Stuprata a 14 anni in centro commerciale dal solito sospetto
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Alba Adriatica, orrore senza fine: 14enne adescata sui social e violentata nei bagni di un centro commerciale da uno straniero!
È un grido di rabbia e dolore quello che si leva oggi da questa un tempo tranquilla cittadina abruzzese, sconvolta da un crimine che fa gelare il sangue nelle vene. Una ragazzina di soli 14 anni, una vita ancora tutta da scrivere, è stata adescata sui social – quei maledetti social che ormai sono trappole mortali per i nostri figli – e poi brutalmente violentata nei bagni di un centro commerciale. E chi è l’autore di questo scempio? Uno straniero, identificato dalle autorità. Uno straniero! Come se non bastasse il degrado che già ci soffoca, ora dobbiamo anche temere per le nostre figlie, lasciate in balia di predatori che entrano nel nostro Paese senza controllo.
Cosa ci stiamo facendo? Dove stiamo finendo? Una bambina, poco più che una ragazzina, è stata attirata con l’inganno, probabilmente con promesse o parole dolci, per poi essere trascinata in un incubo che nessuna madre, nessun padre dovrebbe mai immaginare. Nei bagni di un centro commerciale, un luogo che dovrebbe essere sicuro, un posto dove si va a fare shopping o a passare un pomeriggio spensierato, è diventata la scena di un crimine orrendo. E tutto questo sotto gli occhi di una società che sembra aver perso ogni capacità di difendere i propri cittadini, soprattutto i più vulnerabili.
Alba Adriatica, ragazzina di 14 anni adescata sui social e poi violentata nei bagni di un centro commerciale: identificato l’autore, è uno straniero. pic.twitter.com/lGU31YovRz
— Francesca Totolo (@fratotolo2) March 5, 2025
La colpa? Di chi lascia le frontiere spalancate, di chi permette che chiunque entri senza filtri, senza verifiche, senza rispetto per la nostra sicurezza. Uno straniero, dicono. E noi, italiani, restiamo a guardare, impotenti, mentre le nostre città si trasformano in giungle dove la legge è un optional e la violenza un’abitudine. È intollerabile! Dove sono i politici che dovrebbero proteggerci? Dove sono le forze dell’ordine, costrette a correre dietro a un’emergenza dopo l’altra perché nessuno ha il coraggio di dire “basta”?
Questa non è solo una tragedia, è un campanello d’allarme che squarcia il silenzio. Se non fermiamo questa deriva, se non mettiamo un freno a questa follia dell’accoglienza indiscriminata, quante altre 14enni dovranno pagare il prezzo della nostra codardia? È ora di svegliarsi, di pretendere giustizia, di urlare che i nostri figli vengono prima di tutto. Prima di tutto! Altro che integrazione, qui serve una rivoluzione per riprenderci la nostra dignità e la nostra sicurezza. Basta con il buonismo, basta con le lacrime versate troppo tardi: questa ragazzina meritava di essere protetta, anche dalla propria incapacità di comprendere i pericoli, non di diventare una vittima.
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