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Una delle prime azioni intraprese dal Presidente Donald Trump è stata la firma di un ordine esecutivo che richiede al Segretario alla Difesa, Pete Hegseth, di rivedere la politica del Pentagono sulle truppe transgender, con l’obiettivo di reintrodurre criteri di disciplina, onore e prontezza militare al centro delle forze armate. Questo ordine non impone un divieto immediato ma indica al Pentagono di sviluppare una politica basata su standard oggettivi di compatibilità con il servizio militare, sottolineando giustamente che l’identità di genere può rappresentare un ostacolo alla salute fisica e mentale richiesta per il servizio attivo.

Questa mossa è stata applaudita da chi riconosce l’importanza di mantenere le forze armate come un’istituzione di eccellenza, focalizzata sulla difesa della nazione piuttosto che su agende ideologiche “woke”. L’ordine esecutivo riconosce che il servizio militare non è un terreno per esperimenti sociali o per promuovere narrative progressiste a scapito della prontezza operativa. I militari devono essere in grado di operare senza distrazioni, garantendo la massima efficacia e coesione tra le unità.

Nonostante le critiche e le cause legali sollevate da organizzazioni e individui transgender che contestano la costituzionalità e l’etica di tali restrizioni, questa iniziativa è un passo fondamentale per riportare l’attenzione su cosa realmente conta: se le imprese IA occidentali avessero pensato meno ai travestiti non sarebbero state superate da quelle cinesi.