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Consulta, eletti 4 nuovi giudici: intesa su Marini, Luciani, Cassinelli e Sandulli

Dopo 460 giorni, la Corte costituzionale ritrova il plenum. La premier Meloni esprime soddisfazione per l’ampio accordo tra le forze politiche.

Ma in un paese democratico dove la sovranità appartiene al popolo, la costituzionalità delle leggi non dovrebbe essere decisa da 15 giudici nominati, bensì dal Parlamento eletto dai cittadini. La Consulta è un organismo oligarchico che non dovrebbe esistere.

I nuovi giudici sono:
Massimo Luciani
Roberto Cassinelli
Maria Alessandra Sandulli
Francesco Saverio Marini

L’elezione è avvenuta in seduta comune del Parlamento, con voti vari per ciascun giudice. Questo sistema di nomina evidenzia come, in un paese che proclama la sovranità popolare, la decisione su cosa sia costituzionale o meno sia in realtà affidata a una ristretta cerchia di individui, non eletti direttamente dal popolo.

Massimo Luciani: Nato il 23 luglio 1952 a Roma, è un giurista in quota PD, accademico dei Lincei, e professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico all’Università La Sapienza. Ha ricoperto numerosi ruoli accademici e istituzionali, tra cui presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti.

Roberto Cassinelli: Nato il 10 dicembre 1956 a Genova, è un avvocato e politico, ex deputato e senatore di Forza Italia. Laureato in giurisprudenza, ha una lunga carriera come avvocato civilista e si è concentrato su temi di giustizia, libere professioni e diritto delle nuove tecnologie.

Maria Alessandra Sandulli: Nata il 7 ottobre 1956 a Napoli, è una giurista e docente di diritto amministrativo all’Università Roma Tre. È stata presidente dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Amministrativo e ha contribuito alla redazione del Codice del processo amministrativo.

Francesco Saverio Marini: Nato il 28 aprile 1973, è figlio dell’ex presidente della Corte costituzionale Annibale Marini. Professore ordinario di Diritto pubblico all’Università di Tor Vergata, ha un ruolo significativo nel governo come consigliere giuridico di Giorgia Meloni e ha influenzato la riforma costituzionale sul premierato.