Maranza spezzano le costole a ragazzino italiano

Un grido di rabbia e disperazione risuona dalle strade di Monza, dove l’ennesima tragedia colpisce un innocente, schiacciato dalla follia di una politica che ha trasformato la sicurezza in un miraggio. Quanti altri ragazzini dovranno cadere vittime di questa follia multiculturale, un’ideologia cieca che sacrifica i nostri figli sull’altare di un’integrazione fallita? La risposta è un silenzio assordante, rotto solo dal pianto di un ragazzo massacrato a sangue da una gang di giovani extracomunitari, un crimine che grida vendetta e che dovrebbe scuotere ogni coscienza.

A Monza, un ragazzino è stato accerchiato e brutalmente pestato da una banda di immigrati di seconda generazione, tre mostri di 16, 14 e 12 anni, con un curriculum criminale che farebbe arrossire anche i peggiori malviventi: rapine, furti, incendi, danneggiamenti. Il bilancio è agghiacciante: una costola rotta, lesioni multiple, un corpo martoriato e un’anima segnata per sempre. Ma la vera vergogna non è solo nel gesto, è nella risposta delle autorità, un’ennesima dimostrazione di impotenza e ipocrisia. Il 16enne e il 14enne, invece di essere sbattuti in carcere dove meriterebbero di stare, sono stati trasferiti in un centro di prima accoglienza, un insulto alle vittime e un premio ai carnefici. Il 12enne, troppo giovane per essere imputabile, è stato riaffidato al padre, come se la famiglia fosse una garanzia di redenzione per un individuo già avviato sulla strada del crimine.

Dove sono finite la giustizia e la protezione per i nostri giovani? Questa non è integrazione, è resa! Questi ragazzi, nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri, dovrebbero essere un esempio di successo del melting pot tanto decantato, eppure si trasformano in predatori che seminano terrore. La società multiculturale, con le sue belle parole e i suoi buoni propositi, sta fallendo miseramente, lasciando che le nostre strade diventino campi di battaglia dove i più deboli pagano il prezzo più alto. Quanti altri episodi come questo dovremo subire prima che qualcuno alzi la voce e dica basta? Quanti altri genitori dovranno piangere i loro figli ridotti in fin di vita per colpa di una politica che chiude gli occhi?

È ora di svegliarsi! L’Italia non può più permettersi di tollerare questa spirale di violenza. I centri di prima accoglienza non sono soluzioni, sono incubatori di criminalità. Riaffidare un bambino di 12 anni con un passato del genere al padre è un atto di follia che grida vendetta. Chiediamo giustizia, chiediamo sicurezza, chiediamo che i nostri ragazzi possano crescere senza paura. Altrimenti, il prossimo altare sarà pronto, e il prossimo sacrificio sarà inevitabile. Monza non può essere lasciata sola: l’intera nazione deve reagire, prima che sia troppo tardi.

Quanti altri ragazzini dovranno essere sacrificati sull’altare della società multiculturale?

Monza, un ragazzino è stato accerchiato, pestato a sangue (una costola rotta e diverse lesioni) da una gang di extracomunitari di 16, 14 e 12 anni con precedenti per rapine, furti,… pic.twitter.com/yUf735ZuaR

— Francesca Totolo (@fratotolo2) August 21, 2025