Il partito di Maometto: moschee e sharia in cambio di voti, Italia venduta
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Prima li hanno fatti entrare. Ora vogliono dare loro la nostra cittadinanza. Che comunque prenderanno nel tempo anche con l’attuale legge. Si stanno creando un nuovo bacino elettorale. Non più gli elettori che si scelgono gli eletti ma i politici che si scelgono gli elettori in una perversione della democrazia.
Il PD filoislamico svende l’Italia: da Torino a Monfalcone, un partito al servizio dell’invasore
L’Italia sta cadendo, pezzo dopo pezzo, sotto il giogo di un’invasione islamica che il Partito Democratico non solo tollera, ma incoraggia attivamente, svendendo il Paese in cambio di voti e favori. L’ultimo scandalo arriva da Torino, dove il sindaco PD Stefano Lo Russo sembra pronto a trasformare la città nella prima capitale italiana della sharia, con un “reato” di blasfemia e una polizia del pensiero islamica per punire chi osa criticare l’Islam. Ma questo è solo l’ultimo tassello di un disegno più grande: il PD, da anni, sta stringendo patti sottobanco con comunità musulmane e potenze straniere, sacrificando l’identità e la sicurezza degli italiani sull’altare del potere.
Prendiamo Monfalcone, un caso che grida vergogna. Qui, mentre la sindaca leghista Anna Maria Cisint combatte l’islamizzazione galoppante – con una comunità bangladese che occupa un terzo della città e preme per imporre le sue regole – il PD locale non trova di meglio che fare accordi nascosti con un sedicente “partito islamico” in vista delle elezioni. Altro che integrazione: si tratta di un baratto politico, un do ut des disgustoso in cui i dem offrono sostegno a chi vuole trasformare Monfalcone in un’enclave straniera, pur di raccattare consensi. La prova? Le proteste dei musulmani contro il divieto di pregare nei centri culturali, appoggiate da consiglieri di sinistra come Enrico Bullian, che vedono negli immigrati un serbatoio di voti da sfruttare, mentre la città affonda nel degrado e nella perdita di identità.
Ma non è un caso isolato. Il PD ha le mani sporche anche altrove. Ricordiamo Qatargate, lo scandalo che ha scosso l’Europarlamento nel 2022: eurodeputati democratici come Andrea Cozzolino e l’ex PD Pier Antonio Panzeri sono finiti sotto inchiesta per aver preso mazzette da Qatar e Marocco, Paesi islamici che hanno comprato il loro silenzio o il loro favore. Panzeri, arrestato con centinaia di migliaia di euro in contanti, era il perno di una rete di corruzione che influenzava le decisioni europee a vantaggio di regimi stranieri. E il PD? Ha sospeso Cozzolino “in via cautelare”, ma il danno era fatto: un partito che si dice progressista si è rivelato una marionetta nelle mani di potenze islamiche, disposto a tutto pur di mantenere il potere.
Questa è la strategia del PD filoislamico: spalancare le porte all’invasore – che sia il migrante regolare, il clandestino o il finanziatore straniero – e poi inginocchiarsi, offrendo diritti, privilegi e persino la sharia, in cambio di un pugno di voti o di qualche tangente. A Torino, la “polizia dell’islamofobia” di Lo Russo è l’ultimo oltraggio: un’istituzione che punirà i torinesi per aver osato difendere la propria cultura, mentre le periferie diventano feudi islamici e la laicità un ricordo. A Monfalcone, il PD benedice chi vuole pregare in mezzo alla strada, fregandosene della Costituzione italiana e delle leggi. E a Bruxelles, i suoi uomini si vendono al miglior offerente, che guarda caso viene spesso dal Golfo.
L’Italia è in pericolo, e il PD ne è il principale artefice. Da nord a sud, questo partito sta svendendo il nostro futuro a un’orda che non conosce né rispetta i nostri valori, ma che sa bene come sfruttarne le debolezze. Torino con la sharia, Monfalcone con i patti elettorali, Qatargate con le mazzette: il filo rosso è sempre lo stesso. Il PD non rappresenta più gli italiani, ma un’élite globalista e i suoi alleati islamici. È ora di aprire gli occhi: ogni voto al PD è un voto per l’invasore, un passo verso un’Italia che non sarà più nostra.
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