Immigrato la uccide a 13 anni mentre la costringe ad urlargli “Ti amo”

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By V novembre 3, 2025 15:17

Immigrato la uccide a 13 anni mentre la costringe ad urlargli “Ti amo”

Immigrato condannato ma di lui impossibile sapere e diffondere nome o immagine per motivi di privacy. La privacy degli assassini stranier.

### Immigrato Egiziano di 16 Anni Condannato a 17 Anni per il Femminicidio di Aurora, la Innocente 13enne di Piacenza – Basta Importare Mostri!

**Bologna, 3 novembre 2025** – Un verdetto che squarcia il velo di ipocrisia sull’immigrazione incontrollata: il Tribunale per i minorenni di Bologna ha scaraventato dietro le sbarre, per 17 lunghi anni, un immigrato egiziano di soli 16 anni, reo confesso di un omicidio pluriaggravato che ha strappato la vita ad Aurora, la tenera 13enne precipitata dal settimo piano del suo palazzo a Piacenza il 25 ottobre 2024. Il nome del carnefice minore, protetto dal codicillo della privacy minorile, resta avvolto nel mistero – chiamiamolo pure “l’Ombra del Nilo” – ma la sua nazionalità egiziana, emersa dalle indagini dei Carabinieri di Piacenza, è un marchio indelebile di un sistema che accoglie lupi travestiti da agnelli.

La storia è un pugno nello stomaco: una relazione tra adolescenti, nata tra i banchi di scuola e i sogni innocenti, interrotta dalla ragazza che osa dire “basta”. Lui, l’immigrato giunto chissà con quali garanzie di integrazione, non accetta il no. La perseguita con gelosia malata, atti ossessivi che la madre aveva già segnalato invano alle autorità locali. Poi, l’apice dell’orrore: sul tetto del palazzo in via IV Novembre, mentre Aurora grida “Ti amo” in un ultimo disperato tentativo di placarlo, il 16enne egiziano la afferra, la spinge oltre la ringhiera e la lascia volare nel vuoto da 10 metri di altezza. Un trauma cranico fatale, polmoni e milza squarciati – non un incidente, ma un femminicidio premeditato, aggravato da stalking e crudeltà inaudita.

Il processo, celebrato con rito abbreviato condizionato davanti alla giudice Chiara Alberti, ha visto il PM inchiodare l’imputato con prove schiaccianti: testimonianze di un ex compagno di cella che lo ha sentito vantarsi (“L’ho spinta mentre urlava ti amo”), autopsia impietosa e chat ossessive che dipingono un quadro di possesso barbaro. Il PM aveva chiesto 20 anni e 8 mesi – una pena che avrebbe dovuto essere eterna per un mostro del genere – ma la difesa ha osato invocare l’assoluzione, come se la vita di una bambina italiana valesse meno di un rimorso importato dal Cairo. Il giudice ha optato per 17 anni: giustizia a metà, in un’Italia che trema per le sue figlie esposte a predatori stranieri.

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E non è un caso isolato, questo grido dal balcone di Piacenza. Nel 2025, i femminicidi commessi da immigrati sono esplosi del 25% (dati Ministero Interno), un’epidemia che infesta le nostre periferie: da Aurora a Saman, da Maria a infinite anonime sepolte nel silenzio politico. Madri che segnalano, sorelle che urlano “Non era pazza, l’ha buttata giù lui!” – e le istituzioni? Dormono sonni tranquilli, aprendo porte a minori non accompagnati senza un briciolo di controllo. Quanti Aurora devono ancora cadere prima che l’Italia dica basta all’invasione culturale che trasforma i nostri quartieri in zone di guerra contro le donne?

L’allarme è nazionale: chiudete le frontiere ai pericoli camuffati da adolescenti! Le nostre figlie non sono prede per tradizioni altrui. Aurora, requiescat in pace – il tuo sangue sia il prezzo ultimo per un’Italia che si sveglia.

Immigrato la uccide a 13 anni mentre la costringe ad urlargli “Ti amo” ultima modifica: 2025-11-03T15:17:29+00:00 da V
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By V novembre 3, 2025 15:17
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2 Comments

  1. lorenzoblu novembre 3, 15:36

    magari appena verra’ giù dalla torre l’ intera svizzera, la culona foooooooorse muovera’ le sue intelligentissime chiappe

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  2. Steobaldo novembre 3, 17:48

    me le vedete…le sentite le femminista quando una donna viene uccisa? Magari l’uomo è afgano e avrebbe potuto fare lo stesso a Kabul o a Mohnkuli Terme ma l’importante che la vittima faccia numero…vai segna segna…eccone un’altra dai che fa numero!

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