4 NOVEMBRE. IL PIAVE MORMORA ANCORA: NON PASSA LO STRANIERO
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La scelta, simbolica e di sfida alle toghe corrotte, di ricominciare proprio oggi a portare i clandestini in Albania, è bellissima. Siamo in guerra. Combattiamola.
**Ogni Clandestino che Sbarca: Un Tradimento del Sacrificio dei Caduti**
Ogni migrante che sbarca sulle nostre coste, ogni azienda italiana ceduta a stranieri, ogni giovane costretto a cercare fortuna altrove, ogni suono straniero che risuona nelle nostre vie, ogni moschea costruita abusivamente, ogni migrante alloggiato in hotel di lusso, ogni coppia di fantasia che sfida i nostri valori tradizionali, ogni immigrato che beneficia del reddito di cittadinanza – ognuno di questi è un tradimento verso chi ha dato la vita sul Piave durante la Prima Guerra Mondiale.
Quel fiume, il Piave, che oggi viene onorato con cerimonie che sembrano più di facciata che di vero rispetto: non con le parole, ma con azioni concrete. Onorare il Piave significa proteggere il nostro paese da ogni forma di invasione straniera, non limitarsi a deporre una corona al Milite Ignoto che, se potesse, si alzerebbe e ci mostrerebbe il suo disprezzo per tanta ipocrisia.
Ci accusano di essere xenofobi, ma la verità è che voi, con la vostra accoglienza indiscriminata, siete quelli che hanno perso ogni senso di limite. Siete voi che giustificate l’invasione in corso per un malinteso senso di ospitalità, desiderando annientare la nostra identità in un’orgia di accoglienza senza limiti. Noi rispettiamo le differenze culturali e per questo chiediamo confini e protezione. Amiamo le culture di Saigo e Montezuma, proprio per questo vogliamo che restino vive nelle loro terre d’origine. La globalizzazione, in fondo, è la morte delle differenze culturali. Il vostro è un razzismo 2.0 che vuole omologare tutto e tutti, creando un mondo indistinto, simile a un quadro di Picasso dove tutto è confuso e senza confini.
Voi sognate un futuro che è una sorta di caos dionisiaco, dove ogni differenza si perde. Siete gli agenti del disordine, mentre noi siamo i paladini dell’ordine e della tradizione.
Ma ricordate, la rivoluzione non è un evento mondano. Solo una rivoluzione potrà salvare l’Italia. Dobbiamo punire i traditori sulla sponda del Piave.
E non è necessario tornare ai tempi del fascismo, basterebbe guardare agli anni ’80, un periodo in cui l’orgoglio nazionale era vivo, quando il maschio bianco italiano non avrebbe mai accettato di vedere il proprio paese invaso senza reagire.
In alto la testa, come allora.
Andrebbero deportati i malati mentali della sinistra, altro che balle, ma sarebbe uno sforzo logistico insostenibile per l’Albania perchè sono troppi.
L’alternativa, come diceva Mao, sarebbe di colpirne uno per educarne cento: non dico di sparare a questi sinistrati ma quattro legnate alla Don Camillo potrebbero schiarire le idee in molti soggetti che si reputano potenti ed invincibili.