PD, ONG e Toghe Rosse si mobilitano contro l’Italia: “Portiamo tutti i migranti in Italia”

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By V gennaio 29, 2025 11:45

PD, ONG e Toghe Rosse si mobilitano contro l’Italia: “Portiamo tutti i migranti in Italia”

Le ONG e il PD, un partito che tradisce l’Italia, si scagliano contro il nostro paese con una ferocia inaudita.

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Le ONG, veri e propri talebani dell’accoglienza, insieme a esponenti del PD come Rachele Scarpa, stanno mettendo i bastoni fra le ruote al governo italiano in Albania. Si sono uniti anche i fanatici della “Rete contro le detenzioni dei migranti”, un gruppo di estremisti italo-albanesi pronti a scendere in piazza con manifestazioni aggressive, sperando nell’appoggio di una magistratura romana sempre più politicizzata.

Le truppe delle ONG, sbarcate in Albania, utilizzano Scarpa come un ariete per invadere l’hotspot di Shëngjin, con l’unico obiettivo di riportare indietro i 49 migranti catturati dalla nave Cassiopea della Marina Militare. “Torno in Albania per la terza volta e non sarò sola; con me ci saranno rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, giornalisti e politici di altri partiti” ha dichiarato ieri Scarpa, il volto del PD in questa crociata anti-italiana. L’alleanza pro-migranti a Shëngjin, formata dal Tavolo Asilo e Immigrazione e dal Gruppo di Contatto Parlamentare, accusa il governo di gravi violazioni, ignorando completamente che solo 4 presunti minorenni e un adulto sono stati rimandati in Italia dopo una selezione dell’UNHCR.

Per questi talebani dell’accoglienza, il governo sta usando l’Albania come banco di prova per la propaganda, scontrandosi con la magistratura e ignorando la Corte di Giustizia Europea. La sentenza della Cassazione, che conferma la competenza del governo nel definire i paesi sicuri, è stata completamente ignorata. Francesco Ferri di ActionAid, portavoce della missione, si è unito alla propaganda su Onda d’Urto, la radio degli antagonisti, dove hanno descritto i centri di accoglienza italiani come “lager di stato”.

A questa missione hanno aderito anche Amnesty International Italia, l’Arci, i giuristi pro-migranti dell’ASGI, finanziati da Soros, e varie organizzazioni cattoliche, Oxfam Italia, il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose e la sconosciuta RED Nova, che su Instagram ha solo 498 seguaci e pubblica immagini di Gaza insieme a saluti romani a Roma.

I talebani dell’accoglienza, sostenuti dalle falangi parlamentari del PD, credono che il trasferimento in Albania sia un attacco ai principi fondamentali della democrazia e del diritto, e promettono di opporsi con ogni mezzo a questa “prova di forza” che è, in realtà, una politica legittimata dal Parlamento italiano. La loro vera intenzione è chiudere i centri di trattenimento, ignorando la volontà del popolo italiano e la sovranità del nostro paese.

Ma non finisce qui. Anche la sinistra radicale e le ONG, come la solita Mediterranea Saving Humans, stanno pianificando nuove azioni per bloccare le operazioni di rimpatrio. Questi sedicenti “salvatori” dei migranti, in realtà, non fanno altro che favorire il business dell’accoglienza, mettendo a rischio la sicurezza nazionale e disprezzando le leggi italiane. Si muovono come ombre, pronti a sfruttare ogni occasione per creare caos e disordine, con il solo scopo di minare la sovranità del nostro paese. Usano la retorica della compassione come un’arma, ma in realtà sono solo strumenti di un’agenda politica che vuole vedere l’Italia piegata alle loro volontà.

Nel bel mezzo della guerra tra il governo Meloni e una magistratura sempre più politicizzata, il destino di una quarantina di immigrati provenienti da Egitto, Bangladesh, Gambia e Costa d’Avorio, sbarcati dalla nave militare Cassiopea, è ora nelle mani dei giudici della Corte d’Appello di Roma. Questa è la stessa corte che ha liberato il criminale di guerra libico Osama al Najem Almasri per un cavillo, e che la sinistra considera responsabile dell’aumento degli sbarchi in Italia dalla Libia. Una mezza dozzina di richiedenti asilo sono stati già rispediti in Italia dopo uno screening medico: si tratta di cinque migranti, due dal Gambia, uno dalla Costa d’Avorio e due dal Bangladesh, giudicati minorenni (in quattro) e fragili. Gli altri 44, di cui 8 egiziani e 36 bengalesi, saranno trattenuti nel centro di Gjader. Il protocollo prevede che solo i migranti maschi, maggiorenni, in buona salute e senza documenti, provenienti dai cosiddetti “Paesi sicuri” (secondo l’elenco aggiornato con il decreto Flussi alla fine del 2024) e soccorsi nel Mediterraneo da Marina, Guardia Costiera o Finanza, possano accedere alla procedura accelerata di rimpatrio. Lo screening previsto sulla Cassiopea non si è potuto svolgere perché l’accordo con i medici dell’OIM, che per sinistra e ONG rappresenta la garanzia di terzietà, non è stato rinnovato in tempo. «Le operazioni le sta facendo il personale medico della Marina che, per quanto competente, non si occupa di queste cose», si lamenta la deputata PD Rachele Scarpa, parte della delegazione parlamentare che vuole controllare le operazioni.

I primi verdetti sulla convalida (o meno) del fermo nell’hotspot albanese sono attesi per stamattina o nel pomeriggio. L’orientamento dei giudici della Corte d’Appello, ora responsabili dei rimpatri accelerati, sembra già deciso: c’è una forte sensazione che ci siano pochi margini per convalidare l’espulsione di chi non ha diritto d’asilo secondo la Questura di Roma. E questo nonostante la Cassazione abbia chiarito che la definizione di “Paese sicuro” è competenza esclusiva dell’esecutivo, lasciando ai giudici la discrezionalità di non privare della libertà un clandestino, anche senza diritto d’asilo, a patto che ci sia un’istruttoria documentata e personalizzata, non sentenze generiche o fotocopia come avvenuto finora.

A complicare ulteriormente le cose, il presidente della Corte d’Appello di Roma, Giuseppe Meliadò, apertamente contrario al Decreto Flussi e alla riforma della giustizia, ha deciso di richiamare i giudici delle sezioni Immigrazione per valutare i casi in videoconferenza. Questo gioco delle tre carte rischia di rendere vano anche il terzo viaggio delle navi militari italiane in Albania, mostrando ancora una volta come le intromissioni politiche nella magistratura possano minare ogni tentativo di gestione efficace e legale dell’immigrazione.

PD, ONG e Toghe Rosse si mobilitano contro l’Italia: “Portiamo tutti i migranti in Italia” ultima modifica: 2025-01-29T11:45:03+00:00 da V
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