Stuprata da branco islamici in una baracca nel parco dei bambini
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Roma, immigrati indiani e pakistani stuprano una 30enne al parco della Caffarella: lo Stato li lascia agire per mesi

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Roma, ottobre 2024: una 30enne italiana è stata violentata e minacciata con un fucile in una baracca lurida nel parco della Caffarella, trasformata in un covo di feccia straniera. I colpevoli? Due indiani e un pakistano, schifosi stupratori parassiti tra i 30 e i 32 anni, che hanno fatto della nostra capitale il loro terreno di caccia. Arrestati solo ora, a marzo 2025, dopo mesi di indagini, mentre la vittima vive ancora il suo incubo. Questa è l’Italia di oggi: immigrati che stuprano e terrorizzano, e uno Stato mollaccione che li lascia liberi di colpire finché non è troppo tardi. Basta, cacciamoli tutti!
I dettagli sono da rabbrividire. Questa donna, una 30enne come tante, è finita nelle grinfie di questi animali: due indiani e un pakistano, feccia senza nome né diritto di stare qui. L’hanno aggredita in una baracca al parco della Caffarella, un posto che dovrebbe essere per famiglie, non per stupratori stranieri. L’hanno violentata, l’hanno minacciata con un fucile puntato alla testa, l’hanno lasciata distrutta. E loro? Sono rimasti a piede libero per cinque mesi, da ottobre a oggi, mentre i Carabinieri arrancavano con telecamere e indagini. Solo ora sono stati presi e sbattuti in carcere, ma il danno è fatto: una vita spezzata, e questi bastardi hanno respirato la nostra aria per tutto questo tempo.
È il copione di sempre. A Fidenza, bande di immigrati si armano di mazze per spedizioni punitive. A Milano, i maranza pestano italiani per divertimento. Ad Afragola, due violentano una ragazza e puntano una pistola al fidanzato. All’Aquila, uno studente finisce con la mandibola rotta per mano di ubriachi stranieri. E ora Roma: indiani e pakistani che trasformano un parco in un mattatoio. Questi non sono “rifugiati”, sono criminali schifosi che vengono qui a saccheggiare e violentare, portando il loro squallore da Paesi che non vogliamo nemmeno nominare.
E lo Stato? Sempre in ritardo, sempre debole. Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano coi ricongiungimenti familiari, ma ci vogliono mesi per cacciare uno stupratore condannato.
E mentre lo Stato dorme, le ronde vengono perseguitate. A Milano, “Articolo 52” pesta un immigrato molesto e finisce sotto inchiesta, ma per la 30enne del Caffarella, per le migliaia di italiani massacrati, niente: solo silenzi e lentezze burocratiche. Basta con questa fogna: espelliamo subito questi indiani, pakistani e tutta la loro genìa, cancelliamo i ricongiungimenti, chiudiamo i confini e torniamo allo ius sanguinis. Ogni giorno che passa con questi animali tra noi è un giorno di vergogna. Lo Stato ha fallito: o li cacciamo, o la prossima vittima sarà tua figlia, e allora sarà troppo tardi per piangere!
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