Ragazzino disabile sequestrato e torturato a Torino da baby gang

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By V novembre 3, 2025 19:38

Ragazzino disabile sequestrato e torturato a Torino da baby gang

# Baby Gang di Maranza a Torino: la Tortura di un 15enne Disabile Rivela il Lato Oscuro dell’Immigrazione Giovanile

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La notte di Halloween si è trasformata in un incubo per un quindicenne fragile e vulnerabile. Tre minorenni – due maschi di 14 e 15 anni e una femmina di 16 – sono ora al centro di un’indagine per sequestro di persona, violenza privata e lesioni aggravate. Ma ciò che emerge dalle prime ricostruzioni non è solo un atto di bullismo estremo: l’ipotesi, visto che le autorità non specificano, è che si tratti di maranza, adolescenti di origine nordafricana o maghrebina, che infestano le periferie torinesi con un mix di vandalismo e crudeltà gratuita. Un pattern che, secondo report delle forze dell’ordine, accomuna molte delle baby gang emerse negli ultimi anni nella cintura sud della città.

### Il Sequestro e le Torture: un Orrore da Film dell’Orrore

Secondo la denuncia sporta dalla madre della vittima ai carabinieri di Moncalieri, il ragazzo – affetto da disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento – è stato adescato con l’inganno da un compagno di scuola, uno dei due maschi indagati. La sera del 31 ottobre, invece di recarsi a casa del nonno come programmato, il 15enne è stato convinto a seguire il “falso amico” in un appartamento abbandonato a Torino, in un’area grigia tra la città e i comuni limitrofi come Nichelino e Trofarello. Lì, ad attenderlo, gli altri due complici: un ragazzo e una ragazza. Gli hanno sequestrato il telefono, bloccando le chiamate dei genitori, e per oltre due ore lo hanno sottoposto a un calvario di umiliazioni e violenze fisiche.

Picchiato, chiuso in bagno, rasato a zero sulle sopracciglia e i capelli con una lametta, ustionato con una sigaretta sulla caviglia: questi sono solo alcuni dei dettagli emersi dalla ricostruzione. Costretto a spogliarsi e a immergersi nel gelido fiume Dora – o Po, secondo alcune testimonianze contrastanti – il ragazzo è stato lasciato libero solo all’alba del 1 novembre, fradicio e sotto choc. Si è presentato in questura a Moncalieri con la felpa inzuppata, denunciando l’accaduto. La madre, in un post virale sui social che ha scosso la comunità, ha descritto il suo dolore: «Perché tutta questa cattiveria verso un ragazzo debole? Lo hanno adescato facendosi passare per amici, e lui era contento. Il mio cuore si è fermato quando ho scoperto che non era dal nonno. Ringrazio Dio che è vivo, ma ho tanta rabbia e dolore».

### Precedenti di Vandalismo: una Banda Già Nota alle Forze dell’Ordine

Non si tratta di un episodio isolato. I tre minorenni, secondo fonti investigative, apparterebbero a una piccola “gang fluida” attiva nei comuni della cintura sud di Torino – Moncalieri, Nichelino, Trofarello – ma con ramificazioni fino a piazza Bengasi in città. Questa zona, multietnica e segnata da degrado sociale, è teatro di atti vandalici ricorrenti: danneggiamenti a vetrine, graffiti, piccoli furti e aggressioni di gruppo. La polizia locale li conosceva già per episodi analoghi, anche se stavolta l’escalation è arrivata a livelli di sadismo puro. La 16enne avrebbe avuto un ruolo marginale, limitandosi a osservare senza intervenire, ma la sua presenza rafforza l’idea di un gruppo coeso, legato da codici di strada importati dalle periferie immigrate.

E qui entra il sospetto: questi giovani, con accenti e comportamenti che evocano i “maranze” – termine gergale per indicare le crew di ragazzi di seconda generazione, spesso figli di immigrati dal Marocco o dall’Algeria – potrebbero rappresentare l’ennesima dimostrazione del fallimento dell’integrazione. Report del Ministero dell’Interno sulle gang giovanili in Italia sottolineano come il 65% di questi gruppi coinvolga minori con background migratorio, specialmente al Nord. A Torino, casi simili – rapine, sevizie filmate e condivise sui social – hanno spesso profili etnici chiari, anche se la legge italiana protegge l’anonimato dei minorenni. I cellulari sequestrati dai carabinieri potrebbero rivelare video delle torture, chat con gergo da strada e collegamenti a reti più ampie. Se confermate, le immagini non solo aggraverebbero le accuse, ma getterebbero luce su un fenomeno sommerso: la radicalizzazione giovanile in contesti di violenza e multiculturalismo forzato.

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Mentre le indagini procedono – con i tre minorenni ancora da interrogare formalmente – resta una domanda: quanto ancora dovremo tollerare che la “diversità” si traduca in orrore? Questo caso, se confermato il profilo “maranza”, potrebbe essere la scintilla per un dibattito nazionale su come salvare i nostri ragazzi da un futuro di bande e traumi. Per ora, un abbraccio alla famiglia della vittima: la loro rabbia è la voce di una città ferita.

Ragazzino disabile sequestrato e torturato a Torino da baby gang ultima modifica: 2025-11-03T19:38:35+00:00 da V
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