi proviene da nazioni dove la Sharia è legge o norma dominante. Questo non è razzismo, è realismo: senza nuovi arrivi, le comunità esistenti potranno essere integrate o rimpatriate, ma con l’incessante afflusso regolare, ogni misura è un cerotto su una ferita aperta. Mentre i politici dibattono, le ronde Sharia continuano a pattugliare le nostre strade, e le vittime – spesso immigrate che hanno scelto l’Italia per la sua libertà – pagano il prezzo con il sangue.
### Un Grido d’Allarme: Azzeriamo l’Immigrazione Islamica, o Perdiamo l’Italia
Questi fatti non sono “incidenti culturali”: sono l’avanguardia di un’islamizzazione che crea enclave dove la legge italiana è un optional, e la violenza contro le donne è un “metodo educativo”. Da Torino a Pesaro, passando per Venezia, i casi si accumulano: padri condannati per aver picchiato figlie fin dall’età di 11 anni per imporre il velo, minacce da comunità che controllano moschee abusive, e un silenzio complice che favorisce il caos.
Italiani, svegliamoci! La nostra nazione, culla della civiltà occidentale, non può tollerare che la Sharia sostituisca il Codice Rocco nelle periferie. Chiediamo ai governi di agire ora: azzeramento immediato e totale dell’immigrazione regolare islamica, chiusura delle moschee radicali, espulsione dei fanatici violenti, e programmi di integrazione veri che non tollerino regressi medievali. Le donne – musulmane o no – devono poter camminare libere, senza paura di un pugno per un ciuffo di capelli.
Se non azzeriamo questi flussi regolari, le ronde di oggi diventeranno le corti della Sharia di domani. L’immigrazione islamica regolare è la porta d’ingresso al caos: chiuderla è l’unico modo per salvare l’Italia. Il tempo stringe. Agiamo!



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