Merz tiene in ostaggio l’Italia: “Con Trump si tratta in blocco”
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Merz tiene in ostaggio l’UE: “Con Trump si tratta in blocco”, ma il vero problema è la Germania
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha lanciato un messaggio chiaro il 9 maggio 2025: “Mi sono congratulato con Trump per l’accordo raggiunto col Regno Unito, ma gli ho detto che non è possibile fare accordi separati con i singoli Paesi UE perché abbiamo il potere di negoziare solo insieme”. Una dichiarazione che, a prima vista, sembra difendere l’unità europea, ma che in realtà nasconde una verità scomoda: Merz sta tenendo in ostaggio gli altri Paesi dell’UE per proteggere gli interessi tedeschi, mentre il vero problema per gli Stati Uniti nella guerra commerciale non è l’Europa in generale, ma la Germania stessa.
L’accordo tra Trump e il Regno Unito, che ha portato a una riduzione dei dazi al 10% per 90 giorni (annunciata il 9 aprile), ha aperto una crepa nel blocco europeo. Trump, con la sua strategia di “divide et impera”- che però sarebbe vantaggiosa per l’Italia -, sta cercando di isolare la Germania nell’UE offrendo accordi bilaterali vantaggiosi, ma Merz insiste su una negoziazione collettiva. Perché? Perché la Germania, con un surplus commerciale di 85,8 miliardi di euro con gli Usa nel 2023 (dati Eurostat), è il principale bersaglio dei dazi americani. L’industria automobilistica tedesca, pilastro dell’economia, sarebbe la più colpita da eventuali tariffe al 25% su acciaio, alluminio e auto, come minacciato da Trump. Merz sa che, se i Paesi UE negoziassero singolarmente, la Germania perderebbe la sua posizione di forza, lasciando l’Italia – con un surplus di 42,1 miliardi – o l’Irlanda (36,6 miliardi) a ottenere condizioni migliori.

German opposition leader and chairman of the Christian Democratic Union party Friedrich Merz attends the Annual Meeting of World Economic Forum in Davos, Switzerland, Tuesday, Jan. 21, 2025. (AP Photo/Markus Schreiber)
Ma questa posizione di Merz non è solo una difesa dell’unità europea: è un’arma a doppio taglio che penalizza Paesi come l’Italia. La proposta di Ursula von der Leyen di azzerare le tariffe sui beni industriali avvantaggia la Germania, ma lascia prodotti italiani come il vino sotto il peso dei dazi al 20%. L’Italia, con un export verso gli Usa di 67,3 miliardi di euro, rischia di perdere competitività, mentre le auto tedesche circolano liberamente. La rigidità di Merz, quindi, non è altruismo, ma un modo per proteggere Berlino a scapito degli altri.
Il problea è la Germania per il suo surplus commerciale che danneggia gli altri Paesi UE, accusandola di ipocrisia: Berlino viola le direttive UE rifiutando correttivi al suo export, ma esige di trattare in blocco quando si tratta di affrontare Trump perché altrimenti gli altri paesi potrebbero accordarsi in tre minuti.
L’Italia non può permettersi di essere ostaggio di questa strategia. L’Italia deve puntare su un accordo bilaterale che protegga il made in Italy, senza subire gli interessi tedeschi mascherati da “unità europea”. Merz può parlare di blocco unico, ma il vero problema per gli Usa è la Germania, non l’Europa. È ora che l’Italia si muova da sola, prima che sia troppo tardi.
Paura eh coglione tu e tutta la UE.