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A noi interessa che i musulmani stiano a casa loro. Non vogliamo esportare lì il nostro modello. Vogliamo che loro non esportino il loro qui. Invece fateci caso: gli stessi politici che favoriscono l’islamizzazione dei nostri paesi sono favorevoli ad esportare la ‘democrazia’ in Iran. Il motivo è semplice: nell’uno e nell’altro caso non fanno i nostri interessi.

Contro la Guerra all’Iran: Un Conflitto che minaccia l’Italia

Alle 10:05 PM CEST di martedì 17 giugno 2025, la guerra tra Israele e Iran imperversa da quattro giorni, ma la domanda sorge spontanea: qual è il vero obiettivo di questo conflitto? Si tratta forse di esportare il Gay Pride a Teheran, come ironizzano alcuni critici, o di un’agenda geopolitica che ignora gli interessi europei? L’Iran, unico paese islamico che non esporta immigrati verso l’Europa, viene preso di mira, mentre i veri responsabili della jihad migratoria – paesi sunniti come Arabia Saudita e Qatar – restano intoccabili. Questi ultimi, con i loro petrodollari, finanziano flussi migratori e moschee che destabilizzano le nostre società, eppure sono alleati delle élite occidentali e comprano i nostri politici. E allora l’Occidente attacca l’Iran.

Il diritto internazionale è da sempre il “diritto del più forte”. Da sempre viene piegato a favore di chi detiene la forza di imporlo, ma qui il paradosso è evidente: attaccare l’Iran non serve agli interessi dell’Europa. A differenza di Arabia e Qatar, l’Iran sciita non conduce una jihad migratoria né sostiene un’invasione culturale contro di noi. Le sue politiche interne, per quanto discusse, non si traducono in un’ondata di immigrati che minaccia la nostra sicurezza. Al contrario, i nostri “amici” sunniti alimentano il caos nelle nostre città, eppure chiudiamo un occhio perché i loro soldi comprano i nostri politici.

Questa guerra, iniziata con raid israeliani e alimentata da una risposta iraniana massiccia, non fa che danneggiarci. I prezzi del petrolio schizzano, le bollette esplodono, e la stabilità europea vacilla, mentre combattiamo un nemico che non ci minaccia direttamente. L’Iran non è il nostro problema; lo sono gli accordi con chi ci invade silenziosamente. È ora di smettere di seguire ciecamente alleanze che ci svendono e di difendere i nostri reali interessi, non quelli di chi lucra sul caos globale.