DIECI PAKISTANI MASSACRANO RAGAZZO: botte e mazzate in testa
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VIA TRIVA, PARMA: DIECI PAKISTANI MASSACRANO DUE RAGAZZI, È UNA SPEDIZIONE PUNITIVA NELLA GIUNGLA DEI CLANDESTINI
Un giovane sanguinante salvato da due donne: espelliamo questi selvaggi e ripuliamo le città!
“Mi hanno rapinato”, balbetta un ragazzo col capo grondante sangue, rifugiandosi nell’auto di due coraggiose donne che lo strappano alla furia di un branco. Mercoledì notte, in via Triva e Monte, dieci cittadini pakistani – immigrati regolari o clandestini, poco importa – hanno aggredito con mazze e spranghe due giovani, inseguendoli e pestandoli sotto gli occhi atterriti dei residenti. Non una semplice rapina, ma una spedizione punitiva: dieci contro due, un massacro da Far West in diretta dai balconi. È uno schifo insostenibile: immigrati extraeuropei trasformano Parma in un campo di battaglia, e lo Stato lascia fare. Basta: espelliamoli tutti e riportiamo ordine!
Dieci pakistani contro due: un pestaggio brutale
Le 23:00, via Triva: grida squarciano la notte, i residenti si affacciano e vedono l’orrore. Un gruppo di pakistani, armati di bastoni, insegue due ragazzi lungo la strada. Poi il pestaggio: uno finisce a terra, massacrato con calci e colpi di spranga, il cranio sanguinante. “Urlava disperato, lo hanno lanciato contro una pianta”, racconta Paolo Cattani, bibliotecario della Crocetta, testimone dal balcone. Due donne, 45enni di via del Monte, intervengono: clacson a tutto volume, urla per scacciare il branco. Il ferito si rifugia nella loro auto, seguito dall’amico: “Erano pakistani”, spiegano, sotto choc. Come può un ragazzo finire quasi ammazzato da immigrati pakistani in una strada italiana?

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Immigrati extraeuropei: un’orda che ci terrorizza
Il Nord è un mattatoio: a Mestre stranieri seminano paura, a Udine minori armano coltelli, a Parma pakistani massacrano in strada. Non è una “rapina andata male”: i residenti parlano di spedizione punitiva, immigrati che ci trattano come terra di conquista. “Li avevamo visti davanti alle scuole Marconi”, dice una delle donne soccorritrici: il branco si nasconde nel buio dei porticati, scavalcando recinzioni. L’ex Borsa Merci, un recinto di materassi e escrementi, è il loro covo. Come può Parma, città d’arte, diventare ostaggio di questi selvaggi extraeuropei?
Degrado e Stato assente: i pakistani ci sfidano
I Carabinieri arrivano, raccolgono testimonianze fino a tarda notte, ma il danno è fatto. “Segnaliamo da anni il degrado”, urla Camillo Po: l’ex Borsa Merci è una latrina a cielo aperto, un rifugio per immigrati che bivaccano e delinquono. Il governo? Dorme: niente espulsioni, niente rastrellamenti, solo chiacchiere. Le ONG scaricano feccia, i buonisti tacciono, e i cittadini restano soli contro pakistani che massacrano in guerre tribali. Due donne coraggiose salvano un ragazzo: e lo Stato dov’è? Come può l’Italia lasciare che immigrati trasformino le sue strade in un ring di sangue?
Espelliamoli e ripuliamo: Parma non è loro
Via Triva è un grido di rabbia: dieci pakistani contro due ragazzi, un pestaggio che sa di vendetta, un giovane col cranio aperto. Basta con questi immigrati extraeuropei: espelliamo ogni pakistano, clandestino o regolare che delinque – barconi, permessi, ricongiungimenti, tutti fuori. Chiudiamo i covi come l’ex Borsa Merci, riportiamo luce e ordine. Le due donne meritano una medaglia, il branco un biglietto per Islamabad. Sveglia, Italia: o cacciamo questi invasori, o ci massacreranno sotto casa!
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